Istat, Dinamica demografica - Anno 2022: sempre meno figli ma Sud in controtendenza

La crisi pandemica e le incertezze economiche potrebbero avere incoraggiato le coppie a rimandare ancora una volta i loro piani di genitorialità

Istat: sempre meno figli
Istat: sempre meno figli
di Mariagiovanna Capone
Martedì 21 Marzo 2023, 07:00 - Ultimo agg. 22 Marzo, 07:21
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Culle vuote e sempre più meridionali che decidono di lasciare l'Italia. La fotografia annuale dell'Istat mostra un Paese sempre più vecchio e vuoto, con un calo demografico che a stento riesce a compensare il positivo contributo del saldo migratorio con l'estero, dovuto soprattutto alla crisi in Ucraina. A dirlo il report «Dinamica demografica - Anno 2022» dell'Istat: al 31 dicembre 2022 i residenti italiani sono 58.850.717 ovvero 179.416 in meno, pari a -0.3% rispetto al 2021, ma la perdita di popolazione in Campania e Sicilia è la peggiore in assoluto con -0.6%. Riguardo le cancellazioni in anagrafe dovute a trasferimenti di residenza, nel 2022 in totale se ne contano 1.745.978, e anche in questo caso la Campania indossa la maglia nera tra le regioni con i deficit maggiori nel saldo migratorio interno: -24.008.

Nel 2022 c'è stato l'ennesimo record negativo di nascite.

Sono nati appena 392.598 bambini, ben 7.651 in meno rispetto al 2021, pari a -1.9%. Se globalmente le culle restano vuote, in alcune regioni del Sud c'è stato un lieve incremento pari allo 0.7%. A livello territoriale il tasso di natalità è in media nazionale pari a 6.7 per mille, ma la provincia autonoma di Bolzano si conferma la più prolifica con il 9.2 per mille, mentre la Sardegna la peggiore, 4.9 per mille. 

Secondo il dossier Istat, se l'andamento delle nascite del 2021 ha lasciato pochi dubbi sul ruolo svolto dall'epidemia nei confronti dei mancati concepimenti, più complesse sono le dinamiche alla base del calendario nel 2022. Il contesto della crisi sanitaria ancora presente nel 2021 e le conseguenti incertezze economiche potrebbero avere incoraggiato le coppie a rimandare ancora una volta i loro piani di genitorialità. L'aumento delle nascite registrato a gennaio 2022 (+3.4% in confronto allo stesso mese del 2021) è in linea con il recupero del bimestre novembre-dicembre 2021 (+10.6% rispetto allo stesso periodo del 2020). A marzo e aprile inizia un netto calo delle nascite (-10.7% e 10%), solo in parte ricompensato dall'incremento nel trimestre giugno-agosto (+3.1%). Negli ultimi mesi dell'anno il trend è sempre in discesa con picchi di forte contrazione a settembre e ottobre (-5.1% e -5%). 

Nel 2022 in Italia si registrano 713.499 decessi, circa 12mila in più rispetto all'anno precedente ma 27mila in meno rispetto al 2020, anno di massima mortalità dovuta alla pandemia. Un terzo dell'eccesso di mortalità è avvenuto in luglio e agosto (+16%) con ben 125mila decessi. La perdita complessiva di popolazione conseguita nel 2022 su base nazionale (-0,3%) non si discosta da quella del 2019 (-0,3%), ma per due regioni del Mezzogiorno va molto peggio. Campania e Sicilia, infatti, dopo aver colmato nel 2021 la perdita subita nel 2020 (rispettivamente il -1.5% e il -0.9%), nel 2022 registrano un nuovo deficit pari per entrambe a -0.6%.

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Nel 2022 in totale si contano 1.887.463 iscrizioni in anagrafe e 1.745.978 cancellazioni dovute a trasferimenti di residenza. La mobilità sta quindi continuando, mostrando incrementi moderati dei flussi migratori interni e incrementi più marcati delle iscrizioni dall'estero, accompagnati da una forte riduzione dei flussi in uscita dal Paese. I movimenti tra comuni hanno coinvolto 1 milione e 484mila persone, +4.3% rispetto al 2021, ritornando ai livelli del 2019. La Lombardia (+21.755) e l'Emilia-Romagna (+17.298) mostrano i livelli più alti del saldo migratorio interno mentre le regioni con i deficit maggiori sono la Campania (-24.008) e la Sicilia (-17.355). In rapporto alla popolazione residente, l'Emilia Romagna e la provincia autonoma di Trento evidenziano i tassi migratori netti interni più elevati (rispettivamente del +3.9 per mille e +3 per mille), la Basilicata e la Calabria i più bassi (entrambe -5.5 per mille). La ripresa dei movimenti migratori internazionali è stata consistente nel 2022, in parte dovuta alle ripercussioni della crisi internazionale a seguito dello scoppio del conflitto in Ucraina. Al 31 dicembre si contano 146mila persone provenienti dall'Ucraina con un permesso per protezione temporanea, con un picco tra aprile e giugno 2022 (56% del totale) e un consistente aumento di iscrizioni in anagrafe dall'estero di cittadini ucraini, da circa 9mila nel 2021 a 30mila nel 2022. 

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