Fuga di gas nel residence di Segrate, la mamma di Pietro sviene in obitorio: «Questo non è mio figlio»

Ha avuto un risvolto ancor più crudele la tragedia che ha colpito due famiglie di Torre Annunziata e Torre del Greco

Il residence di Segrate dove i due giovani napoletani pernottavano da qualche giorno
Il residence di Segrate dove i due giovani napoletani pernottavano da qualche giorno
di Valentino Di Giacomo
Venerdì 11 Novembre 2022, 07:00 - Ultimo agg. 18:04
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Ha avuto un risvolto ancor più crudele la tragedia che ha colpito due famiglie di Torre Annunziata e Torre del Greco. La vicenda è quella dei due ragazzi campani, di 24 e 21 anni, vittime mercoledì delle esalazioni killer di una caldaia difettosa nel residence di Segrate, lì dove i due giovani pernottavano da qualche giorno. Sin dalle prime ore dalla tragedia era stato comunicato che un ragazzo si era salvato e lottava tra la vita e la morte in ospedale, l'altro era invece deceduto. A perdere la vita è stato però Francesco Mazzacane, il 24enne di Torre del Greco, mentre in ospedale è ricoverato il suo compagno, il 21enne Pietro Caputo di Torre Annunziata. Mercoledì era stato comunicato (tristemente anche alle famiglie) l'esatto contrario: che Pietro era morto e il suo compagno in vita. Lo scambio di persona è avvenuto per un'errata interpretazione del personale del 118. Sarebbero stati i soccorritori giunti nel Linate Residence, secondo quanto ricostruito dai carabinieri della compagnia di San Donato, a fare involontariamente confusione. I documenti di Pietro Caputo erano stati ritrovati su un comodino, dalla parte del letto dov'era disteso, ormai privo di vita, il 24enne Francesco Mazzacane. Ed è per questo che era stata comunicata, anche alle due famiglie, la morte di Pietro, anziché del 24enne. 

L'errata ricostruzione è durata per circa 24 ore, fino a quando la mamma di Pietro non è giunta ieri nella sala mortuaria di Segrate per effettuare il riconoscimento pensando di trovare sul lettino il corpo esanime di suo figlio. «Non è Pietro, non è mio figlio», avrebbe esclamato la donna che poi sarebbe svenuta in seguito allo choc.

E, probabilmente, la tragedia ancor più crudele è quella che ha vissuto l'altra famiglia, quella di Francesco. I familiari si erano precipitati al Fatebenefratelli di Milano immaginando di dover pregare per le sorti di Francesco. Tutto inutile quando hanno scoperto che avvolto nella camera iperbarica c'era invece Pietro. Un crudele sliding doors dovuto ad un tragico scambio di persona. Al di là del dolore e dello choc straziante delle due famiglie, l'errore di persona è stato alimentato poi anche dai social network. Chi era amico di Pietro pensava di aver perduto per sempre il proprio caro, chi invece conosceva Francesco scriveva post di speranza e di preghiere. 

A rendere ancor più triste la storia è che Pietro e Francesco erano una coppia, già quando i due risiedevano in provincia di Napoli erano sempre insieme. Poi Francesco lo scorso mese aveva trovato un contratto da apprendistato all'Esselunga in provincia di Milano. Da un mese il 24enne risiedeva nel Linate Residence in virtù di una convenzione a prezzi agevolati tra la struttura e l'Esselunga. Poi lo scorso 3 novembre Pietro aveva raggiunto Francesco per tentare anche lui - come tanti altri giovani in arrivo dal meridione - di costruirsi un futuro al Nord. La coppia scriveva sui social «di essere felice», progettava la propria vita lontano dalla Campania. 

Intanto la procura di Milano, pm Luigi Luzi, ha aperto un fascicolo per omicidio colposo e lesioni colpose dopo i fatti avvenuti. Il pm non aveva ritenuto di inviare sul posto il medico legale, demandando all'autopsia l'accertamento sulle cause e l'orario della morte della vittima. Per ora il fascicolo d'inchiesta è aperto a carico di ignoti. Il magistrato ha ordinato la piombatura del contatore e il sequestro del vano caldaia, operato dai carabinieri guidati dal capitano Paolo Zupi. Dal residence, evacuato già mercoledì, si vuole invece evitare di parlare con i giornalisti. «Non possiamo fare dichiarazioni perché - spiegano dal Linate Residence - quello che è avvenuto è uno tsunami che ha travolto anche noi. Non possiamo parlare, ora stiamo cancellando circa 50 prenotazioni. Siamo sconvolti anche noi per quello che è successo». L'indagine della procura meneghina dovrà accertare se effettivamente il monossido di carbonio è stato sprigionato dal vano caldaia attiguo alla stanza al piano terra dove pernottavano Francesco e Pietro. I rilievi effettuati dal Nucleo biologico chimico radiologico (Nbcr) dei vigili del fuoco hanno ipotizzato che il monossido di carbonio sprigionato dalla caldaia sia giunto nella stanza dei due ragazzi attraverso l'impianto di areazione o le canaline delle prese elettriche. Da individuare eventuali responsabilità della struttura sulla manutenzione dell'impianto. 

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