Via libera a bingo e sale scommesse, ma a Napoli una su quattro non riapre

Via libera a bingo e sale scommesse, ma a Napoli una su quattro non riapre
di Elena Romanazzi
Lunedì 21 Giugno 2021, 00:00 - Ultimo agg. 09:33
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Riaprono le sale scommesse, bingo e slot machine. Riapre chi ha resistito in tutto questo periodo: 500 sale tra Napoli e provincia che provano, visto che ci sono gli Europei, a raggranellare qualche soldo. «Già perché questo periodo - spiega Pasquale Chiacchio, presidente di Giocare legale - per chi ha delle sale non va mai bene, non c’è il campionato, il movimento è molto poco». C’è l’aspetto ristori che non è mancato ma è stato calcolato - aggiunge Chiacchio - in base alla differenza dell’aggio tra un mese e l’altro di lavoro ma certo non è stato di grande aiuto e certo, ora con il decreto sostegni bis approvato dal 16 giugno, sono partiti dall’agenzia dell’entrate i bonifici a fondo perduto verso le imprese chiuse per quattro mesi da gennaio, ma non sono questi aiuti che consentono alle imprese di riaprire, vediamo chi riuscirà a reggere. È come aprire un albergo al mare in inverno, quando il sole non c’è».


Tra i diversi Dpcm, due di Conte e ora quello di Draghi per la zona bianca, le sale scommesse sono state quelle più penalizzate e chiuse dallo scorso 26 ottobre, mentre con grandi polemiche è andata avanti ma solo fino al 5 novembre la raccolta delle scommesse in bar e tabaccherie, poi sospesa anche per loro. Ora si riparte carichi di incognite. Se le tabaccherie sono rimaste sempre aperte durante la pandemia, come detto non è andata così con le sale. «C’è il rischio - aggiunge Chiacchio - che una su quattro resti chiusa. Lo vedremo questa settimana, certo il settore è in crisi.

Le scommesse illegali in mano alla criminalità organizzata hanno raddoppiato il loro fatturato e c’è stato un vero e proprio boom di apertura dei conti online, pari al 40% tra Better, Snai e altri gestori di puntate». I dati del mercato parallelo gestito dalla criminalità organizzata a livello nazionale sono da brividi. «Nel 2019 la cifra - aggiunge Chiacchio - era stimata intorno a 12 miliardi, ora si è arrivati a 23 miliardi». 

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In via Giordano Bruno alla tabaccheria gestita dai fratelli Nino e Salvatore Mele già sono pronti. Ieri - loro giocano Better - già erano arrivate le quote da pubblicare per la giornata di oggi, e in molti, si sono affacciati per sapere se potevano già farsi una giocatina sulle due partite degli Europei. «Noi - spiega Salvatore Mele - abbiamo perso il 60% del fatturato legato alle scommesse ma essendo tabaccai e dunque sempre aperti non abbiamo avuto nessun ristoro». Sempre alla fine di via Giordano Bruno c’è un altro punto, una grande sala questa volta Matchpoint “Sannazzaro”, che resterà sbarrato. Impossibile sostenere - da quello che si dice - i costi dell’affitto malgrado il credito d’imposta deciso dall’esecutivo. E così nulla. Chi ha giocato in questo punto dovrà riscuotere altrove. Tutte le sale che oggi riaprono dovranno pagare le vecchie scommesse mai riscosse. Solo nelle tabaccherie, infatti, è arrivato l’ok al pagamento dopo tre mesi. 

C’è chi non ha fatto in tempo a ritirare la vincita. Piccola. Un signore, molto conosciuto nella zona di Mergellina, alto e magrolino, un prof che si è spento all’inizio dell’anno. Le sue scommesse erano emblematiche e a basso rischio: 2 euro per vincerne 6, ogni giorno faceva massimo tre partite. Si presentava nelle sale, ma anche in tabaccheria sempre intorno a metà mattinata. L’ultima puntata legata al campionato di serie A non ha potuto riscuoterla.
 

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