LA GUERRA

Guerra Israele Hamas, Meloni a Tel Aviv incontra Netanyahu: «Combatteremo l'antisemitismo oggi come ieri». Israele: entreremo a Gaza per distruggere Hamas

Gli aggiornamenti in tempo reale sul conflitto

Guerra Israele Hamas, Meloni a Tel Aviv incontra Netanyahu: «Combatteremo l'antisemitismo oggi come ieri». Israele: entreremo a Gaza per distruggere Hamas
Guerra Israele Hamas, Meloni a Tel Aviv incontra Netanyahu: «Combatteremo l'antisemitismo oggi come ieri». Israele: entreremo a Gaza per distruggere Hamas
Sabato 21 Ottobre 2023, 00:05 - Ultimo agg. 22 Ottobre, 09:07

Miliziano Hamas aveva istruzioni per attacco chimico

Uno dei miliziani di Hamas rimasto ucciso nell'attacco del 7 ottobre aveva una chiavetta Ubs contenente istruzioni per la produzione di «un dispositivo per la dispersione di cianuro». È quanto si legge in un documento classificato del ministero degli Esteri israeliano, ottenuto da Axios. Il sito americano rivela, anche sulla base delle rivelazioni di due funzionari israeliani, che il ministero israeliano ha inviato questo documento a decine di sue ambasciate nel mondo, compresa quella di Washington, sotto il titolo: «le intenzioni di Hamas di usare armi chimiche». Secondo l'intelligence israeliana, le istruzioni contenute nella chiavetta fanno parte di un manuale di al Al Qaeda del 2003. «Questo ritrovamento segnala un'intenzione di Hamas di usare armi chimiche come parte dei suoi attacchi terroristici contro i civili», si legge nel cablogramma inviato alle diverse sedi diplomatiche che sono state invitate a comunicare, in modo riservato, queste informazioni ai governi dei Paesi ospitanti senza diffonderle pubblicamente.

Meloni a Netanyahu: garantire accesso umanitario a Gaza

«A seguito della partecipazione al Vertice per la Pace del Cairo, il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, si è recato in Israele per portare un messaggio di solidarietà e vicinanza dell'Italia dopo il tragico attentato terroristico di Hamas contro civili inermi lo scorso 7 ottobre». Lo riferisce una nota di Palazzo Chigi. «Il colloquio con il Primo Ministro, Benjamin Netanyahu, è stato un'occasione per avere un aggiornamento sulla situazione e fare il punto alla luce della Conferenza del Cairo - viene spiegato -. Il Presidente del Consiglio, nel ribadire il pieno diritto di Israele a difendersi secondo il diritto internazionale e a vivere in pace, ha sottolineato l'importanza di garantire l'accesso umanitario a Gaza e una prospettiva di pace per la regione».

Qatar: ottimisti su prossimo rilascio degli ostaggi civili

Un alto funzionario del Qatar, Majed Al-Ansari, consigliere del ministero degli esteri, ha detto, citato dai media israeliani, di essere ottimista sul fatto che tutti gli ostaggi civili trattenuti da Hamas saranno rilasciati presto, spiegando che il rilascio dei due ostaggi americani di ieri non è stato che il primo passo. «La liberazione ha avuto luogo in un quadro che conferma la positiva intenzione di rilasciare gli ostaggi».

Meloni, colloquio telefonico con Herzog

La premier Giorgia Meloni ha avuto un colloquio telefonico con il presidente israeliano Isaac Herzog. Lo ha fatto sapere la stessa presidenza israeliana secondo cui la premier ha espresso condanna dei brutali attacchi da parte di Hamas e ha ribadito il suo sostegno per il diritto di Israele e il suo dovere di difendersi.

Netanyahu a Meloni: vinceremo battaglia contro barbarie

«Dobbiamo sconfiggere questa barbarie: è una battaglia tra le forze di civiltà e barbari mostri che hanno ucciso, mutilati, violentato, decapitato, bruciato persone innocenti. Questo è un test, un test di civiltà. E lo vinceremo». Lo ha detto il premier israeliano Benyamin Netanyahu a Giorgia Meloni nel loro incontro a Tel Aviv, ringraziandola per essere «venuta in questi tempi bui». «Ci aspettiamo che tutti i Paesi che hanno combattuto l'Isis, combattano Hamas», ha concluso.

