Pietro Castellitto a Venezia: «Noi giovani vogliamo solo sentirci vivi. I genitori non hanno colpe né meriti»

Parla il regista e attore romano, che ha presentato alla Mostra il suo "Enea": «Non volevo lavorare con mio padre Sergio, ma era perfetto per quel ruolo»

Pietro Castellitto a Venezia: «Noi giovani vogliamo solo sentirci vivi. I genitori non hanno colpe né meriti»
Pietro Castellitto a Venezia: «Noi giovani vogliamo solo sentirci vivi. I genitori non hanno colpe né meriti»
di Gloria Satta
Mercoledì 6 Settembre 2023, 06:51 - Ultimo agg. 7 Settembre, 12:46
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Vitalissimo il film, esuberante il red carpet con la famiglia Castellitto al completo: papà Sergio, mamma Margaret Mazzantini, i figli Cesare, Maria, Anna. E ovviamente il primogenito Pietro, 31 anni, quarto dei 6 italiani in concorso alla Mostra con Enea, il film da lui scritto, diretto e interpretato tra gli applausi scroscianti. Visionario e romantico, ironico e audace, Enea è un'opera talmente originale e ricca da sfuggire alle definizioni: «È un gangster-movie senza gangster, una storia di genere senza il genere», butta là Pietro che due anni fa venne premiato proprio a Venezia per I Predatori. Per farla breve, Enea parla di amicizia, famiglia, avventura, criminalità, amore mischiando le Torri Gemelle ai sushi-bar, il delitto dell'Olgiata all'informazione "deviata", sullo sfondo la Roma delle feste e dei circoli. Protagonista è un trentenne (Pietro) che ha un ristorante alla moda ma spaccia coca con l'amico aviatore Giorgio Quarzo Guarascio, ama Benedetta Porcaroli e vive con il padre strizzacervelli depresso Sergio Castellitto, la madre inadeguata Chiara Noschese, il fratello studente (sul set come nella vita) Cesare Castellitto. Pietro si prende applausi e risate già alla conferenza stampa quando dice di aver scritturato il padre «perché nessun altro attore avrebbe avuto la sua stessa ironia, forse solo Adam Driver», evocando scherzosamente la polemica lanciata da Favino contro il divo americano.

In concorso con il secondo film: si sente sotto tiro?
«Non ho paura.

Ma dopo I Predatori sono diventato più severo con me stesso, ho alzato l'asticella».

Cosa voleva trasmettere con "Enea"?
«Nessun messaggio. Il film parla del desiderio di sentirsi vivi: tutte le scelte di Enea sono mosse dalla voglia di avvertire dentro di sé il movimento della vita».

 

Racconta un mondo elitario perché vi appartiene?
«Il desiderio di vitalità e avventura è trasversale, comune ai giovani di tutte le estrazioni sociali. Volevo sfatare il luogo comune secondo cui la famiglia borghese crea figli nichilisti. Ma i genitori non hanno colpe né meriti: il disagio della nostra generazione nasce semmai da questo periodo storico paralizzante, senza valori».

Continuano a rinfacciarle di provenire da una grande famiglia d'arte?
«Sempre di meno. Ma se lo fanno, hanno ragione: ho dei genitori importanti».

Suo padre ha accettato subito di essere nel film?
«Ho provato in ogni modo a non lavorare con papà, ma dopo aver scartato un altro attore ho pensato a lui. L'ho chiamato all'una di notte chiedendogli se fosse libero di lì a qualche mese. Lui, che va a letto presto, mi ha risposto: "ma vaffan...sto a dormì". Era un sì».

Perché ha scelto attori bravissimi ma poco sfruttati dal cinema come Chiara Noschese e Giorgio Montanini?
«Per me, più di un provino è importante il caffè preso insieme. Mi interessa il percorso che un attore ha fatto, specie se ha sofferto. Il talento nasce dalla personalità».

Come vede l'attuale cinema italiano?
«Molto bene perché c'è sempre più ambizione».

Quanto si identifica nella sua generazione?
«Totalmente. Si dice che i giovani siano tristi perché hanno un futuro incerto, ma a sostenerlo sono i grandi. E non è vero: noi vogliamo l'avventura».

È d'accordo con chi ha ribattezzato il suo film "La grande bruttezza"?
«C'è la città esclusiva, ci sono le feste ma andiamoci piano. Il film di Paolo Sorrentino è un'icona inimitabile».

Vede ancora Francesco Totti, dopo averlo interpretato nella serie Sky "Speravo de morì prima"?
«No, ma penso a lui ogni giorno».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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