Licia Colò: «Nella nuova fattoria vivo con Capri e Pocho»

Licia Colò: «Nella nuova fattoria vivo con Capri e Pocho»
di Giuliana Covella
Martedì 31 Luglio 2018, 11:29
4 Minuti di Lettura
«Capri, una delle due caprette, è il cane di casa, perché fa la guardia. Poi c'è Pocho, uno dei tre gatti che mio marito ha voluto chiamare così perché tifa Napoli: è una dedica a Lavezzi, naturalmente. A Capri dono tutte le mie coccole. L'ho presa per salvarla dalla morte in Calabria, dove sarebbe finita sulla tavola per il pranzo di Pasqua. Oggi è lei la padrona di casa. Poi ci sono i gatti, tutti molto indipendenti: oltre a Pocho, Pupillo e Nerino, che è l'ultimo arrivato». Licia Colò, alla vigilia del suo ritorno in tv, parla della sua grande passione: gli animali.

Il suo amore per gatti, caprette, galline... Quando è nato?
«Sin da quando ero piccola, perché sono stata cresciuta in una famiglia che mi ha educato a vivere a contatto con la natura e a rispettare tutti gli esseri viventi».

Lei ha una casa-fattoria a Roma. Com'è organizzata la convivenza?
«Negli anni mi sono costruita la mia casa fattoria in città, dove vivo a contatto con la natura e con i miei amici a due e quattro zampe, capre, galline e gatti. Lo spazio a loro dedicato è il cortile. Per un motivo o per un altro mi sono ritrovata in casa questi animali domestici, che ho adottato un po' per caso. Ognuno di loro dona gioia e allegria alla mia vita».

Che cosa le insegnano gli animali?
«La natura e la vita con gli animali sono importanti per la mia vita e quella della mia famiglia. Il gatto, ad esempio, insegna ai bambini che cos'è il rispetto, perché se gli fai i dispetti ti graffia. Il più docile dei mici di casa è Pocho, un gatto rosso e bianco che non si lascia riprendere dalle telecamere come una vera star».

 

Gli animali sono i protagonisti di un libro che lei ha scritto. Ce ne parla?
«Sì, Animali e animali, che al suo interno ha diversi spazi: un'enciclopedia sugli animali e notizie di vario genere. Nel 2000 poi è nato il mio sito animalieanimali.it, che oggi si chiama animalieambiente.it per dare uno strumento di informazione a tutti coloro che amano gli animali ma anche uno spazio libero per raccogliere appelli di tante persone che avevano bisogno di aiuto e volevano raccontare le loro esperienze».

Curiosità e aneddoti legati ai suoi animali? Che carattere hanno?
«Tra i miei animali domestici la cocca di casa è Capri, una capra che abbiamo adottato durante una vacanza in Calabria. L'avevamo vista in un terreno e mia figlia aveva chiesto alla proprietaria se poteva avvicinarsi e lei, senza giri di parole, le aveva detto di sì, dato che il giorno dopo l'avrebbero ammazzata. Per cui la bambina si era messa a piangere e mi aveva convinta a portarla a casa. Nella nostra fattoria c'è anche un'altra capra che, insieme a Capri, ha divorato tutta l'edera e i fiori. Altri abitanti della casa sono le galline, che hanno già 5 anni e che ci regalano uova buonissime con cui facciamo i dolci.

Come mai nella sua «fattoria» non ci sono cani?
«Sarò controtendenza, ma i cani sono troppo remissivi. Subiscono di tutto. Anche se sono compagni di vita meravigliosi, che ti stanno accanto quando stai male, che capiscono le tue abitudini, si adattano troppo agli umani. Il cane, purtroppo, ama incondizionatamente: anche se gli fai del male continua a starti accanto. Io sono sempre stata più gattara».

Difesa e salvaguardia dei diritti degli animali, per i quali lei si batte da anni: che cosa c'è da fare ancora?
«A parlare d'ambiente e di diritti degli animali in televisione ho iniziato nel 1989 a Mediaset con un programma che si chiamava L'arca di Noè e che aveva come idea principe di unire il mondo degli uomini a quello degli animali, a tutt'oggi ancora separati. Mentre si dovrebbe imparare a convivere con gli altri esseri viventi. Purtroppo a tanti anni di distanza ci rendiamo conto che abbiamo fatto tanti danni al pianeta e di questo ormai si parla su tutti i giornali ogni giorno. Almeno però oggi c'è più sensibilità verso queste tematiche».

Abbandono estivo: da dove partire per combatterlo?
«Non ci rendiamo conto che gli animali non sono soltanto cani e gatti con i quali condividiamo la nostra casa. Si dovrebbe parlare anche di tutti quegli animali che vengono allevati per l'alimentazione umana, o utilizzati in altri ambiti, negli spettacoli tipo i circhi o per la sperimentazione o uccisi per l'abbigliamento. Gli obiettivi si raggiungono un passo dietro l'altro e già parlare oggi di diritti degli animali non scandalizza più nessuno. Quando ho iniziato a parlarne io nel 1989 la gente rideva, pensi».

Tra poco la rivedremo in tv, a settembre in prima serata su Raidue, con «Niagara». Parlerà anche del mondo degli animali?
«Ovviamente, sì. Parlerò di ecologia e tutela degli animali».
 
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