Italia, ecco chi sono i 6 latitanti più pericolosi dopo l'arresto di Mesina

Italia, ecco chi sono i 6 latitanti più pericolosi dopo l'arresto di Mesina
di Gigi Di Fiore
Martedì 21 Dicembre 2021, 14:22 - Ultimo agg. 22 Dicembre, 11:35
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Due giorni fa, l’arresto di Graziano Mesina dopo un anno e mezzo di latitanza. La lista delle primule rosse italiane ricercate in tutto il mondo si assottiglia, ma ci sono ancora nomi di pericolosi personaggi della criminalità da anni irreperibili. Tra i primi sei, due sono campani, due siciliani, un calabrese e un sardo. Qualcuno è ricercato da oltre 25 anni.

Il ricercato che appartiene alla lugubre storia della camorra è Renato Cinquegranella, 72 anni, latitante da 19 con ricerche internazionali sollecitate nel 2018. Il suo nome riporta alla guerra tra la Nco di Raffaele Cutolo e i clan contrapposti della Nf. Cinquegranella era affiliato alla Nf e viene accusato di uno dei più violenti omicidi di quegli anni: la morte di Giacomo Frattini, detto bambulella, affiliato della Nco. Un omicidio deciso per vendicare la morte del famoso Aniello La Monica, boss di riferimento della Nf a Secondigliano. Il corpo di Frattini venne avvolto in un lenzuolo e lasciato nel bagagliaio di un’auto, ma senza la testa, le mani e il cuore, strappati dal cadavere e rinchiusi in secchetti di plastica abbandonati nella stessa auto. Ma il nome di Cinquegranella compare anche in un episodio ancora oscuro: la morte del vice questore Antonio Ammaturo, capo della Squadra mobile napoletana, ucciso il 15 luglio 1982 dalle Br sotto casa in piazza Nicola Amore insieme con l’autista Pasquale Paola. Secondo gli inquirenti, fu Cinquegranella a ospitare nella sua villa di Castelvolturno i brigatisti che uccisero Ammaturo. Circostanza che avvalora le ipotesi di un intreccio di interessi camorra-Br su quel delitto.

Più recente la carriera criminale di Raffaele Imperiale, 47 anni, originario di Castellammare di Stabia. Viene considerato uno dei più attivi narcotrafficanti nel mondo, attraverso i suoi rapporti con importanti narcos sudamericani. È stato arrestato a Dubai il 4 agosto scorso per traffico internazionale di cocaina, ma non è stato estradato in Italia per l'assenza di un trattato tra Emirati Arabi Uniti e il nostro Paese.

Figlio di un costruttore edile che fu anche ex presidente della squadra di calcio della Juve Stabia, Imperiale ha intrecciato la sua attività nel traffico di cocaina in larga scala nel mondo tra Olanda, Cile, Colombia. Buoni rapporti con ‘ndranghetisti e cartelli colombiani, ricchezze accumulate tanto che, nella sua casa napoletana, furono trovati due dipinti di Van Gogh rubati nel museo di Amsterdam. Fu lui a farli recuperare, collaborando con gli inquirenti e ottenendo una riduzione a 8 anni e 4 mesi della sua iniziale condanna a 18.

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Resta sempre al primo posto tra i ricercati d’Italia il boss mafioso Matteo Messina Denaro, 59 anni, ricercato dal 1993. L’ultimo libero tra i nomi storici di Cosa nostra, che faceva parte della commissione centrale per il mandamento di Trapani con boss del calibro di Riina e Provenzano. È colpito da mandato internazionale dal 1994 e le accuse, le ordinanze che lo riguardano sono numerose per associazione mafiosa, omicidio, strage, devastazione. Viene ritenuto tra i responsabili delle stragi mafiose degli anni 1992-1994.
Ricercato anche un altro affiliato di mafia: il palermitano Giovanni Motisi, detto u pacchiunu (il grasso), 62 anni. È irreperibile dal 1998 e deve scontare l’ergastolo. Viene considerato uno dei killer sanguinari di Cosa nostra, tra i più fidati di Riina. La sua ultima apparizione in Sicilia risale al 1999, alla festa di compleanno della figlia. C’è chi pensa sia morto, proprio come si ipotizza anche per il campano Cinquegranella, altri che sia in Francia.

A completare la lista dei sei latitanti più pericolosi d’Italia. c’è lo ‘ndranghetista Pasquale Bonavota, 47 anni, di Vibo Valentia. Viene ricercato da tre anni per associazione mafiosa e omicidio. Poi, Attilio Cubeddu, 74enne di Arzana in provincia di Nuoro. Evase nel 1997 dopo un permesso ottenuto nella casa circondariale nuorese di Badu è Carros. Scontava una condanna per sequestro di persona, omicidio e lesioni gravi. Ha fatto parte dell’anonima sequestri sarda, coinvolto nel rapimento di Giuseppe Soffiantini. C’è, anche per lui, chi ipotizza sia morto, ma le ricerche per arrestarlo sono state riaperte nel 2012. Misteri e fughe.

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