Omicidio Saman, caccia alla madre: ora è l'unica latitante dei familiari indagati. La Procura: «Storica estradizione dal Pakistan»

«Non era mai accaduto che un'estradizione attiva venisse concessa dal Pakistan»

Omicidio Saman, caccia alla madre: è l'unica latitante dei familiari indagati. La Procura: «Storica estradizione dal Pakistan»
Omicidio Saman, caccia alla madre: è l'unica latitante dei familiari indagati. La Procura: «Storica estradizione dal Pakistan»
Venerdì 1 Settembre 2023, 17:12 - Ultimo agg. 2 Settembre, 15:54
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Manca solo la madre di Saman: tutti gli altri familiari indagati per l'omicidio della diciottenne pakistana sono in carcere. Con la consegna all'Italia del padre Shabbar Abbas, i quattro familiari uomini accusati di aver ucciso la giovane Saman sono stati tutti presi eccetto la  madre madre, Nazia Shaheen, latitante da 28 mesi, presumibilmente in Pakistan, nella regione del Punjab dove è stato trovato a metà novembre il marito fuggito con lei il primo maggio 2021, la mattina dopo l'omicidio avvenuto nella zona di Novellara (Reggio Emilia).

Ma carabinieri e Procura di Reggio Emilia non hanno intenzione di fermarsi. «Il quadro cautelare non è completato e continueremo a lavorare perché l'ordinanza venga integralmente eseguita», ha detto in conferenza stampa il procuratore Gaetano Calogero Paci.

«Nessuno di noi mollerà», ha confermato il comandante del nucleo investigativo dell'Arma reggiana, maggiore Maurizio Pallante.

Proprio l'ufficiale ieri è volato a Islamabad e ha accompagnato sull'aereo dell'Aeronautica militare, atterrato poco dopo mezzanotte a Ciampino, il 47enne pachistano, rimasto in silenzio per tutto il viaggio. Dopo un passaggio tecnico a Rebibbia, Abbas è stato trasferito nel carcere di Modena, così da non avere contatti con gli altri tre imputati detenuti a Reggio Emilia: il fratello e zio di Saman Danish Hasnain e i nipoti Nomanhulaq Nomanhulaq e Ikram Ijaz.

Non è previsto dalle norme che venga sottoposto a interrogatorio come conseguenza dell'estradizione, ma se lo vorrà Abbas potrà chiedere di essere sentito o fare dichiarazioni spontanee nell'aula della Corte di assise. Dove potrà essere presente fra una settimana, l'8 settembre, quando è in programma una testimonianza che si annuncia carica di tensione. Sul banco siederà infatti il fratello della vittima, all'epoca dei fatti minorenne: una voce chiave nel costruire l'accusa contro i suoi stessi familiari, in particolare contro lo zio Danish. Mentre il processo sta vivendo le sue battute decisive, tra gli inquirenti reggiani c'è soddisfazione per i risultati ottenuti in un'indagine partita in salita.

A maggio 2021 mancava il corpo della vittima, uccisa per aver rifiutato un matrimonio combinato, e i presunti responsabili erano andati tutti all'estero. Invece, via via, sono stati tutti rintracciati, tranne la madre, il cadavere a novembre scorso è stato trovato e adesso è arrivata anche l'estradizione del padre.

Un esito storico: «È la prima volta che una estradizione attiva viene concessa dal Pakistan, non era mai successo», ha detto Paci, aggiungendo che quanto avvenuto «fa anche ben sperare su una buona prospettiva di riuscita di un accordo più ampio», tra i due Stati, che «sappiamo essere in fase di gestazione, per creare un sistema di relazioni bilaterali più stabile». Per il capo della Procura il risultato è «un esempio di perfetta funzionalità e anche di credibilità del sistema giudiziario e istituzionale italiano». Dopo una serie di rinvii e inciampi, «che non facevano sperare in un risultato con tempi rapidi», c'è stata un'accelerazione. Il 4 luglio l'ok dei giudici, poi il consenso del governo uscente, all'unanimità: «Le autorità pachistane - ha detto ancora Paci - hanno compreso che non si intendeva attentare ai valori di quel Paese», ma seguiva una procedura di giustizia riconosciuta sul piano internazionale, che richiede la consegna di tutti coloro che sono riconosciuti o anche solo indiziati di un delitto grave come un omicidio, indipendentemente dal sistema valoriale del Paese.

Anche in Pakistan «il caso ha destato commozione». Ieri, la svolta, con il volo dell'Aeronautica organizzato rapidamente e la consegna dell'imputato alle forze di polizia italiane, avvenuta nel giro di un'ora.

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