Hacker, Alfano: non sappiamo chi è stato
messa in salvo la parte criptata

Hacker, Alfano: non sappiamo chi è stato messa in salvo la parte criptata
di Paola Del Vecchio
Domenica 12 Febbraio 2017, 12:37 - Ultimo agg. 12:39
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Madrid. L'hackeraggio al sistema informatico della Farnesina c'è stato, ma «per fortuna tutta la parte criptata non è stata violata». A confermarlo è il ministro degli Esteri, Angelino Alfano, a Madrid, a margine dei lavori del congresso del Partido Popular, dove è intervenuto ieri. Il governo era al corrente da tempo dell'attacco, che risale al periodo del «mio precedente lavoro di ministro degli Interni», ha detto Alfano. «È chiaro che da allora abbiamo provveduto a rafforzare il sistema».

Era stato venerdì il quotidiano britannico The Guardian a rivelare - citando «due fonti al corrente dei fatti»- lo spionaggio informatico al sistema della Farnesina che nella primavera scorsa sarebbe andato avanti per quattro mesi, prima di essere scoperto. E sul quale la procura di Roma ha aperto di recente un'inchiesta. Il sospetto è che dietro ci sia lo Stato Russo, anche se Mosca ha negato subito con forza qualsiasi coinvolgimento.


Alfano ha ribadito che nessuna informazione sensibile o comunicazione classificata cifrata è stata sottratta. Quanto alle responsabilità, «al momento è impossibile attribuirle», ha osservato il titolare degli esteri, poiché «non è compito del governo scoprirle, compete ai magistrati». «Si tratta di aspetti troppo delicati per anticipare l'indagine della magistratura. Valuteremo le iniziative da prendere quando avremo capito chi sono i responsabili», ha aggiunto. Nell'obiettivo degli hacker, il suo predecessore al dicastero e attuale premier, Gentiloni, che però per precauzione alla Farnesina evitava di usare account email, come ha chiarito già venerdì il ministero. Se un'implicazione russa dovesse essere confermata, la vicenda è quanto mai spinosa per il governo italiano, che a differenza di paesi come la Germania o la Francia si è fatto promotore di una linea più morbida con Mosca, opponendosi alle sanzioni per il suo coinvolgimento nel conflitto siriano. Ieri c'è chi ha letto preoccupazione nell'intervento di Alfano al conclave del Pp che oggi riconfermerà il candidato unico Mariano Rajoy presidente quando ha parlato della necessità «di affrontare nuovi approcci internazionali aggressivi, sebbene non necessariamente negativi, espressi da Trump e Putin».

La situazione in Siria e Libia insegna che «quando c'è un vuoto verrà inevitabilmente riempito e non saremo noi ha detto riferendosi ai paesi della Ue - tra i protagonisti delle soluzioni e del cambiamento». Dopo la presunta interferenza russa nella campagna delle ultime elezioni presidenziali americane e le rivelazioni di cyber attacchi mirati a condizionare i cruciali appuntamenti elettorali in Francia, Germania, Olanda e Bulgaria, cresce l'allarme ora che anche l'Italia sarebbe finita a sua volta nel mirino dei pirati informatici, presumibilmente in vista della prossima scadenza elettorale. E le reazioni non si sono fatte attendere.

Per il presidente della commissione Esteri della Camera, Fabrizio Cicchitto «l'hackeraggio nei confronti di Gentiloni dimostra che, come molti sostengono, degli amici russi non ci si può fidare a occhi chiusi». E mentre il capogruppo dei deputati di Sinistra Italiana, Arturo Scotto, ha definito l'attacco clamoroso, e chiesto ad Alfano di riferire sulla vicenda in Parlamento, il leader della Lega, Matteo Salvini, ironizza su Facebook. «A parte il fatto che spiare l'inutile Gentiloni è fatica sprecata, ormai qualunque cosa accada al mondo è colpa di Putin (o di Trump). Non guardate Sanremo, è truccato dagli Hacker Russi Viva gli hacker russi», il commento di Salvini.

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