Meloni a Netanyahu: combattere antisemitismo oggi come ieri

«Sono felice di essere qui. Ho pensato che fosse molto importante venire qui di persona per portare la solidarietà del governo italiano e del popolo italiano, e per dirti che dalle immagini che abbiamo visto per noi è incredibile quello che è successo due settimane fa. Mostrano qualcosa più di una semplice guerra, mostrano la volontà di cancellare gli ebrei da questa regione ed è un atto di antisemitismo. E dobbiamo combatterlo, oggi come ieri». Lo ha detto la premier Giorgia Meloni rivolgendosi al primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, dopo l'incontro a Tel Aviv.

 

Biden: Usa impegnati a proteggere civili a Gaza

«Gli Stati Uniti restano impegnati a garantire che i civili a Gaza continuino ad avere accesso a cibo, acqua, cure mediche e altra assistenza, senza deviazioni da parte di Hamas». Lo ha dichiarato il presidente degli Stati Uniti Joe Biden dopo l'ingresso del primo convoglio di aiuti. «Continueremo a lavorare con tutte le parti per mantenere operativo il valico di Rafah per consentire il movimento degli aiuti che sono indispensabili per il benessere della popolazione di Gaza, e per proteggere i civili, in linea con gli obblighi previsti dal diritto umanitario internazionale», ha sottolineato il presidente americano.

Meloni-Netanyahu, un'ora di colloquio

È terminato da pochi minuti il colloquio a Tel Aviv tra la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il primo ministro d'Israele Benjamin Netanyahu. Il faccia a faccia è durato oltre un'ora.

Meloni a Tel Aviv, colloquio con Netanyahu

È in corso il colloquio tra il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e la presidente del Consiglio Giorgia Meloni a Tel Aviv.

Esercito israeliano: «Entreremo a Gaza»

«Entreremo a Gaza. Inizieremo una missione operativa e professionale per distruggere gli agenti di Hamas, le infrastrutture di Hamas, e terremo in mente anche le immagini, le scene e i caduti dello Shabbat di due settimane fa». Lo ha detto il capo di stato maggiore dell'esercito Herzi Halevi riferendosi all'attacco di sabato 7 ottobre.

Meloni a Tel Aviv

La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, è giunta all'aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv, accolta dall'ambasciatore d'Italia in Israele, Sergio Barbanti.

Summit per la pace: salta la dichiarazione finale

Il summit per la pace al Cairo si è concluso senza dichiarazione finale condivisa da tutti i partecipanti, ma solo con un comunicato della presidenza egiziana che ha promosso il vertice. Il motivo sono le divergenze fra le diplomazie del gruppo dei Paesi arabi con quello occidentale, spiega Sky News Arabia citando fonti diplomatiche di alto livello. «I rappresentanti occidentali - dicono le fonti - volevano che la dichiarazione includesse solo una condanna di Hamas, mentre si rifiutavano di condannare Israele per l'uccisione di migliaia di civili a Gaza o di chiedere un cessate il fuoco urgente e l'ingresso di aiuti nella Striscia».

Hezbollah: morto nostro primo soldato

Hezbollah ha annunciato l'uccisione del primo soldato dell'organizzazione a seguito dell'intenso scambio di fuoco con Israele avvenuto verso il villaggio di Houla, nel settore orientale del sud del Libano, nei pressi della Linea Blu. Lo riferiscono Haaretz e Al Jazeera.

Israele: le case usate da Hamas obiettivi legittimi

Per Israele è cambiata la definizione di ciò che costituisce «un obiettivo legittimo» a causa dell'uso delle strutture civili fatto da Hamas. Lo ha detto una fonte militare spiegando che Hamas «ha cambiato una casa privata in un obiettivo legittimo. Chiunque sostenga quella casa, è un obiettivo legittimo». La stessa fonte ha poi detto che l'esercito non colpirà le zone a Gaza dove viene distribuito l'aiuto umanitario a meno che da quelle stesse zone non siano lanciati razzi verso il territorio dello stato ebraico. «Sono - ha specificato - zone sicure. Abbiamo un sistema con cui se una area è una zona sicura, dichiariamo quella stessa zona 'sicurà. E non le attaccheremo».

