Roma, il finto broker e la maxi truffa da 1,5 milioni: chi è Stefano Sambrotta, i soldi degli investitori finivano in un fondo fantasma

L’8 novembre dovrà presentarsi davanti al gip e difendersi dall’accusa di esercizio abusivo di attività finanziaria, truffa e autriciclaggio, avrebbe fatto svanire nel nulla un milione e mezzo di euro

Roma, il finto broker e la maxi truffa da 1,5 milioni: chi è Stefano Sambrotta, i soldi degli investitori finivano in un fondo fantasma
di Valentina Errante
Venerdì 4 Agosto 2023, 00:06 - Ultimo agg. 14:37
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Lo schema era quello classico: proposte di investimento che avrebbero garantito margini da capogiro. E risparmi svaniti. Ma in questo caso il “mago della finanza” aveva anche un pizzico di fantasia: annunciava, in via riservata, ai clienti un crollo imminente della Borsa, in modo da farsi affidare i risparmi che avrebbe depositato all’estero. Alla fine Stefano Sambrotta, sedicente broker, che l’8 novembre dovrà presentarsi davanti al gip e difendersi dall’accusa di esercizio abusivo di attività finanziaria, truffa e autriciclaggio, avrebbe fatto svanire nel nulla un milione e mezzo di euro. Una buona parte se li sarebbe giocati online, perché il suo problema, stando alle verifiche degli inquirenti, era anche la ludopatia. Così i risparmi degli investitori sarebbero finiti su carte prepagate da utilizzare per ricaricare conti di gioco online, come “William Hill Malt” o Betfair Italia”. I fatti si sarebbero verificati tra il 2021 e il 2022. sambrotta contattava i clienti via email, ma anche attraverso l’intervento di professionisti e congiunti, che sponsorizzavano la sua attività di broker ed esperto di finanza, e quando ne carpiva la fiducia li convinceva ad affidargli i soldi, che sarebbero finiti su un fondo svizzero inesistente. E adesso tra le parti lese indicate dalla procura, oltre ai clienti c’è anche la Consob.

LA TRUFFA

Quanti fossero realmente gli investitori che si sono affidati a Sambrotta non è chiaro, perché a denunciare sono stati solo in otto.

Ai clienti «un numero indeterminato», si legge nel capo di imputazione, il sedicente broker proponeva la sottoscrizione di quote dell’inesistente fondo comune denominato “Omnibus”, dichiaratamente gestito dall’inesistente società svizzera “Kripteya sa”. E, come scrive nella richiesta di rinvio a giudizio il pm Giovanni Bertolini, «predisponeva e faceva sottoscrivere - controfirmando lui stesso i contratti di finanziamento del fondo Omnibus - e indicava come conto corrente della società un deposito Unicredit, di cui in realtà era il titolare». Poi incassava le somme.

IL CROLLO DELLA BORSA

Ad alcuni investitori Sambrotta avrebbe annunciato l’imminente crollo «con relativo crack finanziario nazionale». E per salvare i risparmi suggeriva ai clienti di trasferire i risparmi all’estero, in Svizzera. Ma di fare presto. Poi si offriva come intermediario, garantendo che i risparmi erano finiti su un deposito della Banque cantonale di Ginevra. E al cliente consegnava anche la documentazione. Tutta falsa i soldi oltre 200mila euro erano sempre rimasti nelle sue tasche. Ma i soldi finivano su otto carte prepagate che utilizzava per giocare online. Circostanza che gli costa anche l’accusa di autoriciclaggio. «Ci troviamo di fronte all’ennesima truffa perpetrata in danno di persone che hanno affidato i risparmi di una vita a sedicenti operatori finanziari, abili a carpirne la fiducia e l’amicizia - commenta l’avvocato Giancarlo Ascanio che rappresenta le parti lese - Ciò che lascia interdetti - aggiunge - è che tutti possano rimanere coinvolti in vicende del genere che continuano a reiterarsi con lo stesso schema anche, se non soprattutto, a causa di un sistema bancario che non pone adeguata attenzione alle movimentazioni finanziarie anomale sui conti correnti». 

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