Trading online, prima la mail poi la truffa: «Così hanno svuotato il conto di un pensionato napoletano»

La disavventura di G.D.S., 80 anni, pensionato napoletano ridotto sul lastrico

Trading online, prima la mail poi la truffa
Trading online, prima la mail poi la truffa
di Giuseppe Crimaldi
Mercoledì 22 Febbraio 2023, 12:00
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Non solo ti promettono lauti guadagni, dopo qualche settimana i soldi te li fanno pure comparire sul conto corrente. Lo specchietto per le allodole, anzi, è proprio questo: l'investimento rende. Ma dura poco, perché l'entusiasmo si sgonfia presto, e quando ci si accorge di essere finiti in quell'arena senza regole che è il web delle truffe online, purtroppo è già troppo tardi.

È la nuova frontiera delle frodi telematiche: quella che riporta al trading online, investimenti che si affidano via internet generalmente a banche o finanziarie verificate, ma purtroppo spesso anche a truffatori senza scrupoli. Un fenomeno che sta assumendo contorni allarmanti, come confermano le centinaia di denunce che inondano gli uffici della Polizia Postale in tutta Italia. Anche a Napoli si registra un'impennata di denunce, e quella che segue è la brutta avventura capitata al signor G.D.S., 80 anni, pensionato napoletano che - dopo una vita di lavoro e di sacrifici economici - si è visto svuotare il conto corrente, dopo avere aderito ad un'offerta farlocca che prometteva guadagni attraverso investimenti in borsa.

G. non è uno sprovveduto. Maneggia internet, naviga online, e una sera di metà novembre risponde ad una email che gli è comparsa sul computer: è un'offerta che si presenta sotto forma di »Lettera di prova dei fondi» spedita nientemeno che dal London Stock Exchange con il timbro (ovviamente contraffatto) della Barclays Bank, con tanto di firma del direttore dei servizi finanziari.

In calce a quella missiva di posta elettronica c'è un link azzurro: l'anziano cede alla curiosità, ci clicca su e risponde alla proposta di adesione fornendo anche le proprie generalità. L'errore fatale lo commette indicando, tra l'altro, le coordinate bancarie del proprio conto corrente, e non sa che a quel punto la frittata è stata già fatta.

Passano un paio di settimane e G. riceve una nuova comunicazione: i primi 3000 euro investiti sono andati a buon fine, e lui ci ha persino guadagnato un 30 per cento. «Allora funziona», pensa. E prosegue. Ma i sogni muoiono all'alba, e quando di mezzo ci sono le frodi informatiche anche prima. A gennaio iniziano le brutte notizie: il fondo investito, che nel frattempo l'80enne ha pensato a rimpinguare con nuovi versamenti, inizia a ridursi progressivamente. Diecimila, ventimila euro. Fino ai giorni nostri, quando si accorge finalmente di essere finito in un ingranaggio infernale dal quale non può più uscire. Alla fine trova il coraggio di parlarne con la famiglia, e d è drammatico dover confessare di aver perduto 57mila euro, quasi tutti i suoi risparmi.

La famiglia decide di rivolgersi ad un avvocato, il penalista Carlo Bianco, e la strada più diretta per cercare di recuperare almeno parte dei soldi che gli sono stati sottratti è quella della denuncia. Ma recuperare quei bonifici non sarà facilissimo. Indagini in corso della Polposta del compartimento di Napoli guidato dalla dirigente Maria Rosaria Romano. Gli investigatori stanno cercando di approfondire anche un altro aspetto inquietante di questa brutta storia: tra le informazioni richieste alla vittima, i truffatori avrebbero infatti imbastito anche una rete di scambi di confidenze e notizie familiari, fino a farsi inviare le foto dei nipoti minori. 

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Il trading online - quello legale - è un modo di investire in borsa. Lo si può fare da casa e dal proprio computer. Prima di tutto bisogna aprire un account presso un broker finanziario. E bisogna studiare molto e praticare altrettanto. Perché i mercati sono difficili ed è facile perdere in tempi anche rapidissimi ingenti quantità di denaro. Poi però ci sono le truffe, che rientrano nella categoria del «phishing», una tecnica usata dai truffatori per accedere al denaro o ai dati personali delle vittime. I malintenzionati potrebbero ad esempio cercare di accedere al conto corrente di una persona, rubando il suo numero di carta di credito, o addirittura convincere la vittima a effettuare un bonifico a loro favore (che è poi il caso del signor G.).

Esiste un motivo ben preciso per cui sempre più truffatori ricorrono a questa tecnica, che sfrutta la cosiddetta ingegneria sociale, ossia una serie di tecniche che fanno leva su sentimenti innati nelle persone, quali la fiducia, la paura, l'avidità o l'altruismo. Il criminale informatico cerca di evocare questi sentimenti, suscitando panico o altre emozioni che potrebbero offuscare la capacità di giudizio della vittima, e ne approfitta per sottrarle denaro o dati sensibili. 

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