Donne vittime due volte: ​della violenza e della giustizia

di Marinella de Nigris
Martedì 1 Dicembre 2020, 00:00
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La storia di Valentina, riportata su Il Mattino, è esemplare: Valentina vittima di stalking, è morta prima di vedere l’inizio del processo a carico dell’uomo che aveva denunziato. L’obiettivo che tutti, uomini e donne, dovrebbero perseguire per raggiungere una società migliore e più equilibrata è quello dei tempi dei giudizi: la rapidità della celebrazione dei processi, quindi, e una Giustizia effettiva potrebbe migliorare totalmente la nostra società.

Per quello che riguarda i reati di violenza, ricordiamo che in Italia abbiamo il Codice rosso, quindi i reati di violenza dovrebbero avere un percorso procedurale rapido, considerata la delicatezza e l’importanza sociale del tema riconosciuto dalla Legge. Purtroppo questo non avviene e troppe sono le Valentina che per anni aspettano la sentenza di primo grado e forse mai vedranno la conclusione del processo a carico del denunziato.

È chiaro che bisogna lavorare senza fermarsi, al fine di aiutare le donne a denunziare le violenze che subiscono, dentro e fuori la famiglia; è chiaro che bisogna rafforzare e tenere stretta la rete di solidarietà che deve sostenere le donne che subiscono maltrattamenti. Su questo punto non ci sono dubbi e a tal fine nella giornata della violenza, l’Associazione Onda Rosa (che risponde al numero 3756244479, anche whatsapp) ha diffuso un Vademecum per non far sentire le donne sole.

In questa situazione ormai definita emergenziale, essendo troppe le donne vittime di violenza e femminicidi, per cercare di prevenire la strage, dobbiamo chiedere con forza il ripristino di un sistema di welfare che è stato sfaldato negli ultimi 10 anni e che dovrebbe essere ricomposto in maniera più articolata.

In questi giorni abbiamo ascoltato dei dibattiti molto interessanti, nei quali si parlava dell’importanza dei dati della violenza, unica cosa che può farci lavorare per una prevenzione e un contrasto.

Ci chiediamo perché gli osservatori (pur previsti dalle leggi) non riescono a raccogliere i dati sufficienti per fare un lavoro compiuto.

Essendo così importante avere i dati, i Centri antiviolenza, le Associazioni operanti sul territorio, le Forze dell’Ordine preposte, i tribunali, dovrebbero comunicare tutti i dati a loro conoscenza, in modo da potere utilizzare un lavoro coordinato sul territorio nazionale e periferico.

Questo è quello che noi tutti, uomini e donne, dovremmo chiedere ai vari organismi preposti, in modo da poter andare oltre in un discorso condotto da anni.
Ricordiamoci che le donne che hanno subito violenza e che hanno avuto il coraggio di denunziare non devono essere costrette a dover uscire dalle proprie case, spesso con i figli, trovando rifugio nelle preziose case di accoglienza, ma devono essere gli uomini ad essere allontanati definitivamente dalle case, ove hanno commesso i reati, per i quali dobbiamo chiedere accertamento rapido, in modo tale che possa essere fatta giustizia.

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