Martina: "Contaminata, dovevo purificarmi". «Io avevo avuto esperienze sessuali negative (...) non mi ritrovavo come futura mamma (...) quando ho pensato di essere madre, dovevo liberarmi da esperienze corporee negative, che non avevo condiviso, ero contaminata, adesso sento che il mio corpo si è liberato».
Queste le parole pronunciate da Martina Levato, accusata di una serie di aggressioni con l'acido, in un colloquio con i periti psichiatri e riportato dalla difesa della ragazza in un sunto dell'arringa, depositato ai giudici, per spiegare, in sostanza, che alla studentessa va riconosciuto un vizio di mente, almeno parziale. «Nella concezione distorta dell'imputata - scrive il legale Daniele Barelli - il Barbini (vittima dell'aggressione e che aveva avuto con la ragazza una relazione, ndr) viene raffigurato come un soggetto che si insinua e che le rappresenta un'immagine di sè che non può più ormai convivere con la nuova prospettiva di vita che si è data». Da qui «emerge in lei un'idea di 'purificazionè», ossia di colpire con l'acido i ragazzi con cui aveva avuto rapporti. E «quell'idea di purificazione», secondo la difesa, è «insita all'interno delle dinamiche proprie del rapporto con il Boettcher», amante e imputato con lei, «e con il suo desiderio di diventare madre».