Hamas: contatti in corso per liberazione ostaggi civili

«Ci sono contatti in corso» tra Hamas e i mediatori arabi, «Egitto e Qatar», per la liberazione di altri ostaggi civili presi dal movimento islamico palestinese il 7 ottobre scorso. Lo ha detto all'ANSA Osama Hamdan, rappresentante di Hamas a Beirut a margine di una conferenza stampa.

Meloni ad Abbas: Italia sostiene autorità palestinese

«A margine del Vertice del Cairo per la Pace, il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha avuto un lungo e cordiale incontro bilaterale con il presidente Mahmud Abbas». Lo riferisce una nota di Palazzo Chigi, spiegando che «nel corso del colloquio, è stato confermato il sostegno dell'Italia alla legittima Autorità rappresentativa del popolo palestinese, il quale certamente non si identifica con Hamas. Ribadito inoltre il sostegno alla prospettiva dei due Stati».

Meloni: Hamas non difende Palestina ma fa la Jihad

«La mia idea è che, per le modalità con cui Hamas ha attaccato Israele, è che la causa palestinese non c'entri nulla. Quello che si sta perseguendo è una jihad islamica. Si sta perseguendo il tentativo di impedire un processo di normalizzazione nel Medio Oriente». Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni incontrando la stampa al Cairo, al margine del vertice sulla pace. La premier ha spiegato «c'è e ci sarà una strategia di divisione, per creare uno scontro di civiltà e una guerra di religione. Ma non lo deve diventare, perché non lo è».

Meloni a Tel Aviv dopo il Cairo

Al termine del vertice della pace del Cairo la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, si recherà a Tel Aviv dove incontrerà il primo ministro Benjamin Netanyahu e il presidente israeliano Isaac Herzog.

Razzi da Gaza, sirene dall'allarme a Tel Aviv

Sono risuonate da poco a Tel Aviv e nel centro di Israele le sirene di allarme per l'arrivo dei razzi da Gaza. Lo ha constatato l'Ansa sul posto.

Meloni: «Apertura del valico di Rafah è un risultato concreto»

«I leadar devono esserci in questi momenti. Già l'apertura del valico di Rafah è un risultato concreto. Piccoli passi a piccoli passi». Lo ha detto la presidente del consiglio, Giorgia Meloni, in conferenza stampa a Il Cairo.

Esercito Israele si prepara a nuova fase della guerra: azione anche via-terra

L'esercito israeliano sta continuando i suoi preparativi per la «prossima fase della guerra, inclusa l'operazione di terra». Lo ha detto il portavoce militare aggiungendo che in questi giorni «sono stati approvati piani per espandere le attività operazionali». «Le truppe, sia quelle in servizio sia i riservisti, sono schierati sul campo e si stanno addestrando in accordo con i piani operativi approvati».

Bilaterale tra Meloni e Abu Mazen

Un bilaterale fra la premier Giorgia Meloni e il presidente palestinese Abu Mazen è in corso a margine del summit sulla pace al Cairo.

No a domande su Hamas, Shibli blocca intervista con la Zeit

Adania Shibli, la scrittrice palestinese al centro di un caso per il rinvio della consegna di un suo premio previsto alla Fiera del Libro di Francoforte, si è opposta alla pubblicazione di una propria intervista già realizzata con il settimanale tedesco Die Zeit perché non voleva le venissero poste domande sul livello del suo sostegno a una campagna di boicottaggio anti-israeliana e sull'attacco terroristico di Hamas. Lo rivela il sito dello stesso autorevole settimanale.

Meloni: «Siamo tutti bersaglio di Hamas, non cadiamo in trappola»

«L'impressione che ho, per le modalità con cui si è svolto l'attacco», è che l'obiettivo di Hamas «fosse costringere Israele a una reazione contro Gaza che creasse un solco incolmabile fra Paesi arabi, Israele e Occidente, compromettendo la pace per tutti i cittadini coinvolti, compresi quelli che si dice di voler difendere». Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni al summit per la pace al Cairo. «Il bersaglio - ha aggiunto - siamo tutti noi, e cadere in questa trappola sarebbe molto, molto stupido».

Meloni: «Fare impossibile per evitare escalation soluzione è due Stati»

«Dobbiamo fare l'impossibile per evitare una escalation della crisi, per evitare di perdere il controllo di questa crisi, perché le conseguenze sarebbero inimmaginabili. Il modo più serio per farlo è un'iniziativa politica per una soluzione strutturale che si basi sulla prospettiva dei due popoli e due Stati, una soluzione che deve essere concreta e deve avere una tempistica definita». Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni al summit per la pace al Cairo.

