Napoli, delitto dell’ingegnere a San Giovanni: appalti e immobili, la pista della Procura

Era finito nelle trame di una inchiesta della Finanza una quindicina di anni fa

Napoli, delitto dell’ingegnere a San Giovanni
Napoli, delitto dell’ingegnere a San Giovanni
di Leandro Del Gaudio
Mercoledì 13 Marzo 2024, 23:48 - Ultimo agg. 14 Marzo, 14:27
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C’è il lavoro che svolgeva oggi e che ha svolto negli ultimi anni, al centro delle indagini sull’ultimo delitto consumato a Napoli. Ci sono le attività di mediatore immobiliare in un quartiere interessato alla rimozione degli edifici del Bronx, grazie ai fondi del Pnrr, ma anche agli interessi nel restyling di una parte del cimitero di San Giovanni a Teduccio. E poi, non da ultimo, l’ipotesi che a premere il grilletto possa essere stato qualcuno desideroso di vendetta, per quelle accuse rese in Procura quindici anni fa. Sono questi i punti dell’inchiesta sull’omicidio di Salvatore Coppola, ucciso a 66 anni, due notti fa in corso Protopisani a San Giovanni a Teduccio. Ingegnere, manager nel campo della intermediazione immobiliare, capace da sempre di stringere rapporti ad ampio spettro: con la politica e con la municipalità locale, con un pezzo di borghesia napoletana, riuscendo a mantenere contatti anche con la camorra di San Giovanni a Teduccio, suo quartiere di origine in cui gestiva uno studio privato sempre nel campo degli investimenti immobiliari.

Finito nelle trame di una inchiesta della Finanza una quindicina di anni fa, Coppola aveva firmato tra il 2009 e il 2011 alcuni verbali di accusa, tirando in ballo - tra gli altri - anche soggetti legati al cartello dei Mazzarella.

Era stato arrestato e aveva patteggiato le accuse in un processo di corruzione, nel quale - a vario titolo - si ipotizzava un giro di tangenti chieste agli imprenditori interessati a lavorare negli appalti di Napoli est. Accuse che avevano scalfito anche alcuni soggetti in odore di camorra, fino a rendere necessario il suo trasferimento sotto il servizio centrale di protezione. Poi, a settembre del 2011, era tornato libero e aveva scelto di continuare la vita di sempre. Quella degli affari, delle triangolazioni obbligate con esponenti degli uffici tecnici della nostra pubblica amministrazione con imprenditori in vena di investimenti.

Un metodo legale fino a prova contraria, che in passato aveva prodotto il coinvolgimento di Coppola nelle indagini, sulla scorta di una ipotesi di fondo: la capacità di rallentare il rilascio di certificazioni antimafia, per poi ottenere soldi da imprenditori desiderosi di concorrere alle varie procedure di appalto. Storia vecchia, acqua passata, anche se l’intero territorio orientale è attraversato da lavori di riqualificazione grazie ai fondi del Pnrr. Un passato non del tutto archiviato, anche alla luce delle sue recenti apparizioni come teste di accusa. Era stato interrogato di recente nel corso di alcuni processi, in cui aveva testimoniato facendo riferimenti a boss ed elementi di spicco della camorra.

Anno 2021, Coppola in udienza aveva detto: «Sì, è vero conoscevo il boss Vincenzo Mazzarella, anche perché sono nato a San Giovanni, dove lavoro, e può capitare di conoscere soggetti in odore di camorra. Ho agevolato il boss Mazzarella in alcune attività su cui aveva riposto i propri interessi». Parole e riferimenti che rendono attuale la sua collaborazione con la giustizia, in una sorta di quartiere polveriera da sempre alla prese con scarcerazioni di pregiudicati per mafia e scompaginamenti in odore di camorra. Testimonianza oggi al vaglio della Procura guidata da Nicola Gratteri, al lavoro i pm Rosa Volpe e Simona Rossi.

Ma chi ha ucciso Coppola? E soprattutto: qual è il movente? Centrato al volto da colpi di pistola, a pochi passi dallo studio professionale, le due piste sono obbligatorie e complementari: c’è la pista della vendetta per il suo ruolo di ex pentito, per le accuse messe nero su bianco in alcuni processi; ma anche la storia degli affari recenti. In sintesi, Coppola potrebbe essere stato ucciso per un rifiuto a un boss o un litigio con soggetti in odore di camorra. Un movente che non contrasta con la volontà da parte di qualcuno di colpire a morte un soggetto che aveva in passato collaborato con lo Stato, salvo poi ripresentarsi nel suo quartiere a gestire gli affari di sempre.

Due moventi che potrebbero convergere nel corso delle verifiche investigative. Al lavoro gli agenti della Mobile, che ieri hanno ispezionato i luoghi in cui viveva e lavorava Coppola, a partire dall’auto parcheggiata nell’area di un supermercato (nella vettura c’erano quotidiani e medicine). Una vita spesa tra affari immobiliari, rapporti con la camorra, speculazioni milionarie all’ombra dei fondi del Pnrr.

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