Scuole chiuse in Campania: «Ipotesi 14 gennaio per il ritorno in classe»

Scuole chiuse in Campania: «Ipotesi 14 gennaio per il ritorno in classe»
di Mariagiovanna Capone
Domenica 27 Dicembre 2020, 00:00 - Ultimo agg. 14:35
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A gennaio il rientro in aula in Campania sarà graduale. È questa la proposta che l’assessore regionale all’Istruzione Lucia Fortini lancerà alle prossime riunioni con l’Unità di crisi per l’emergenza Covid prima del 7 gennaio, data fissata dal Ministero dell’Istruzione per la ripresa delle attività in presenza degli studenti delle secondarie di secondo grado, che in Campania si estende anche agli alunni dalla terza elementare in poi. Un ritorno progressivo sia per dare fiato ai dirigenti di ripristinare la ripresa in presenza che per monitorare attentamente l’andamento della curva epidemiologica. Un modo, quindi, per evitare l’impennata di casi in ambito scolastico come avvenuto a inizio ottobre, quando il presidente De Luca sospese la didattica in presenza in tutta la Regione, ma anche per non vanificare gli sforzi fatti in queste ultime settimane con un numero di contagi finalmente tornato basso. I timori sono connessi come sempre al numero elevato di personale scolastico (circa 94mila) e studenti delle superiori (circa 310mila) che se mobilitati contemporaneamente potrebbero riproporre scenari già visti a settembre, con metropolitane piene e assenza di distanziamento. E in tal senso, come richiesto dal premier Conte nell’ultimo decreto legge, la Prefettura ha approvato il piano per la mobilità che prevede la differenziazione degli orari d’ingresso e di uscita nelle scuole secondarie superiori oltre all’implementazione dei servizi del trasporto pubblico locale, rimodulazione degli orari di servizio di uffici pubblici e negozi nell’area metropolitana, impiego di personale della Protezione civile negli hot spot dei trasporti e scuole, sosta gratuita per i lavoratori della scuola secondaria. Teoricamente una pianificazione valida ma che nei fatti potrebbe mostrare numerose falle, soprattutto per quanto riguarda l’implementazione del trasporto cittadino.

Il governatore De Luca è stato chiaro, nei giorni scorsi ha più volte sottolineato che riguardo la ripresa delle attività in presenza a gennaio ci sarà «massimo rigore per poter aprire tutti, ma per sempre, non fare finta di aprire per tre giorni e poi prolungare l’epidemia per altri tre mesi».

In particolare ha puntato il dito sulla data fissata dal ministro Azzolina «a prescindere dai dati epidemiologici», senza contare le problematiche più volte ribadite in sedi istituzionali, come gli organici ancora da completare e il miglioramento della situazione dei trasporti pubblici locali. La decisione sarà presa in una riunione con la task force regionale, anzi due. La prima sarà fissata entro mercoledì prossimo, la seconda il 4 o 5 gennaio, a ridosso della data fissata dal Ministero, con l’Unità di crisi regionale che ascolterà le valutazioni dei direttori delle Asl.

Tre gli scenari possibili: dal 7 gennaio tutti gli ordini scolastici saranno a distanza (ipotesi poco probabile); tutti gli ordini scolastici saranno in presenza (anche questa poco probabile) oppure un rientro graduale. Quest’ultima proposta sarà portata alle riunioni dall’assessore Fortini che ha ipotizzato «un piano di rientro in classe progressivo, per far organizzare bene le scuole e monitorare la curva». Il 7 gennaio tornano solo infanzia e le prime due classi della primaria, proprio come a dicembre; dall’11 gennaio tutte le cinque classi della primaria; dal 18 gennaio tutte le tre classi della secondaria di primo grado; dal 25 gennaio il 50 per cento delle cinque classi della secondaria di secondo grado oppure iniziare gradualmente con il 50 per cento delle prime tre classi, per poi aggiungere nelle settimane successive le altre due classi. 

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C’è poi un quarto scenario ipotizzabile, ossia riproporre la presenza di infanzia e prime due classi della primaria come a dicembre e valutare di settimana in settimana l’aggiunta di altre classi e ordini scolastici, in funzione dell’andamento della curva. Tutto, come sempre, è in mano ai direttori delle Asl, che tendenzialmente sono per mantenere la linea del rigore in vista anche dell’avvio della campagna dei vaccini. «Dopo i sacrifici fatti in questi mesi, non credo che sia lucido far tornare tutti gli studenti nello stesso tempo. Credo che un rientro graduale sia più sicuro per tutti, in particolare lo ipotizzo per gli studenti delle superiori, lasciando anche ai dirigenti la possibilità di rendere flessibile questa pianificazione, perché conoscono i comportamenti dei loro studenti» ammette Fortini.

Lo screening su base volontaria per docenti e studenti riprenderà a gennaio, ma questa volta non si dovrà raggiungere nessun centro, bensì si faranno direttamente a scuola. «I direttori delle Asl – conclude Fortini - hanno proposto di far andare nelle scuole il personale Usca, così da eseguire in loco i tamponi rapidi. Ci sembra una valida proposta dopo la scorsa campagna con migliaia di persone prenotate che poi non si sono presentate all’appuntamento, e la vaglieremo alle riunioni».

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