Meloni: «Nessuna causa giustifica neonati decapitati»

Nessuna causa «giustifica il terrorismo, azioni studiate per colpire civili inermi, nessuna causa giustifica donne massacrate e neonati decapitati e brutalmente ripresi con una telecamera». Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni al summit per la pace al Cairo.

Meloni: «Efferatezza di Hamas da condannare senza ambiguità»

«Il terribile attacco di Hamas si è abbattuto contro civili inermi con una efferatezza senza precedenti che lascia allibiti e che dal nostro punto di vista è giusto condannare senza ambiguità». Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni al summit per la pace al Cairo.

Guterres: lancio un appello per una tregua umanitaria

Al valido di Rafah «ho constatato una catastrofe umanitaria.

Aldià del confine ci sono due milioni di persone tra cui bambini che necessitano di aiuti. Sono grato all'Egitto per il ruolo che ha avuto e lancio un appello ad una tregua umanitaria». Lo ha detto il segretario generale dell'Onu Antonio Guterres presente al Cairo al vertice della Pace, sottolineando che «i diritti dei palestinesi sono legittimi» e che serve «una soluzione a due Stati»

Abu Mazen: «I palestinesi non lasceranno mai la loro terra»

«Non lasceremo mai la nostra terra, non lasceremo mai la nostra terra». Lo ha ripetuto due volte il presidente palestinese Abu Mazen, concludendo il suo intervento al summit per la pace al Cairo.

Al-Sisi ai leader: «Apriamo via a una soluzione a due Stati»

«Ci troviamo davanti a una crisi senza precedenti che richiede attenzione totale. Per questo vi ho chiamati a lavorare insieme su una nuova road map che metta fine alla crisi umanitaria». Lo ha detto il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi rivolgendosi ai leader nell'apertura dei lavori del vertice internazionale per la pace, al Cairo. Al-Sisi ha sottolineato la necessità di «stabilire negoziati che aprano la via a una soluzione a due Stati».

«È un momento molto difficile per l'umanità, prima della nostra fede è importante la vita. Il popolo palestinese deve essere protetto e preservato. L'Egitto è impegnato per far arrivare aiuti a Gaza» e «non ha mai chiuso il varco di Rafah, sono stati i bombardamenti israeliani che hanno interrotto il passaggio. Non possiamo accettare questa migrazione forzata. Il popolo palestinese non vuole lasciare il proprio territorio». 

Hamas: «Pochi aiuti non cambieranno disastro umanitario»

«Questo convoglio limitato non sarà in grado di cambiare il disastro umanitario che sta vivendo la Striscia di Gaza». Lo ha detto il capo dell'ufficio comunicazioni di Hamas, Salama Maruf, in un comunicato citato dai media, riferendosi ai camion di aiuti entrati oggi dall'Egitto attraverso il valico di Rafah. Secondo Maruf, «è importante stabilire un corridoio sicuro che funzioni 24 ore su 24 per soddisfare i bisogni umanitari e i servizi essenziali che non ci sono più e per consentire ai feriti di partire per ricevere cure».

Tajani: aiuti a Gaza importante risultato azione diplomatica

«Stanno entrando attraverso il valico di Rafah i convogli per gli aiuti a Gaza. Sono i primi importanti risultati dell'azione diplomatica del Governo a tutela dei civili palestinesi. Continuiamo a lavorare per mettere in salvo più persone possibile e liberare gli ostaggi». Lo afferma su X il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani.

 

