Cannoni Caesar, l'arma della svolta per la controffensiva ucraina. «È un incubo per i russi, ne eliminiamo di più»

Può sparare fino a sei colpi al minuto a 50 chilometri di distanza. Il vice ministro della Difesa ucraino Hanna Maliar: "I nemici si sentono braccati"

Caesar, l'arma della svolta per la controffensiva ucraina. «È un incubo per i russi, ne eliminiamo di più»
Caesar, l'arma della svolta per la controffensiva ucraina. «È un incubo per i russi, ne eliminiamo di più»
Alessandro Rosidi Alessandro Rosi
Venerdì 6 Ottobre 2023, 19:15 - Ultimo agg. 8 Ottobre, 09:48
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Un vero e proprio incubo per i russi. È il sistema di artiglieria semovente francese Caesar, che prende in prestito il nome dall'imperatore romano. In Ucraina è arrivato a inizio 2022. E da allora ha contribuito a cambiare il corso della guerra, soprattutto per la controffensiva. In breve tempo è diventato un elemento indispensabile nella lotta contro l'artiglieria russa. Tanto che altri obici sono in arrivo dagli alleati della Nato.

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Colpi fino a 40km

«Con l'arrivo dei CAESAR le regole del gioco sono cambiate», scrive su Telegram il vice ministro della Difesa ucraino Hanna Maliar.

L'obice francese da 155 mm è in grado di sparare fino a 50 chilometri con l'utilizzo dei proiettili intelligenti Excalibur. È diventato «un vero e proprio incubo per i russi, che potevano solo sognare una simile gittata».

 

Sei colpi al minuto

Il sistema di controllo digitale del fuoco assicura il puntamento automatico dell'obice, che può sparare fino a sei colpi al minuto. Non solo. Riesce anche ad abbandonare rapidamente la posizione di tiro e quindi non essere più sotto il fuoco nemico. L'isola dei Serpenti è stata liberata proprio grazie a questa nuova arma.

Più munizioni

Ci sono state poi delle modifiche agli obici. Alcuni più recenti sono arrivati dalla Danimarca. E grazie al nuovo telaio la capacità di munizioni è aumentata da 18 a 30 proiettili. Ciò significa «più nemici eliminati». Una vera e propria spina nel fianco di Mosca. «Oggi talmente odiati dai russi da essere costantemente braccati da droni kamikaze nemici come i Lancet. Tuttavia, la loro rapidità di fuoco, mobilità e manovrabilità gli consentono di sopravvivere sul campo di battaglia».

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