«Lo può sapere bene chi come me, in prima media, affidata come tanti altri bambini/e dai propri genitori alle sue cure durante i campeggi estivi, lo vedeva togliersi la maschera da prete integerrimo la notte, quando veniva a trovarmi nel mio sacco a pelo per sfogare tutte le sue perversioni, rindossandola la mattina, come se nulla fosse accaduto lasciandomi attonita». È uno dei passi di una lettera scritta da una ragazza che attraverso il portale "retelabuso.org" ha denunciato un presunto abuso sessuale subito da un prete, Don Alberto Lucchina, parroco delle Parrocchie di S. Maria Assunta e S. Maria Ausiliatrice in Inzago (Milano). In seguito alla pubblicazione della lettera l'Arcidiocesi di Milano ha fatto sapere in una nota che «il sacerdote ha chiesto e ottenuto una sospensione dall'incarico».
I fatti risalirebbero agli anni Novanta quando la presunta vittima frequentava ancora la scuola media e si recava in oratorio per le vacanze. «Nascosto agli occhi di tutti quelli che lo conoscono c’è un orco», ha scritto la donna che ha aggiunto come fosse sotto ricatto psicologico: «Uso la parola orco perché una bambina innocente - si legge nella lettera - nella semplicità della sua infanzia, altro nome non può esserci per descrivere chi, svelandosi dal perfetto camuffamento, si rivela in tutto il suo orrore. Per anni soggiogata dai suoi ricatti psicologici “se vuoi denunciarmi fallo pure, solo ti chiedo prima di avvisarmi così mi tolgo la vita».
LA NOTA DELL'ARCIDIOCESI DI MILANO
In seguito alla pubblicazione, domenica 11 ottobre, su una testata online, di una lettera di una persona che denuncia di avere subito un abuso di natura sessuale negli anni novanta, che avrebbe come responsabile don Alberto Lucchina, l'Arcidiocesi di Milano fa sapere in una nota che «il sacerdote ha chiesto e ottenuto una sospensione dall'incarico di parroco delle Parrocchie di S.