Cibo, medicinali, acqua e materassi: ecco gli aiuti a Gaza

Almeno 30 camion giunti dall'Egitto sono già passati dal valico di Kerem Shalom e sono entrati così nella striscia di Gaza in un grande terreno di smistamento. Nei giorni scorsi era stato bombardato da Israele e ieri ruspe hanno provveduto a livellare il terreno per consentire l'ingresso dei camion. Il capo della delegazione sul posto della "Mezzaluna rossa" palestinese, Mahmud a-Nairab ha detto all'ANSA che la maggior parte di questi aiuti consiste in medicinali per gli ospedali. Inoltre vengono introdotte scorte di alimentari, assieme con acqua e materassi. Al momento, ha precisato a-Nairab, non è previsto l'ingresso di combustibile. La "Mezzaluna rossa" palestinese, in coordinamento con l'Unrwa (l'ente dell'Onu per i rifugiati) ha predisposto due grandi magazzini nel sud della Striscia - a Rafah e a Deir el Ballah - per provvedere alla distribuzione degli aiuti alla popolazione e agli sfollati. Al valico di Rafah resta invece chiuso anche oggi il punto di transito per i passeggeri. Nessuno può dunque uscire da Gaza verso l'Egitto. Nel valico non si vedono funzionari delle autorità di Hamas. L'ingresso degli aiuti umanitari attraverso Rafah - a cui Israele si era opposto a lungo - è giunto poche ore dopo la liberazione da parte di Hamas di due cittadine statunitensi. Ancora non è noto se vi sia un legame fra questi due sviluppi.

Meloni arrivata al Cairo

La presidente del Consiglio Giorgia Meloni è atterrata a Il Cairo, in Egitto, dove prenderà parte al Summit per la pace in Medio Oriente organizzato dal presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi. Al centro del vertice, che si svolge nella nuova capitale amministrativa della città, gli «sviluppi e il futuro della causa palestinese e del processo di pace» nel pieno della guerra tra Israele e Hamas. Sono una ventina i paesi invitati al Summit, che si articolerà in due sessioni di lavoro al termine delle quali potrebbe essere diramata una dichiarazione congiunta: dal Qatar alla Turchia, dall'Arabia Saudita agli Emirati Arabi Uniti, che dovrebbero essere rappresentati da Mohammed bin Salman e da Mohammed bin Zayed. Per quanto riguarda i leader europei, oltre a Meloni prenderanno parte ai lavori il presidente del governo spagnolo Pedro Sanchez (presidente di turno dell'Unione europea), Kyriakos Mitsotakis (Grecia) e Nikos Christodoulides (Cipro). Per Germania, Francia e Regno Unito sono attesi invece i ministri degli Esteri. Tra i partecipanti anche il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, il presidente del Consiglio europeo Charles Michel, e l'alto rappresentante della politica estera Ue, Josep Borrell. Al termine del Summit Meloni dovrebbe recarsi a Tel Aviv in Israele, per poi fare rientro a Roma questa sera.

Valico di Rafah chiuso dopo il passaggio di 20 camion

Il Valico di Rafah, fra Egitto e Striscia di Gaza è stato subito richiuso, dopo il passaggio di soli 20 camion con aiuti, rende noto Cnn, citando un suo stringher sul lato egiziano del confine. Ieri, in attesa di passare, c'erano più di 50 camion.

Entrato primo convoglio umanitario a Gaza

Il primo convoglio di aiuti umanitari è entrato nella Striscia di Gaza dal valico di Rafah con l'Egitto. Lo mostrano immagini diffuse dalla tv Al Jazeera.

 

Unicef: in due settimane uccisi 1.600 bambini a Gaza

«Oltre 1.600 bambini sarebbero stati uccisi in due settimane di bombardamenti a Gaza. Più di 4.200 altri sarebbero stati feriti. L'uccisione e la mutilazione di bambini, gli attacchi su ospedali e scuole e la negazione dell'accesso umanitario costituiscono gravi violazioni dei diritti dei bambini. L'umanità deve prevalere». Lo rende noto Adele Khodr, Direttore regionale Unicef per il Medio Oriente e il Nord Africa.

Aperto il valico di Rafah, passano i primi camion

Il valico di Rafah fra Egitto e Gaza è stato da poco aperto al transito degli aiuti umanitari. Lo ha constatato l'ANSA sul posto, dove stanno transitando i primi camion per la popolazione della Striscia.

