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Guerra in Ucraina, cosa fare adesso? I Paesi della Nato divisi nella risposta a Putin. «Non c'è un nuovo Churchill»

Guerra in Ucraina, cosa fare adesso? I Paesi della Nato divisi nella risposta a Putin. «Non c'è un nuovo Churchill»
Guerra in Ucraina, cosa fare adesso? I Paesi della Nato divisi nella risposta a Putin. «Non c'è un nuovo Churchill»
Simone Pierinidi Simone Pierini
Articolo riservato agli abbonati
Martedì 14 Giugno 2022, 10:15 - Ultimo agg. : 15 Giugno, 08:32
5 Minuti di Lettura

La guerra è in una situazione di stallo. Il negoziato non riprende, in Donbass la Russia avanza ma non sfonda. Le battaglie continuano a provocare vittime con l'Ucraina che insiste nella richiesta di armi pesanti all'Occidente per difendersi. L'Europa, dal canto suo, soffre l'aumento dei prezzi e cerca soluzioni per arginare la crisi. Cosa fare adesso? Quale strategia attuare per giungere ad un punto di svolta? Bisogna provare a trattare con Putin, riaprendo un dialogo che nei mesi scorsi ha sempre trovato un muro eretto al Cremlino? È meglio isolarlo, rafforzare le sanzioni e spingere Kiev a una resistenza ancora più "armata"? Infine, Kiev dovrebbe fare concessioni (che non vorrebbe assolutamente fare) per porre fine alla guerra? 

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Guerra in Ucraina, le posizioni dell'Occidente

Domande e dubbi che avvolgono le stanze di governo dell'Occidente e dei Paesi della Nato. E la situazione, secondo quanto riporta la Reuters citando funzionari e diplomatici, è sempre più tesa. Mentre i governi occidentali sono alle prese con la spirale dell'inflazione e dei costi energetici, paesi tra cui Italia e Ungheria hanno chiesto un rapido cessate il fuoco. Ciò potrebbe aprire la strada a sanzioni ridotte e porre fine al blocco dei porti ucraini che ha aggravato una crisi di sicurezza alimentare per i Paesi più poveri del mondo. Eppure Ucraina, Polonia e Paesi baltici avvertono che non ci si deve fidare della Russia e affermano che un cessate il fuoco le consentirebbe di consolidare le vittorie territoriali, riorganizzarsi e lanciare nuovi attacchi. I russi hanno «diffuso la narrativa che questa sarebbe stata una guerra estenuante, dovremmo sederci attorno al tavolo e cercare il consenso», ha detto a Reuters un alto funzionario ucraino. Il segretario alla Difesa americano Lloyd Austin ha affermato di volere «indebolire» la Russia e il presidente Joe Biden ha chiesto che Putin sia perseguito per crimini di guerra. Il primo ministro britannico Boris Johnson dice che Kiev non deve essere forzata ad accettare un pessimo accordo di pace e che l'Ucraina «deve vincere».

A map of the approximate situation on the ground in Ukraine as of 00:00 UTC 13/06/22.

There have been no notable changes to control since the last update. pic.twitter.com/uno6UYCBfa

— Ukraine War Map (@War_Mapper) June 13, 2022

La posizione di Germania e Francia

Germania e Francia sono rimaste più ambigue, giurando di impedire a Putin di vincere piuttosto che sconfiggerlo, sostenendo allo stesso tempo nuove severe sanzioni. «La domanda che ci viene posta è se torneremo o meno alla Guerra Fredda. Questa è la differenza tra Biden, Johnson e noi», ha detto a Reuters un alleato del presidente francese Emmanuel Macron. La Russia ha lanciato quella che definisce una «operazione speciale» in Ucraina a febbraio, sostenendo che fosse necessaria per liberare il paese da pericolosi nazionalisti e degradare le capacità militari dell'Ucraina - obiettivi denunciati dall'Occidente come un pretesto infondato. 

 

«La fatica della guerra sta arrivando»

Da allora Mosca ha affermato che il sostegno militare di Washington e degli alleati stava trascinando la guerra e dissuadendo l'Ucraina dai colloqui di pace. A marzo, il Cremlino ha chiesto all'Ucraina di cessare l'azione militare, modificare la sua costituzione per sancire la neutralità, riconoscere la Crimea come russa e riconoscere le aree orientali controllate dai separatisti come stati indipendenti come condizione per la pace. Le fonti ucraine e francesi, e funzionari di altri paesi consultati da Reuters su questa vicenda, hanno chiesto l'anonimato per poter parlare liberamente di delicate politiche diplomatiche e di sicurezza. Le divisioni potrebbero diventare più pronunciate man mano che le sanzioni e la guerra avranno un impatto sull'economia globale, rischiando contraccolpi interni e facendo il gioco di Putin. «Era chiaro fin dall'inizio che sarebbe diventato sempre più difficile nel tempo, la fatica della guerra sta arrivando», ha detto il primo ministro estone Kaja Kallas in un'intervista alla Cnn. «Potrebbe esserci differenza tra quei paesi che hanno vicini molto migliori di noi e quelli che hanno una storia diversa come noi, i paesi baltici e la Polonia». 

Macron e le conversazioni con Putin

Macron ha avvertito che qualsiasi pace non dovrebbe «umiliare» la Russia come fece con la Germania nel 1918. Lui, come il cancelliere tedesco Olaf Scholz, ha mantenuto aperti i canali di comunicazione con il Cremlino, provocando costernazione nei paesi più aggressivi. Il presidente della Polonia ha paragonato le chiamate a «parlare con Adolf Hitler durante la seconda guerra mondiale». «Dovremo avere a che fare con il signor Putin ad un certo punto, a meno che non ci sia un colpo di stato a palazzo. E ancora di più perché questa guerra deve essere il più breve possibile», ha detto un funzionario vicino a Macron. Scholz ha affermato che le chiamate sue e di Macron con Putin sono state utilizzate per trasmettere messaggi fermi e chiari e ha sottolineato che le sanzioni alla Russia non sarebbero finite a meno che Putin non avesse ritirato le truppe e accettato un accordo di pace accettabile per Kiev.

Tuttavia, un funzionario del team di Scholz ha detto alla Reuters che la formulazione di Macron si era rivelata «sfortunata». Alcuni diplomatici francesi hanno anche espresso in privato riserve sulla posizione del loro presidente, sostenendo come rischiasse di alienare l'Ucraina e gli alleati dell'Europa orientale.

«Non esiste un Churchill in Europa»

Sebbene grata per il sostegno dell'Occidente, l'Ucraina ha suggerito di concedere territori come parte di un accordo di cessate il fuoco e talvolta si è chiesto se i suoi alleati fossero adeguatamente uniti contro la Russia. L'avvertimento di Macron di non umiliare la Russia ha spinto il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba ad avvertire come fosse la Francia ad umiliarsi e che le relazioni di Kiev con Scholz erano gelide. «Non abbiamo un Churchill in tutta l'Unione europea. Non ci facciamo illusioni su questo», ha detto l'alto funzionario ucraino, riferendosi al primo ministro britannico in tempo di guerra. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA
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