«Lavoro - scrive - come impiegata amministrativa in una società guadagnando 1165 euro ogni mese. I miei orari di lavoro sono dalle ore 9:00 alle ore 18:00. Per me la Freccia e l'alta velocità in genere non sono un lusso ma una necessità per poter rientrare a vedere mio figlio. Con gli aumenti previsti non so se dal prossimo mese potrò permettermi di fare un abbonamento, la cifra corrisponde ad oltre un terzo del mio stipendio, sarò costretta a rinunciare al mio posto di lavoro». I costi sono insostenibili per tutti. Carmela Palatucci, vive a Salerno, ma da ben nove anni - scrive - lavoro come insegnante di sostegno nella provincia di Roma.
All'esiguità delle frecce da Salerno per Roma e viceversa ora si aggiunge questo ulteriore problema cioè l'aumento così netto del costo dell'abbonamento da 386 euro più 19 euro di estensione regionale a 521 euro a cui vanno aggiunti sempre i 19 euro di estensione regionale».
A questi - precisa - bisogna aggiungere poi il costo di 35 euro mensili di metro e altri costi in caso di permanenza nella capitale. Il problema - spiega - è che il mio stipendio è di 1200 euro mensili a cui vanno detratti 350 euro di mutuo e il costo di bollette e cibo». Per vivere resta pochissimo. La Federconsumatori si sta muovendo. Diversi presidenti regionali, primo fra tutti Sergio Chiamparino si sono mobilitati. Entro la prossima settimana verrà presentato un esposto all'Antitrust. Basterà? Gli animi sono troppo agitati. E c'è chi giura che qualcosa nelle stazioni succederà. Blocco dei treni e altro. I comitati dei pendolari (Federconsumatori) prendono le distanze da eventuali proteste che verranno organizzate. Ma la rabbia è tanta e anche la proposta di mantenere a prezzo invariato l'abbonamento mensile dal lunedì al venerdì non soddisfa tutti. Di sicuro non i pendolari campani.