 

Esercito: quasi 7mila razzi lanciati da Gaza su Israele

Sono stati quasi 7 mila i razzi lanciati da Gaza contro Israele dall'attacco di Hamas dello scorso 7 ottobre. Lo ha fatto sapere l'esercito israeliano spiegando che circa 450 di questi sono ricaduti all'interno della Striscia. Secondo la stessa fonte - a due settimane dall'attacco - sono stati oltre 1.000 «i terroristi neutralizzati, molti di loro dopo essersi infiltrati in Israele». «Decine - ha aggiunto - i capi terroristi di Hamas eliminati»

Israele, soldato ucciso in attacco con missile anticarro dal Libano

Un soldato israeliano della riserva militare delle Idf è morto in un attacco con un missile anticarro nei pressi di Margaliot, nel nord di Israele, lungo il confine con il Libano. Lo riferiscono i media israeliani. Stando a quanto riportato dal Times of Israel, in un attacco sferrato ieri è morto il sergente 22enne Omer Balva di Herzliya. Secondo Haaretz, altri due riservisti hanno riportato ferite giudicate moderate, mentre un terzo è rimasto lievemente ferito.

Raid a gaza, bombardati obiettivi Hamas

Continuano i raid aerei israeliani sulla Striscia di Gaza dopo il terribile attacco del 7 ottobre di Hamas in Israele. Le forze israeliane (Idf) hanno confermato di aver colpito nella notte «numerosi obiettivi» di Hamas nell'enclave palestinese, compresi un centro di comando e «infrastrutture» del gruppo che controlla la Striscia. I militari, riferisce ancora il Times of Israel, rendono anche noto tramite il portavoce Daniel Hagari, di aver preso di mira siti per il lancio di missili anticarro e postazioni utilizzate da cecchini in cima a palazzi del territorio palestinese.

Macron: «Un francese certamente ostaggio, forse altri 6»

Una donna francese è stata portata «certamente» da Hamas a Gaza e altri 6 francesi sono presunti ostaggi «ma non abbiamo la certezza»: lo ha detto in serata il presidente francese, Emmanuel Macron, parlando con un gruppo di giornalisti e dicendosi «fiducioso» nei canali utilizzati «tramite il Qatar» per ottenere la loro liberazione. «Abbiamo un totale di sette dispersi - ha detto il presidente in un briefing telefonico con alcuni giornalisti - la giovane Mia Shem è l'unica per la quale è confermato lo statuto di ostaggio». Il riferimento è alla franco-israeliana di cui lunedì è stato diffuso un video da Hamas. «Per gli altri sei - ha aggiunto - sono presunti ostaggi ma senza certezze». «Siamo fiduciosi - ha continuato - i canali che abbiamo sono quelli giusti e sono utili».

Padre americana rilasciata: «Sta bene»

Il padre e nonno delle due americane rilasciate da Hamas ha parlato con la figlia e ha detto che «sta bene». Lo riferisce l'Associated Press. «Sta bene. Sta molto bene», ha detto Uri Raanan, che vive alla periferia di Chicago.

Il 71enne ha detto di aver visto al telegiornale venerdì che Hamas stava liberando una madre e una figlia americane, e ha trascorso la giornata sperando che si riferissero a sua figlia, Judith Raanan, e sua nipote, la 17enne Natalie. Raanan ha anche spiegato che le due donne dovrebbero essere in viaggio per Tel Aviv e quindi negli Usa, in tempo per il 18esimo compleanno della nipote la settimana prossima.

Biden parla con le donne rilasciate da Hamas: «Avete il sostegno Usa»

Joe Biden ha parlato al telefono con Judith Tai Raanan e Natalie Raanan, madre e figlia di Chicago rilasciate da Hamas. «Il presidente ha appena concluso una telefonata con le due americane rilasciate oggi dopo essere state prese in ostaggio durante il terribile attacco terroristico contro Israele», si legge in una nota della Casa Bianca nella quale si sottolinea che il presidente ha garantito alle due donne «il pieno sostegno del governo degli Stati Uniti per riprendersi da questa terribile esperienza».

di Marco Ventura


Escono da Gaza i primi due ostaggi, liberati da Hamas per «dimostrare al popolo americano quanto siano sbagliate le affermazioni di Biden e della sua amministrazione fascista», dicono i terroristi. Ma intanto Judith e Natalie, madre e figlia di 59 e 18 anni, di Evanston, Illinois, americane, sono state consegnate ieri alla Croce Rossa internazionale e il premier israeliano Netanyahu ha confermato in serata che già si trovavano in una base di Tsahal, cioè dell’esercito. Nathalie si era appena diplomata al liceo ed era entusiasta di andare dalla famiglia materna in Israele, ha raccontato suo zio Avi Zamir, per festeggiare insieme Sokkot e gli 85 anni della nonna nel kibbutz dell’orrore a Nahal Oz. E così irrompono le trattative sul rilascio degli ostaggi, israeliani e no, nelle dinamiche e nella tempistica della guerra. 


