ORSAGO È morto facendo base jumping, lo sport che più amava, a migliaia di chilometri da casa. Un terribile incidente che ha scosso la comunità di Orsago dove Matteo Mazza, 37 anni, abitava con la famiglia. «Era uno spirito libero, ha vissuto tra le sue montagne» ricorda in lacrime il padre, tratteggiandone l'indole. Un lutto inatteso che ha lasciato tutti sotto choc. L’incidente costato la vita a Matteo Mazza è avvenuto il 13 luglio scorso in Norvegia. Stava praticando, come centinaia di altre volte, quella disciplina estrema che tanto amava, il base jumping appunto, che consiste nel lanciarsi nel vuoto da varie superfici (rilievi naturali, edifici o ponti) e atterrare con un paracadute. Qualcosa però a livello tecnico è andato storto e Matteo, nonostante fosse molto esperto e attento a ogni piccolo dettaglio, purtroppo si è schiantato al suolo morendo sul colpo. Subito dopo la tragedia, i famigliari sono stati contattati dalle autorità norvegesi. Le spoglie del 37enne si trovano al momento ancora in Norvegia: arriveranno in Italia nei prossimi giorni.
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Il ricordo
Nel frattempo ieri a Orsago si è tenuta una cerimonia di commiato insieme a parenti e amici stretti. Matteo Mazza è stato ricordato in maniera toccante con brevi interventi di chi gli ha voluto bene da sempre. Una morte ancor più drammatica perché totalmente imprevedibile. Soprattutto per lui, sempre così attivo, pieno di energie, con lo sguardo rivolto a nuovi progetti, positivo ed entusiasta per natura, come lo ricorda chi lo conosceva. Matteo lascia la mamma Maura, il papà Antonio, oltre a Riccardo, Alessandra e Olimpia, gli zii, cugini. «Matteo era uno spirito libero - afferma papà Antonio - Amava la montagna da sempre, e anche la musica. Da giovanissimo aveva suonava la batteria. E ha sempre sciato: una disciplina sportiva che amava molto tanto da diventare istruttore di sci professionista. Insegnava nel periodo invernale in Val d’Isère, poi d’estate praticava in giro per l’Europa altre discipline sportive estreme, tra cui il base jumpeing. Come stava facendo in Norvegia, quando purtroppo qualcosa è andato storto». Per commemorare Matteo, familiari e amici si sono ritrovati al centro polifunzionale Don Antonio Possamai di Orsago per un ultimo saluto laico. Amante dello sport, soprattutto sciatore provetto, Matteo lascia un grande vuoto nella comunità orsaghese.
Il cordoglio
«Siamo senza parole di fronte a questa scomparsa - ha detto il sindaco di Orsago, Giancarlo Mion - Come amministrazione ci stringiamo attorno alla famiglia in questo momento di dolore, e come sindaco ho incontrato i familiari di Matteo per portare loro le condoglianze di tutta la comunità locale in questo momento così difficile». «La notizia della scomparsa del nostro compagno Matteo - è invece il ricordo della classe 1987 di Orsago - ci ha lasciati smarriti e senza parole. Curioso, caparbio, intelligente e appassionato, aveva anche tra i banchi di scuola la volontà di conoscere le leggi del mondo in cui abitava e che considerava “casa”, e che negli anni l’hanno portato a viaggiare alla ricerca di paesaggi ed emozioni con cui nutriva i suoi occhi e la sua anima. Niente potrà cancellare il ricordo delle risate e dei momenti trascorsi insieme alla ricerca di chi saremmo diventati poi nella vita adulta, certi che, ora, questo spirito di ricerca della Bellezza continuerà a esistere tenacemente anche dentro di noi». «Non ci sono parole per consolare il dolore per questa grande perdita - scrive invece il centro culturale Don Giuseppe Zago in una nota - Alla famiglia di Matteo esprimiamo profonda e affettuosa vicinanza e sentite condoglianze».