Pensioni minime più alte e a partire da 65 anni, manovra da 25 miliardi: ecco gli aumenti previsti

La legge oggi va in Consiglio dei ministri, Forza Italia spunta l’aumento degli assegni

Manovra da 25 miliardi: pensioni minime più alte e a partire da 65 anni
Manovra da 25 miliardi: pensioni minime più alte e a partire da 65 anni
di Luca Cifoni e Francesco Malfetano
Lunedì 16 Ottobre 2023, 01:43 - Ultimo agg. 17 Ottobre, 08:44
4 Minuti di Lettura

Sulle pensioni, alla fine, l’ha spuntata Forza Italia. Nella legge di Bilancio che sarà licenziata questa mattina in Consiglio dei ministri ci sarà il mini-aumento dell’assegno mensile a partire dai 65 anni di età. Gli importi inferiori o uguali al minimo Inps saliranno infatti a 618 euro dal prossimo 1 gennaio con l’obiettivo, spiega chi ha seguito da vicino la trattativa al tavolo del governo, «di tutelare le fasce più deboli e più colpite dall’inflazione». Lo scorso anno l’ulteriore maggiorazione rispetto alla “normale” rivalutazione aveva premiato in modo particolare i beneficiari con almeno 75 anni; dunque la platea ora si allarga. Resta da vedere nello specifico come questo intervento sarà coordinato con l’adeguamento al costo della vita previsto per la generalità dei trattamenti previdenziali, che per il 2024 dovrebbe essere applicato in misura del 5,5 per cento circa.

Stipendi, gli aumenti (per i redditi bassi) con il taglio del cuneo. Irpef, mini-Ires e minimum tax: tutte le novità


LA DOTAZIONE
In una legge di Bilancio in cui circa due terzi della dotazione complessiva (circa 25 miliardi) sono destinati alla riduzione degli oneri contributivi e dell’Irpef, il governo prova a dare sul fronte famiglia qualcosa di più di un segnale.

Il pacchetto, che vale poco meno di un miliardo, è ancora in via di aggiustamento e non è escluso che qualche misura possa poi essere inserita in una fase successiva, ad esempio sotto forma di emendamento. Ma tra ministero dell’Economia (con il vice-ministro Leo) e dicastero della Famiglia (con la ministra Roccella e il consigliere economico de Bertoldi) sono stati esaminati i capitoli principali. Si parte con un ulteriore rafforzamento dell’Assegno unico e universale (Auu): l’idea è usare le somme non spese a partire da quest’anno per rafforzare gli importi per il terzo figlio, almeno fino ai sei anni di vita.

Una mossa in continuità con quelle della precedente legge di Bilancio. Un ulteriore sostegno passerà per il fisco: se, come sembra assodato, l’idea di reintrodurre almeno per i nuclei più numerosi le detrazioni per figli a carico (che erano confluite appunto nell’Auu) si rivelerà troppo costosa, allora la scelta potrebbe cadere su un tributo come il bollo auto, che diventerebbe gratuito per i nuclei più numerosi. Ci sono poi misure specifiche per il secondo nato, proprio con l’obiettivo di favorire la scelta delle coppie di andare oltre il nucleo con un solo bambino. La proposta allo studio prevede significative agevolazioni per il costo dell’asilo e maggiori congedi ai genitori in caso di nuova nascita entro sei anni dalla prima. Infine specifici interventi per la conciliazione tra famiglia e lavoro riguarderanno i liberi professionisti: si valuta ad esempio di estendere il differimento dei termini (ovvero la tolleranza rispetto a scadenze di lavoro) anche al caso di malattia dei figli fino a 14 anni.
IL CONSIGLIO DEI MINISTRI
Per i dettagli bisognerà attendere questa mattina quando l’intero testo sarà appunto presentato in un cdm straordinariamente convocato alle 9.30 a Palazzo Chigi (e seguito da una conferenza stampa). Una riunione che, prima della relazione di un trafelato Giancarlo Giorgetti pronto a partire per prendere parte all’Eurogruppo, vedrà anche un intervento della premier. Giorgia Meloni, ragiona uno dei suoi fedelissimi, sottolineerà ancora una volta a ministri e vicepremier come la congiuntura economica e l’allungarsi dell’ombra di una nuova guerra in Medio Oriente non consentano «né di perdere tempo né di sprecare risorse». Tradotto: il messaggio che Meloni intende recapitare è soprattutto quello di evitare il solito valzer degli emendamenti con cui d’abitudine i partiti di maggioranza cercano di ottenere ulteriori risorse per le proprie iniziative. «Niente cinepanettone» è la locuzione che a Palazzo Chigi sembrano preferire per esplicitare il desiderata meloniano. Anche perché, come anticipato dal Messaggero, l’obiettivo della premier resta quello di “sorprendere” l’Europa e mercati chiudendo il testo con un «anticipo mai visto», magari già ai primi di dicembre. 
Intanto dopo la riunione del Consiglio dei ministri dovrebbe essere trasmesso a Bruxelles (e pubblicato sul sito della commissione europea) il documento programmatico di bilancio, in inglese Draft budgetary plan, che è una sorta di sintesi della manovra di bilancio che tutti i Paesi devono completare entro il 15 ottobre di ciascun anno.
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA