Iran, ecco l'arsenale di Teheran: super-missili fino a 2500 chilometri di gittata

Vahid Salemi/AP
Vahid Salemi/AP
di Erminia Voccia
Mercoledì 8 Gennaio 2020, 22:35 - Ultimo agg. 9 Gennaio, 07:16
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Le capacità militari di Teheran includono le forze armate regolari, conosciute con nome di «Artesh», e il Corpo dei Guardiani della rivoluzione, fino a pochi giorni fa sotto l'egida del potente generale Qassem Soleimani ucciso dagli Stati Uniti all'aeroporto di Baghdad. Le forze armate regolari sono costituite da circa 523 mila uomini in servizio attivo, un numero che non include la polizia iraniana. Le stime riguardo le forze armate regolari sono di 398 mila unità, di cui 350 mila unità tra ufficiali e soldati dell'esercito, 18 unità appartenenti alla marina e 30 unità all'aviazione. Le Guardie della Rivoluzione Islamica, chiamate anche Pasdaran, sono state fondate nel corso della rivoluzione del 1979, comprendono quasi 120 mila uomini e rispondono direttamente alla Guida Suprema dell’Iran. Secondo i dati del Governo americano, le forze armate iraniane comprendono approssimativamente 600 mila uomini in servizio attivo. Nel 2018 l'Iran ha speso l'equivalente di 13,2 miliardi di dollari per potenziare le proprie capacità militari, mentre gli Stati Uniti ne hanno spesi 648,8 miliardi, stando ai numeri diffusi dalll'International Peace Research Institute di Stoccolma (SIPRI). Secondo Global Firepower, gli Stati Uniti sono la prima forza militare al mondo, seguiti dalla Russia e dalla Cina. L'Iran è al 14esimo posto in classifica, sotto alla Turchia e all'Egitto. «La dottrina militare iraniana si basa sulla guerra asimmetrica e sul contrasto agli interessi e alle strategie USA nel quadrante del Golfo e in tutto il Medio Oriente oltre che in Asia Centrale, tutte aree primarie per Teheran», ha scritto Marco Giaconi nel libro "Le guerre degli altri. Piccoli e grandi eserciti del mondo", edito da Paesi Edizioni.

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I MISSILI
L'Iran possiede il più vasto arsenale di missili balistici in Medio Oriente, secondo le stime del Center for Strategic and International Studies Missile Defense Project. A disposizione di Teheran ci sono migliaia di missili a corto e a medio raggio e missili cruise capaci di raggiungere Israele e l'Europa meridionale. I missili sono il perno e il fiore all'occhiello della strategia militare iraniana e sono in grado di coprire una distanza che varia da 300 a più di 2,500 chilometri, stando ai dati raccolti dal report di CSIS Missile Threat. Tra i missili operativi ci sono lo Shahab-1, missile balistico a corto raggio e a propellente liquido dalla gittata massima di 330 chilometri capace di trasportare, eventualmente, testate nucleari. Lo Shahab 3, basato sul Nodong nordcoreano, rappresenta la prima acquisizione di successo e il primo sviluppo da parte dell'Iran di missili a medio raggio che consentono di colpire obiettivi a una distanza di circa 1,300 chilometri. Teheran, inoltre, ha affermato di aver testato un Soumar, missile cruise svelato al pubblico nel marzo del 2015 e dal raggio d'azione che va dai 2mila ai 3mila chilometri. Le origini del Soumar non sono molto chiare ma secondo gli analisti sarebbe una copia del russo Kh-55. Come spiega Marco Giaconi: «la missilistica a lungo raggio è il punto di forza presente e futuro dell’Iran». Tra in missili in via di sviluppo da parte dell'Iran c'è il Ghadr, variante dello Shahab 3, che può raggiungere obiettivi distanti 1.930 chilometri ed è dato in armamento standard a ben 6 brigate missilistiche. Ancora tra i missili in via di sviluppo c'è il Khorramshar, dalla gittata massima di 2mila chilometri e capace di trasportare munizioni a grappolo. Ancora Giaconi scrive nel suo libro: «Le forze missilistiche, tutte poste sotto l’egida dei Pasdaran, si basano, per quanto riguarda i propellenti solidi, su tre classi di armi: il Fajr 3 e 5, con gittata massima di 75 km; il Naze’at, con gittata da 100-130 chilometri; lo Zelzal, con tre tipologie che colpiscono obiettivi rispettivamente a 150, 200 e 210 chilometri. Si tratta di missili costruiti tutti in Iran ma con il supporto della Cina. Attualmente, la Repubblica Islamica Iraniana è del tutto autonoma da Pechino per ciò che concerne, invece, la gestione e la manutenzione di tutti i missili con propellente solido. Teheran può produrre autonomamente anche i missili a combustibile liquido, gli ormai classici SCUD B e C. L’Iran possiede anche missili a corto raggio con propellenti solidi come il Tondar 69, di fabbricazione cinese e progettato sul modello del terra-aria S-75 sovietico, e il Fateh 110, con un raggio di 200 chilometri». 
 


AVIAZIONE E DRONI
L'aviazione iraniana comprende: una ventina o più di esemplari di Su-24 russi, di attacco al suolo; una ventina di esemplari Mig-29 di fabbricazione russa (multiruolo); una decina tra SU-17, 20 e 22, di attacco al suolo; circa 60 esemplari di F-4 statunitensi (caccia borbardieri e ricognitori); almeno 25 esemplari di F-14 (caccia intercettori); circa 17 esemplari di F-7 di fabbricazione cinese, vale a dire la versione cinese del Mig 21 russo. I droni non sono in possesso dell'aeronautica iraniana bensì dei Guardiani della rivoluzione, che hanno il controllo anche di aerei di attacco al suolo SU-25 e SU-17. Le tipologie di velivoli senza pilota a disposizione di Teheran, tutte di fabbricazione iraniana, sono cinque: l’Ababil, per riconoscimento-sorveglianza a medio raggio, da ricognizione e combattimento; le varie tipologie di Mojaher, vale a dire I, II, III e IV, da ricognizione, a lungo raggio, il cui compito è spiare le installazioni militari e le posizioni nemiche; il Karrar, velivolo d'attacco, con annesso missile UAV ad alta velocità, come lo Shahed 129, altro UAV da riconoscimento-combattimento. Lo Shared può restare in azione per oltre 24 ore continue; lo Yasir, che è una copia dell'americano ScanEagle, un UAV della Boeing a corto raggio da ricognizione; lo Saeghen, velivolo d'attacco. 





 

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