I RETROSCENA
La mediazione per Judith e Nathalie è avvenuta attraverso il Qatar, che ospita la leadership di Hamas a cominciare dal gran capo Hanieh.

Ed è sempre attraverso il Qatar e in parte l’Egitto che si stanno muovendo le cancellerie occidentali. Israele, invece, stando a fonti della Bbc, avrebbe rifiutato l’offerta di Hamas di rilasciare alcuni degli ostaggi in cambio di un cessate il fuoco. Proprio per prendere tempo per i negoziati sugli ebrei con passaporto non (solo) israeliano, gli Stati Uniti avrebbero premuto su Netanyahu ottenendo di ritardare perfino l’azione di terra, che l’altra sera sembrava ormai imminente. Lungo canali paralleli si muove poi la Russia, che può parlare direttamente con i capi di Hamas e ha dovuto comunque registrare l’uccisione di 20 cittadini russi ebrei, mentre altri 7 risultano ancora dispersi. Le famiglie degli ostaggi a loro volta si stanno organizzando in Israele e fuori per non lasciare che l’inizio della guerra dentro Gaza condanni i loro cari a una morte quasi sicura, e hanno accolto con favore la liberazione dei primi due “prigionieri”. Il presidente francese Macron e il cancelliere tedesco Scholz hanno parlato coi parenti dei “deportati” francesi e tedeschi a Gaza. «Tutto sarà fatto – promette Macron – perché tornino sani e salvi in Francia», mentre Scholz descrive la conversazione come «molto commovente, a loro ho detto che stiamo facendo tutto il possibile».

Il premier britannico Sunak ha incontrato di persona l’emiro del Qatar, Sheikh Tamin bin Hamad Al Thani, figura chiave per qualsiasi trattativa con Hamas. Israele, al contrario, tiene una posizione inflessibile: la sua priorità è ristabilire la cornice di sicurezza per lo Stato ebraico e per gli israeliani, e quindi spazzare via Hamas da Gaza. L’argomentazione terribile ma anche inevitabile è che «il nostro prezzo lo abbiamo già pagato, sono morti in 1400», e purtroppo i 203 ostaggi (due liberati ieri sera) non possono certo impedire l’attacco alla Striscia. Anche perché sono stati catturati non in un’azione di guerra come il soldato Gilad Shalit, per cui Israele ha dato in cambio 1.027 detenuti palestinesi (tra cui molti attivi il 7 ottobre), ma in un atto terroristico di massa. 


LE TRATTATIVE IMPOSSIBILI
Oggi Hamas annuncia «lavoriamo con mediatori per la liberazione di altri ostaggi civili» ma chiede ancora detenuti da scambiare con i rapiti dei kibbutz e del rave: tutti i carcerati palestinesi non solo in Israele ma in altri Paesi occidentali. Una richiesta irricevibile per Gerusalemme. Per ora, a quanto fanno sapere le autorità israeliane, gli ostaggi sarebbero nella maggior parte vivi, anche se a Gaza sono stati portati anche dei cadaveri per esporli al vilipendio. Da Roma a Tel Aviv, si sono organizzate cene di Shabbat con 203 posti vuoti che aspettano il ritorno di “sorelle e fratelli”. Purtroppo, nelle mani dei terroristi ci sono venti bambini, compresi i due figli di un padre che li ha istruiti su come dovessero tenersi nascosti e poi lui è stato ucciso. La lista ormai è di fatto completa. Tre fratellini di 10, 8 e 4 anni sono stati portati via dal kibbutz di Kfar Aza: Ofri, Yuval e Oria Brodutch. Daphna, 15 anni, e Ella Elyakim, 8, sono apparsi in un video nella loro casa di Nahal Oz con i miliziani. Poi scomparsi. Stessa sorte per Ethan Vahalomy, 12 anni, e Noam e Alma Or, 15 e 13, trascinati fuori dalla loro abitazione. E ancora, con i genitori, Naveh e Yahel, 8 e 3 anni. E Ariel e Kfri, 3 e 9 anni, che sui social sono stati visti in un post virale tra le braccia della madre, deportata anche lei. E Raz e Aviv Asher. Che hanno appena 5 e 3 anni.
 

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