La Camera approva.
Gli Stati Uniti provano in tutti i modi a evitare un default che sarebbe per il Paese, e a cascata addirittura per il mondo intero, un autentico disastro.
“In tutti i modi” proprio letteralmente: perché la legislazione che prevede l’aumento del tetto della spesa pubblica viene approvata, nel ramo del Congresso a maggioranza repubblicana, con la maggioranza dei voti…democratici.
Ebbene sì. L’esito finale è 314 a 117, con 149 repubblicani e 165 democratici a favore, e con 71 repubblicani e 46 democratici contro.
Perché?
Perché così tanti repubblicani sono paradossalmente contrari a un progetto elaborato in gran parte dai repubblicani stessi, in una Camera a maggioranza repubblicana, appunto?
Ma “naturalmente”, molto semplicemente…per fare dispetto a Biden.
C’è una frangia dell’ultra destra, insomma, che pur di mettere all’angolo il presidente non esita a spingere gli Stati Uniti sull’orlo del baratro.
Per il momento, prevale la ragione, assieme alla ragionevolezza. Va detto e va sottolineato, per merito della sinistra. Ma la palla adesso passa al Senato e, considerata la maggioranza dem risicata al limite dell’inverosimile (un solo voto!), non vanno comunque esclusi eventuali imprevisti, o quanto meno possibili ritocchi.
Soltanto allora Biden sarà chiamato a firmare una legge che rappresenta la salvezza per l’economia americana.
C’è tempo fino al 5 giugno.
Se le cose non dovessero andare per il verso giusto, “zero cash”, casse vuote, zero fondi e zero stipendi.
Un incubo che l’America e che il mondo non possono permettersi.
Un incubo per il quale, invece, molti repubblicani brinderebbero a scena aperta, pur di riprendersi al più presto la Casa Bianca.
(In foto: Trump e DeSantis, intanto, si litigano a suon di insulti la nomination repubblicana)
Profilo Abbonamenti Interessi e notifiche Newsletter Utilità Contattaci
Logout