Caro voli, nel mirino l’algoritmo che fa salire i prezzi: ecco come funziona. Ora indaga l’Antitrust

Secondo il Codacons, i prezzi tra il 23 novembre e il 23 dicembre prossimi possono salire fino al 1260%, superando i 300 euro a biglietto

Caro voli, adesso indaga l’Antitrust nel mirino l’algoritmo che fa salire i prezzi
Caro voli, adesso indaga l’Antitrust nel mirino l’algoritmo che fa salire i prezzi
di Giacomo Andreoli
Giovedì 16 Novembre 2023, 22:55 - Ultimo agg. 17 Novembre, 17:05
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Nei giorni in cui torna lo spettro del caro-voli per Natale, come anticipato da Il Messaggero lunedì 13, l’Antitrust torna alla carica con le compagnie aeree. L’Autorità ha messo nel mirino gli algoritmi gonfia-prezzi, usati per lo più dalle low cost, per le rotte nazionali su cui oramai da mesi è più forte il sospetto di speculazione: Sardegna e Sicilia. Rotte su cui tra luglio e settembre si è registrato il braccio di ferro tra governo e Ryanair, che ha annunciato tagli per il 2024. Sempre su queste tratte, secondo il Codacons, i prezzi tra il 23 novembre e il 23 dicembre prossimi possono salire fino al 1260%, superando i 300 euro a biglietto. Questo a fronte di costi del carburante ancora alti, ma in calo anche del 45% rispetto a un anno fa, con le riserve pagate a prezzi record che in molti casi si stanno esaurendo. E i bilanci che parlano di prezzi finali più alti di molte voci di costo a carico dei vettori. Applicando i nuovi poteri garantiti lo scorso ottobre con la conversione in legge del decreto Asset, l’Authority ha quindi avviato un’indagine conoscitiva sui sistemi automatizzati per la definizione dei prezzi. Per chiuderla ci sarà un anno di tempo, fino alla fine del 2024. 

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IL MECCANISMO

Si indagheranno i possibili «effetti negativi sul funzionamento del mercato e sulle condizioni di offerta ai consumatori».

Cioè l’eventuale violazione delle leggi sulla concorrenza. Possibile l’apertura di un’istruttoria, che può portare a sanzioni anche milionarie in caso di «intese restrittive della libertà di concorrenza» (cioè cartelli tra vettori per gonfiare i prezzi) o «abuso di posizione dominante». Ma l’Agcm potrà anche imporre alle compagnie misure strutturali per eliminare eventuali distorsioni della concorrenza o raccomandare al Parlamento opportune modifiche di legge per migliorare il funzionamento dei mercati. Inoltre, se nel corso del procedimento le imprese presentano impegni, l’Autorità potrà valutarne l’idoneità a risolvere le criticità rilevate e renderli obbligatori.

Ma prima i tecnici dell’Autorithy dovranno provare a capire una volta per tutte quanto sono diffusi e come funzionano questi algoritmi. Per definire i prezzi si usano solo i dati di navigazione? O, seppur le compagnie lo neghino, anche la geolocalizzazione e le informazioni sul tipo di dispositivo da cui si cercano i biglietti? Sono in pericolo i nostri dati sensibili? Per questi motivi l’Antitrust potrebbe chiedere alle compagnie chiarimenti e dettagli tecnici sulle tipologie di software che utilizzano. Quasi impossibile, invece, avere direttamente i codici sorgente da cui tutto parte.

Per definire eventuali violazioni si considereranno anche gli aumenti dei prezzi oltre il 200% durante i periodi di alta stagionalità (quello che, prima delle modifiche al decreto Asset, era il tanto contestato “tetto ai prezzi”). Il senso dell’indagine, però, è ben più alto. Come si legge nel testo del provvedimento «in prospettiva, l’utilizzo di tecniche di intelligenza artificiale e di machine learning potrebbe consentire la definizione di algoritmi in grado di elaborare nuovi criteri di inferenza tra dati, secondo un processo di auto-apprendimento». Insomma una gestione al 100% automatica dei prezzi «basata sulla rilevazione delle strategie dei concorrenti e su un’accurata e sistematica profilazione dei clienti». Uno scenario alla Black Mirror, ma non troppo distante dalle tecnologie che già esistono.

LE REAZIONI

Alla base della decisione di avvio dell’indagine, secondo l’Antitrust, c’è il fatto che «a partire dal 2022, sono stati rilevati, da soggetti istituzionali e non, livelli di prezzo elevati in corrispondenza dei periodi di picco di domanda». I record lo scorso Natale e a Pasqua, con biglietti anche sopra i 400 euro a tratta. Proprio per i prezzi dello scorso Natale è in corso un’istruttoria, che si concluderà entro fine anno. Nel mirino Ryanair, easyJet, Wizz Air e Ita Airways. Sulle tariffe elevate di questa estate, invece, sta facendo luce la Commissione europea. 

Gongola il governo, con il ministro per le Imprese Adolfo Urso che parla di un’indagine a «dimostrazione che avevamo ragione: le norme che abbiamo introdotto stanno funzionando». Ancora presto per dirlo, ma intanto esultano anche i governatori di Sardegna e Sicilia, Christian Solinas e Renato Schifani, che avevano invocato l’intervento dell’Antitrust. La Regione Sicilia, poi, farà pagare sui voli nazionali da e verso le sue città un prezzo ridotto del 25% per alcune tipologie di residenti e del 50% ai residenti che sono disabili, studenti o hanno un Isee inferiore a 9.360 euro. 

Soddisfatte anche le associazioni dei consumatori e le opposizioni. Ma dall’Alleanza Verdi-Sinistra, che considera l’azione dell’Antitrust un atto dovuto, si chiede al governo di mettere in campo misure più concrete contro i disservizi e i sovrapprezzi, coprendo per tutte le persone che ne hanno bisogno e hanno redditi bassi parte del costo dei biglietti a prezzi record. Intanto lunedì prossimo, 20 novembre, al Mimit, Urso incontrerà le compagnie aeree per un nuovo tavolo sul mercati dei voli. Il pressing per abbassare i prezzi, in primis sulle low cost, è forte, mentre si attende per fine novembre o inizio dicembre da Bruxelles il via libera al primo atto del matrimonio Ita-Lufthansa.

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