Guerra, gli Usa rilanciano: «Servono più soldi per le armi all’Ucraina»

La richiesta con la firma del capo di Stato maggiore congiunto

Biden e Putin
Biden e Putin
di Luca Marfé
Martedì 28 Febbraio 2023, 19:40
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«Più soldi entro giugno».

La richiesta è chiara e precisa, e la firma il capo di Stato maggiore congiunto in persona. Il generale dell’esercito americano Mark Milley la consegna direttamente nelle mani del Congresso degli Stati Uniti e spiega che solo così sarà possibile difendere l’Ucraina dalla Russia, e sconfiggere definitivamente Vladimir Putin.

Armi, armi e ancora armi.

Nell’ottica a stelle e strisce, l’unica maniera per resistere alla macchina da guerra di Mosca, e addirittura per contrattaccare. Con un piano già varato dal governo che vale la mostruosa cifra di 1,66 trilioni di dollari, ma che evidentemente non basta a causa del consumo più rapido del previsto di munizioni, missili e mezzi. Un investimento colossale che Milley e che i vertici della Difesa caldeggiano sì in nome dei valori occidentali, su tutti naturalmente quello della libertà, ma anche in nome del concetto supremo della sicurezza nazionale, per la quale Putin rappresenta una minaccia oramai inaccettabile.

Zero spazio per la diplomazia, dunque.
Una sintesi drammatica, di cui bisogna però prendere atto.

Qualcuno ci prova pure a parlare di negoziato. Lo aveva fatto, ad esempio, il segretario alla Difesa Lloyd Austin, ma era stato smentito letteralmente una manciata di ore dopo da Joe Biden.
 

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Con il fronte della guerra, insomma, che paradossalmente compatta tutti, da sinistra e destra. E con pochissime voci fuori dal coro, che quasi si contano sulle dita di una mano. C’è Donald Trump, che strilla e che agita lo spettro della Terza Guerra Mondiale, che continua imperterrito a sostenere che con lui alla Casa Bianca tutta questa situazione non sarebbe neanche mai esistita. E poi c’è Ronald DeSantis, che inizialmente era favorevole ad affiancare con ogni mezzo l’Ucraina, ma che ultimamente ripete spesso che «un assegno in bianco a oltranza» no, non è più possibile.

L’orizzonte resta cupo, e all’orizzonte ci sono le elezioni presidenziali del 2024.

E così, mentre a Washington si batte ancora cassa, prevale il pensiero unico che chiunque sia presidente tra un anno e mezzo non debba fare comunque altro che tirare dritto, senza concedere nulla a Putin, nessuno sconto, nessuna tregua.

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