Quando ha riaperto gli occhi, ha chiesto subito ai sanitari: «Dove sono i miei genitori?». Poi ha visto accanto a sé mamma Chiara e papà Luigi, commossi e felici. Distesa su un letto d'ospedale, dolorante per le ferite e intontita dai farmaci, si è comprensibilmente inquietata: «Cos'è successo?». Ci vorrà qualche giorno perché possa ritrovare la lucidità, ma la buona notizia è che ieri pomeriggio Marta Novello si è risvegliata dal coma e ha ripreso a respirare autonomamente, dopo due interventi chirurgici e 48 ore dopo essere stata accoltellata da un 15enne mentre faceva una corsa a Marocco, il quartiere di Mogliano Veneto in cui vivono entrambi.
Per ora il movente dell'aggressione resta misterioso.
«Marta ha avuto diverse lesioni al torace ha sottolineato il dottor Formentini, direttore dell'ospedale riportando uno pneumotorace (presenza di aria nello spazio pleurico, ndr.) a entrambi i polmoni. Poi un'importante ferita all'addome, tanto che è stata eseguita una laparotomia esplorativa per accertare eventuali complicanze interne. Diversi tagli al volto e in altre parti del corpo sono stati suturati dai chirurghi plastici. Poi è stato effettuato un intervento al terzo dito della mano destra per la lesione del tendine, una tipica ferita da difesa».
Nel tentativo di allontanare il suo aggressore, Marta ha cercato di proteggersi con le mani, ma non è riuscita a parare la ventina di colpi inferti con un coltello da cucina, una lama lunga una decina di centimetri. «Medici e infermieri sono rimasti molto colpiti, per l'efferatezza e per la giovane età: questa ragazza potrebbe essere la nostra figlia», ha dichiarato Formentini a Ore 14 su Rai .
Un altro motivo di preoccupazione è legato al fatto che la vittima è rimasta per lunghi minuti in un fossato con acqua stagnante, esponendosi al rischio di infezioni. Per questo l'attenzione rimane alta, malgrado la soddisfazione per il risveglio, un po' agitato com'è normale che sua in conseguenza di simili traumi fisici e psichici. La 26enne è apparsa infatti confusa, quando ha ripreso conoscenza e ha chiesto cosa stesse accadendo, ma è stata subito confortata dai familiari, ai quali è stato concesso solo un breve colloquio per non stancarla troppo in quei primi attimi di coscienza.