Un anno di guerra in Ucraina, come finirà? La previsione del capo del Pentagono Usa

Austin: «I nostri sforzi possono mettere il popolo ucraino in condizione di cambiare le dinamiche sul campo di battaglia»

Il segretario alla Difesa degli Stati Uniti d’America Lloyd Austin.
Il segretario alla Difesa degli Stati Uniti d’America Lloyd Austin.
di Luca Marfé
Venerdì 24 Febbraio 2023, 19:35 - Ultimo agg. 9 Marzo, 18:48
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Un anno esatto di guerra in Ucraina, e nessuna luce in fondo al tunnel.
Non per il momento. Non che sia semplice, certo.

Se non a risolvere, ma quanto meno a cercare di fare chiarezza, ci pensa il numero 1 del Pentagono, il segretario alla Difesa degli Stati Uniti d’America Lloyd Austin.

In una lunga intervista rilasciata alla rete televisiva Cnn, spiega il ruolo del suo Paese, la svolta militare in qualche modo in atto, e azzarda persino una previsione sull’ipotetica fine del conflitto.

«I nostri sforzi possono davvero mettere il popolo ucraino in condizione di cambiare le dinamiche sul campo di battaglia», esordisce facendo riferimento non soltanto alle armi e ai mezzi forniti dagli Usa, ma anche all’addestramento e all’intelligence con cui tutta la Nato sta affiancando l’alleato.

«Presto l’Ucraina avrà al fronte la capacità di sfondare le difese della Russia, e questo cambierà, e cambierà di parecchio, le dinamiche di questa guerra», insiste lasciando così intravedere la possibilità per Zelensky e per i suoi di passare addirittura al contrattacco.

E allora, com’è che finirà? Sul campo di battaglia o magari con un negoziato?

E qui il mezzo colpo di scena, qualcuno si ricorda ancora della parola diplomazia.

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«Molto più probabilmente, con una qualche sorta di negoziato diplomatico. Ma», e sottolinea forte il “ma” di importanza colossale, «ciò che gli ucraini vogliono è cacciare definitivamente i russi dai loro territori».

Tornare, cioè, allo ieri di un anno esatto fa.

E conclude:

«Non aggiungo altro, è giusto che l’Ucraina parli per sé».
Dopo tanto parlare (troppo?) degli Stati Uniti d’America.

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