Bufera sull'Arca di Gallinaro:
donazioni, minacce e misteri

Bufera sull'Arca di Gallinaro: donazioni, minacce e misteri
di Mary Liguori, Marilù Musto
Sabato 12 Ottobre 2019, 08:18 - Ultimo agg. 13 Ottobre, 09:22
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Inviate a Gallinaro

«Ora et labora». Ma solo nella chiesa della Nuova Gerusalemme. Spogliati dei tuoi averi, donali a Dio. Ma attraverso il «pontefice», autoproclamatosi a Cercola, della chiesa della Nuova Gerusalemme. Ripudia i tuoi cari che non aderiscono al culto, potrebbero «contaminarti», dice il guru. Rischiano di farti aprire gli occhi, secondo la Procura di Cassino. Sei malato? La preghiera basterà a curarti. Almeno due le donne che, dopo la diagnosi di cancro, si sarebbero sentite dire, a Gallinaro, che la fede, da sola, le avrebbe curate. L'Arca della Valle di Comino punta la prua verso l'abbazia di Montecassino. E non è un caso. Sfida fisicamente la Sacra romana chiesa, con la punta verde e imponente che domina le montagne e sembra un indice che ammonisce. «Il Papa è emissario dell'anticristo», sostiene il santone indagato da due giorni con altre 14 persone per reati, contestati a vario titolo, di truffa, riciclaggio e circonvenzione di incapace. Dietro il quadro tratteggiato dalla Procura di Cassino ci sono decine di storie, altre sono tra i denti di chi della «setta» si è liberato, ma ha paura di denunciare. A Gallinaro, borgo incantato del Frusinate, il tempo lo scandisce l'Arca della Nuova Gerusalemme. I bar, i negozietti, il ristorantino del centro, la gelateria, gli stand, il negozio di articoli sacri, tutti lungo la strada che scende fino alla valle della «nuova terra promessa», aprono in funzione delle celebrazioni. È mattina e l'unico segno di vita sono le voci delle bambine in grembiulino rosa dell'istituto comprensivo. Per il resto, serrande abbassate, silenzio, poca voglia di parlare. Tutto in attesa delle 15: l'ora della messa. La Nuova Gerusalemme la fondano dopo che il Vaticano ha accusato di scisma Samuele Morcia, genero della defunta Giuseppina Norcia, la donna che negli anni 70 sostenne di aver visto il Bambino Gesù.

 

La cappellina delle mai riconosciute apparizioni sorge ai piedi dell'imponente tempio. I lavori di ampliamento delle aree esterne sono sempre in corso. Tre operai scalpellano sui basoli, uno ci invita gentilmente ad andarcene. Chiediamo di Samuele, ma le sei donne impegnate a potar piante e lucidare il pavimento scuotono i capelli biondi e abbassano la testa. «Non sappiamo nulla». Centinaia di panche bianche sono pronte per essere sistemate: qui arrivano migliaia di fedeli a settimana. Sul muro della vecchia chiesetta campeggia ancora il cartello «non si accettano offerte», appeso negli anni 70. «Giuseppina non accettava neanche i fiori, invece i suoi successori chiedono solo moneta». E i soldi, sostengono gli ex adepti e i familiari di coloro che hanno sottoscritto il documento di «fedeltà e obbedienza alla Nuova Gerusalemme» nel 2014, da queste parti, non mancano.
SOLDI E FAMIGLIE DISTRUTTE
Donazioni per centinaia di migliaia di euro, gente che non possiede più nulla, che avrebbe intestato all'associazione ogni cosa posseduta. E c'è chi ne è felice «lasciatemi in pace, ho fatto la cosa giusta: ho donato tutto a Dio», afferma un uomo il cui figlio è via da anni stufo del «fanatismo», spiega il ragazzo. Sono molti che, nelle virate dell'Arca, hanno visto travolte le proprie famiglie. «Quando mi sono rifiutato di aderire alla setta, la mia ex compagna non mi ha più permesso di vedere mio figlio. Funziona così: loro pretendono che l'intero nucleo familiare aderisca al culto, chi ne è fuori non viene cacciato di casa, ma ignorato dagli altri membri della famiglia finché non va via di sua spontanea volontà, come ho fatto io». Quella di Mirko è una delle storie più drammatiche legate a Gallinaro. «Quando ho cercato di far valere i miei diritti di padre, uno del gruppo mi ha minacciato di morte. Mi hanno perseguitato, alla mia ex hanno messo gli avvocati della loro chiesa: ho denunciato tutto in Procura, non voglio che mio figlio cresca tra fanatici». Mirko ha paura. «La mia ex compagna è annientata, vive in funzione della Nuova Gerusalemme, i nostri problemi iniziarono quando scoprii che aveva fatto voto di castità su ordine del sacerdote dell'Arca: quell'uomo manovra lei e la sorella, i genitori». Ma non sono i soli. Uno dei «veggenti» è di Capua, l'altro di Gallipoli. «Si sono imparentati tra loro attraverso matrimoni», dice Anna.
OMERTÀ IN PAESE
Vive a Gallinaro ed è una delle poche persone che accettano di commentare il recente blitz all'Arca. «Vi prego, non mi fotografate: ho paura, ho tre figli: quelli sono capaci di qualsiasi cosa». La reazione di Anna (il nome è di fantasia) sembra quella di un abitante di Casapesenna durante la latitanza di Michele Zagaria. Eppure, tra chi oggi punta il dito contro Morcia e i suoi, c'è una schiera di casertani. Gente che, come risvegliatasi da un lungo torpore, dice di essere stata spogliata di ogni avere: vivono ad Alife, Trentola Ducenta, Casapulla e c'è un'agenzia immobiliare di Aversa che organizzava viaggi con bus per i pellegrini . E tanti sono coloro che, a Gallinaro, si sono addirittura trasferiti. «Per fortificarsi - spiega Anna - hanno chiesto che gli adepti venissero a vivere qua». L'agenzia immobiliare che fitta e vende casa ai fedeli che stanno popolando la terra promessa del Frusinate sarebbe, a sua volta, collegata all'associazione. Dalla chiesa di Morcia, che è riconosciuta e oltre alle donazioni riceve anche il 5permille, nessuno parla con i giornalisti. «Ci difenderemo nelle sedi opportune».
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