Si finge pentito per uccidere la pm durante l'interrogatorio, il piano choc (poi fallito) di un detenuto

A idearlo Pancrazio Carrino, 42enne coinvolto nell'operazione "The Wolf"

Si finge pentito per uccidere la pm durante l'interrogatorio: il piano choc (poi fallito) di un detenuto
Si finge pentito per uccidere la pm durante l'interrogatorio: il piano choc (poi fallito) di un detenuto
Giovedì 15 Febbraio 2024, 16:46 - Ultimo agg. 16 Febbraio, 07:03
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Ha finto di voler collaborare con la giustizia solo per uccidere la pm Carmen Ruggiero, tagliandole la gola nel corso dell'interrogatorio. Un piano choc quello di Pancrazio Carrino, 42enne arrestato lo scorso luglio nell'ambito dell'operazione chiamata "The Wolf", che portò la magistratura salentina a smantellare il clan Lamendola-Cantanna, ritenuto di stampo mafioso. A sventare l'omicidio un carabiniere, che dopo averlo perquisito si è accorto dell'arma.

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La vicenda

Un detenuto avrebbe finto di voler collaborare con la giustizia solo per essere interrogato dalla pm della Dda di Lecce, Carmen Ruggiero, e per tagliarle la gola durante l'incontro.

Il piano, poi fallito, sarebbe stato ideato dal 42enne Pancrazio Carrino, uno degli indagati coinvolti nell'operazione chiamata "The Wolf" che portò la magistratura salentina, nel luglio 2023, a smantellare il clan Lamendola-Cantanna. Il bersaglio era proprio la pm titolare dell'inchiesta, Carmen Ruggiero, che ottenne dalla gip Francesca Mariano l'ordinanza di custodia cautelare a carico di 22 persone. Sia Ruggiero sia Mariano finirono sotto tutela. Alla giudice Mariano è stata assegnata una scorta con auto blindata dopo che le è stata lasciata sotto casa una testa di capretto con un coltello conficcato. Circa due settimane dopo l'arresto, il 31 luglio scorso, Carrino - emerge dal suo verbale di interrogatorio del 23 ottobre - tenne un primo incontro con gli investigatori salentini alla presenza della pm Ruggiero. In questa circostanza il detenuto avrebbe dovuto tagliare la gola alla pm. Il piano però fallisce.

La confessione

È lo stesso Carrino a confessare l'attentato sventato nel secondo interrogatorio, del 23 ottobre scorso, che si tenne non più nel carcere di Lecce ma in quello di Terni, dove il detenuto era stato frattanto trasferito. Qui Carrino si ritrova davanti il pm umbro Raffaele Pesiri e non più la Ruggiero (che aveva delegato il suo collega del posto). Carrino rivela che al primo interrogatorio si era presentato con un pezzo di ceramica prelevato dal bordo interno del water (avvolto in un sacchetto della spazzatura) della cella di isolamento in cui si trovava. Il sacchetto lo infila nel retto, poi chiede di andare in bagno dove recupera l'arma e la infila negli slip, pronta per l'uso. All'uscita dal bagno viene perquisito dal tenente dei carabinieri Alberto Bruno, all'epoca in servizio a San Vito dei Normanni (ora a Matera) che gli toglie il pezzo di ceramica. Subito dopo compare davanti agli investigatori e alla pm Ruggiero alla quale dice di voler collaborare con la giustizia e, per essere convincente, fa alcune rivelazioni, che successivamente ritratterà.

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