Torino, blitz contro gli antagonisti No Tav di Askatasuna: 16 misure cautelari
Tav, ripartono i lavori in Italia dopo tre anni. Radicova: «Ora accelerare i tempi»

«Non mi pento di nulla. Non ho paura e sarei pronta a occupare di nuovo la strada. Vengano pure», aveva detto la donna, alle spalle circa duecento evasioni dagli arresti domiciliari. Per oltre un'ora decine di No Tav, scesi in strada, hanno bloccato l'auto dei carabinieri, con l'anziana a bordo. «Speravate di fare questa porcata di nascosto tra Natale e Capodanno», hanno urlato ai militari tra insulti e sfottò. Sui social, la consigliera regionale M5s Francesca Frediani dice di provare «disgusto».
«E adesso? - scrive in un post su Facebook - Siete contenti? Voi sostenitori del Tav non provate vergogna per quello che sta succedendo? Una grande opera inutile detta legge nel nostro territorio». Solidarietà «umana, politica e istituzionale» viene espressa nei confronti dell'arrestata anche dal sindaco di Napoli, Luigi De Magistris: «meriterebbe una medaglia in un Paese normale». Insieme con Nicoletta Dosio, lo scorso novembre anche altre undici persone erano state raggiunte da una raffica di ordini di carcerazione. Anarchici e militanti del centro sociale Askatasuna, volti noti delle proteste di piazza, che sette anni fa occuparono l'autostrada, danneggiarono l'impianto di videosorveglianza e bloccarono le sbarre del casello con del nastro adesivo, in modo che gli automobilisti potessero passare senza pagare il pedaggio.
Gli agenti della Digos avevano individuato i responsabili della protesta, degli insulti alle forze dell'ordine e delle minacce ai casellanti.
E lo scorso giugno la Cassazione ha confermato le condanne, rendendole definitive. Ora l'esecuzione. L'arresto di Nicoletta Dosio, insegnante di greco in pensione e volto della lotta al 'supertrenò, è l'ennesima tegola che si abbatte negli ultimi mesi sul movimento No Tav. Lo scorso 18 dicembre Mattia Marzuoli e Giorgio Rossetto, storici capofila del centro sociale Askatasuna, sono stati raggiunti da un'ordinanza di custodia cautelare in carcere per l'attacco al cantiere della Torino-Lione del 27 luglio. Per gli investigatori della Digos «sono i registi di quegli episodi di violenza».
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