Altro che laser e “meraviglie” varie: ecco la vera arma segreta di Putin

Altro che laser e “meraviglie” varie: ecco la vera arma segreta di Putin
di Luca Marfé
Venerdì 20 Maggio 2022, 19:37 - Ultimo agg. 21 Maggio, 17:24
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Recep Tayyip Erdoğan.

Altro che missili segreti, sistemi laser e altre presunte “meraviglie” varie: la vera arma segreta di Vladimir Putin è il presidente della Turchia.

L’alleato, quasi l’infiltrato, dentro alla Nato.

Contrario alle adesioni di Finlandia e Svezia, autentica spina nel fianco di un Occidente cui ogni tanto chiede il conto. Puntualmente nel proprio interesse, certo. Ma considerate certe adiacenze, geografiche e ideologiche e politiche, pure nell’interesse di chi non ha mai condannato.

Già, perché da quando è iniziata l’invasione dell’Ucraina, Istanbul non hai mai condannato Mosca, non ha mai aderito alle sanzioni alla Russia e si è anzi trasformata in una sorta di porto sicuro per il denaro degli oligarchi russi.

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Insomma, con la scusa della mediazione e con quella della pace, come ostentato coi negoziati del marzo scorso, Erdoğan in realtà sa benissimo da che parte stare, da che parte giocarsi la sua partita.

Né con gli Stati Uniti né tantomeno con l’Unione Europea, che “ieri” minacciava a colpi di migranti siriani e che “oggi” bacchetta sulla questione curda e sull’estradizione dei membri del Pkk.

Estradizione che peraltro pretende proprio da Helsinki e da Stoccolma.

Senza dimenticare la drammatica crisi economica in cui versa e dunque, assai più banalmente, anche per soldi.

Tutto per convenienza.
Un po’ con Washington e un po’ con Bruxelles.
Ma soprattutto: un bel po’ con Mosca.

La stravaganza, per certi versi diplomatici l’intelligenza, di un’indipendenza furba che gli consenta inoltre di non diventare mai il prossimo bersaglio di Putin.

Putin che aveva già invaso la vicinissima Georgia nel 2008 e che non ha mai nascosto il suo…amore per il Mar Nero.
Putin oggettivamente in difficoltà, ma con in pugno la sua...vera arma segreta.

Quasi il cavallo di Troia della Nato da cui ogni tanto, non a caso, più di qualcuno sogna di cacciarlo:
Recep Tayyip Erdoğan.

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