Test Covid positivo ma è finto
venduto a 70 euro, c'è l'inchiesta

Test Covid positivo ma è finto venduto a 70 euro, c'è l'inchiesta
Sabato 16 Aprile 2022, 16:35 - Ultimo agg. 16:37
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Da 70 a cento euro in cambio di un test Covid positivo ma finto e quindi, dopo che fosse stata certificata la guarigione, dal virus in realtà mai contratto, il Green pass in maniera indebita: è quanto si faceva pagare - in base all'accusa - il collaboratore di una farmacia di Foligno messo agli arresti domiciliari nell'ambito di un'indagine condotta dai carabinieri e coordinata dalla procura della Repubblica di Spoleto. Gli inquirenti hanno sottolineato che i responsabili e gli altri dipendenti della farmacia sono risultati totalmente estranei ai fatti contestati. La direzione della struttura ha anche «collaborato fattivamente con la polizia giudiziaria».

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Dall'indagine è emerso che nessuna delle persone sottoposte al finto test era vaccinata contro il Covid.

E - in base a quanto appreso dall'Ansa - andavano appositamente alla farmacia, anche da altri comuni, avendo prima preso accordi con l'arrestato. Scopo del referto di positività era quindi, sempre an base all'accusa, di ottenere indebitamente la falsa certificazione verde, al termine del periodo minimo di isolamento. Gli accertamenti ancora in corso riguardano i canali di comunicazione che consentivano l'incontro fra domanda e la presunta offerta corruttiva. A carico del collaboratore della farmacia è stata intanto eseguita una misura cautelare per corruzione e falsità in documenti informatici pubblici con efficacia probatoria. L'uomo è accusato in particolare di avere «più volte», in cambio del denaro, simulato l'accertamento della positività al Covid e di avere inviato all'autorità sanitaria falsa documentazione attestante l'esito del test antigienico. Oltre al collaboratore sono attualmente sottoposte a indagini nove persone, ritenute corruttori e concorrenti nelle singole falsità. Per la procura di Spoleto la richiesta di un corrispettivo non elevato «può però ampliare la platea dei potenziali corruttori».

Secondo i magistrati «condotte quali quelle contestate agli indagati non provocano solo l'accesso di persone non vaccinate e non immunizzate a luoghi riservati ai possessori di Green pass, ma anche l'alterazione dei dati statistici sulla base dei quali le autorità sanitarie stabiliscono la portata e la durata di misure restrittive della circolazione di tutti i cittadini».

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