​Esercito, Masiello nuovo capo Sme s'insedia a Roma: «L'uniforme è una scelta di vita»

Succede a Pietro Serino. Il ministro della Difesa, Crosetto: determinante l’ammodernamento della componente terrestre

I generali Pietro Serino e Carmine Masiello nuovo capo di Stato Maggiore dell'Esercito
I generali Pietro Serino e Carmine Masiello nuovo capo di Stato Maggiore dell'Esercito
Gianni Molinaridi Gianni Molinari
Martedì 27 Febbraio 2024, 19:06 - Ultimo agg. 23:58
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Si è insediato oggi a Roma, durante una cerimonia allo stadio olimpico dell'Esercito, il nuovo capo di Stato Maggiore dell'Esercito, il generale di Corpo d'Armata, Carmine Masiello.

Succede al generale di Corpo d'Armata Pietro Serino che ha guidato la forza armata terrestre dal 2021 tra l'emergenza del Covid, con l'intervento, pochi giorni dopo il suo insediamento, del comando logistico per strutturare la campagna vaccinale, fino a questi giorni con le impegnative missioni all'estero, molte delle quali sul confine Est della Nato in funzione di deterrenza dopo l'invasione dell'Ucraina.

Masiello, nato a Casagiove (Caserta), paracadutista, ha comandato la Folgore e partecipato a numerose e delicate missioni all'estero; prima della nomina a capo di Stato Maggiore dell'Esercito era sottocapo allo Stato Maggiore della Difesa (l'ammiragio Cavo Dragone, capo dello Stato Maggiore ne ha elogiato lo spito di collaborazione e la dedizione).

Nel suo primo discorso da Capo di Stato Maggiore dell’Esercito ha ricordato proprio il suo essere paracadutista, già a capo della Folgore. «Oggi - ha detto - mi sento come mi sono sentito tante volte nella mia vita, davanti a un portellone di un aereo, pronto a lanciarmi nel vuoto». 

«Rammento quanto sia determinante l’ammodernamento della componente terrestre, divenuta nuovamente determinante nello scenario geopolitico attuale» ha detto il ministro della Difesa Guido Crosetto sottolineando «l’esigenza di dotare l’Esercito di piattaforme ruotate e cingolate che siano al tempo stesso i nodi di una sorta di rete multi-dimensionale e in grado di operare negli attuali e nei futuri scenari operativi.

Mezzi che siano piattaforme di comando e controllo, con elevati standard di protezione, capacità di ingaggio e sopravvivenza dell’equipaggio. Tutto ciò, rispettando gli impegni presi con la Nato e con l’Unione Europea, sia in termini di risorse dedicate alla Difesa, sia in termini di unità e capacità da mettere a disposizione della Difesa collettiva dell’Alleanza Atlantica. Una sfida difficile dal punto di vista politico, industriale e militare, che presuppone un’efficace cooperazione internazionale e può creare al tempo stesso sviluppo tecnologico, competitività industriale e posti di lavoro. Il programma per il rafforzamento della capacità della Componente terrestre - ha concluso - è indispensabile per l’Italia, è prioritario per l’Europa, ed è utile alla nostra economia».

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