Moglie del bandito ucciso occupa
la casa Ater: "Non me ne vado"

Moglie del bandito ucciso occupa la casa Ater: "Non me ne vado"
di ​ Paolo Calia
Sabato 19 Marzo 2016, 13:28
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TREVISO - «Voglio dare un futuro diverso ai miei figli. E da qui non me ne vado». Cristina Albini, moglie di Albano Cassol, rimasto ucciso nel febbraio scorso dai colpi sparati dal benzinaio vicentino Graziano Stacchio mentre stava partecipando a una rapina in gioielleria Nanto, lancia il guanto di sfida a Ezio Dan, sindaco di Fontanelle.
 



Da mercoledì occupa abusivamente un appartamento Ater di via Bornia nella frazione di Lutrano. Un appartamento al primo piano del civico 56, completamente inagibile. L'Ater avrebbe dovuto sistemarlo per poi metterlo a disposizione del Comune che ha già programmato di destinarlo a una famiglia in graduatoria per le case popolari. Cristina, con quattro dei cinque figli, c'è entrata di nascosto. Ha approfittato di una finestra aperta sul retro. Si è infilata dentro, ha aperto la porta e fatto entrare la prole. Con lei ci sono il figlio maggiore di 19 anni, poi quelli di 8, 5 e l'ultimo nato che compirà un anno a giugno...

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