Emanuela Orlandi, da un dente l'età dei resti della Nunziatura

Emanuela Orlandi, da un dente l'età dei resti della Nunziatura
di Cristiana Mangani
Sabato 3 Novembre 2018, 08:00 - Ultimo agg. 15:14
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Le prime certezze arriveranno già all'inizio della settimana: il sesso e forse anche l'età. Mentre per conoscere la data della morte e il dna della persona, i cui resti sono stati scoperti sotto un pavimento della Nunziatura apostolica di via Po, dovranno passare ancora sei-sette giorni. La volontà degli inquirenti è di fare in fretta, perché intorno al ritrovamento delle ossa nella dependance di Villa Giorgina si alimentano ogni giorno le ricostruzioni più varie, ed emergono casi mai risolti, e versioni fantastiche.
 
In questo scenario, ci sono due famiglie che aspettano con ansia e con dolore i risultati delle indagini: quella di Emanuela Orlandi e quella di Mirella Gregori. E ieri, proprio in casa della figlia del dipendente vaticano c'è stato iìun confronto. Perché le nuove indiscrezioni parlano della possibilità che uno dei due molari ritrovati con il cranio e lo scheletro, possa essere un dente del giudizio. Emanuela aveva 15 anni o poco più, Mirella era sua coetanea, troppo giovani per avere un'arcata dentaria già pienamente sviluppata. Se quindi la notizia risultasse vera, diminuirebbero le possibilità che si tratti di una delle due adolescenti scomparse. Per questa ragione, ieri, Pietro Orlandi, la mamma e le sorelle, si sono chiusi in casa, per cercare di ricordare se Emanuela avesse sviluppato il dente del giudizio, se ne avesse mai parlato, o anche se ci fossero esami effettuati dal dentista, che potessero comprovarlo. Ma, a distanza di 35 anni, sebbene la memoria voglia cercare indizi per una verità di cui i parenti hanno veramente bisogno, nessuno è riuscito a ricordare qualcosa di rilevante. E così, bisognerà aspettare i risultati definitivi, e continuare a sperare.

Gli inquirenti effettueranno una serie di analisi sui reperti e sul teschio rinvenuto da quattro operai nel corso dei lavori di ristrutturazione. Tra i documenti all'attenzione del procuratore aggiunto Francesco Caporale e del sostituto Francesco Dall'Olio, ci sono anche quelli relativi a tutti gli inquilini dell'ambasciata della Santa Sede a Roma e, in particolare, chi ha alloggiato nella dependance dove è stata fatta la scoperta.

Uno spunto investigativo, tutto da verificare, porta ad un custode che ha vissuto lì negli anni '60 e della cui moglie si sono perse le tracce improvvisamente. Nel frattempo, tra chi sta lavorando al caso, c'è chi manifesta scetticismo sulla possibilità che si tratti di una delle due ragazze, mentre altri sono portati a credere che questa volta, qualcosa di vero ci sia.
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