Ricostruita in 3D la mummia del “ragazzo d'oro” protetta da 49 amuleti

Il corpo imbalsamato è stato ritrovato nel 1916 in un cimitero nel sud dell'Egitto

La ricostruzione della mummia
La ricostruzione della mummia
di Mariagiovanna Capone
Mercoledì 25 Gennaio 2023, 17:19
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Le antiche mummie egiziane rappresentano un'opportunità per saperne di più sulla salute, le credenze e le abilità dell'epoca. Una mummia completamente avvolta, proveniente da un cimitero tardo ptolemaico (tra il 332 e il 30 a.C.) a Edfu in Egitto, è stata conservata al Museo Egizio del Cairo dal 1916 e mai esaminata. In uno studio appena pubblicato su «Frontiers in Medicine», gli autori hanno ipotizzato che la scansione e la stampa 3D della mummia utilizzando la tomografia computerizzata (TC) avrebbero aiutato a documentare e promuovere la sua visualizzazione al pubblico. Con questo metodo è come se avessero srotolato digitalmente la mummia indisturbata di circa 2.300 anni fa di un adolescente di alto status socioeconomico. Il corpo era dotato di 49 amuleti di 21 tipologie diverse, molti dei quali erano d’oro, accuratamente posizionati su corpo o perfino al suo interno. Questi includevano un amuleto a due dita accanto al pene, uno scarabeo a cuore dorato posto all'interno della cavità toracica e una lingua dorata all'interno della bocca. Era vestito di sandali con ghirlande di felci, con un significato puramente rituale. Questa mummia è una vetrina delle credenze egiziane sulla morte e l'aldilà durante il periodo tolemaico.

Il team guidato da Sahar Saleem ha eseguito delle scansioni TC sul corpo imbalsamato del «ragazzo d’oro», rinvenuto nel 1916 in un cimitero utilizzato nel sud dell'Egitto.

Gli antichi egizi ritenevano che dopo la morte del corpo, il defunto dovesse affrontare un viaggio negli inferi, superando una prova per dimostrare la purezza della propria anima. Per aiutare i propri cari in questa impresa, gli egizi seppellivano i morti insieme a canopi, amuleti e portafortuna. Il giovane analizzato in questa indagine, riportano gli autori, apparteneva a una classe sociale di livello elevato. I 49 amuleti sepolti con il cadavere mummificato erano stati accuratamente posizionati all'interno e sul corpo. Tra gli oggetti più curiosi, gli studiosi descrivono un gioiello adagiato accanto al pene, uno scarabeo posto all'interno della cavità toracica e una lingua d'oro.

Vestito con sandali e felci, questo ragazzo rappresenta un esempio perfetto delle credenze egizie. «Questi risultati - scrivono gli autori - forniscono una visione unica delle procedure di mummificazione e delle credenze sull'importanza degli ornamenti tombali durante il periodo tolemaico. Gli amuleti che accompagnano questa mummia sono disposti in tre colonne tra le pieghe degli involucri e all'interno della cavità del corpo della mummia». Grazie all'analisi TC, gli studiosi hanno identificato l'occhio di Horus, il nodo di Iside e molti altri simboli appartenenti alla tradizione egizia. «La maggior parte di questi oggetti era d'oro - osserva Saleem - mentre altri erano composti da pietre semi preziose, argilla o maiolica. Secondo il rituale del Libro dei Morti degli antichi egizi, inoltre, il defunto doveva indossare sandali bianchi per essere devoto e pulito. Questo è il motivo alla base delle calzature».

Le scansioni hanno rivelato che il ragazzo era alto 128 centimetri, non era stato circonciso e sembra deceduto per cause naturali. Dal grado di fusione ossea e dai denti del giudizio non erotti, gli autori stimano che il giovane avesse tra i 14 e i 15 anni. «Gli egizi erano affascinati da piante e fiori e credevano che possedessero effetti sacri e simbolici - continua Saleem - il “ragazzo d'oro” era stato infatti sepolto con della felce. Fiori e piante sono stati trovati anche nelle tombe dei faraoni Amenhotep I e Ramesse il Grande».

La simbologia egizia è molto affascinante, spiegano gli autori. La lingua d'oro è stata apposta per garantire al ragazzo la possibilità di parlare nell'aldilà, l'amuleto accanto al pene doveva proteggerlo dalle incisioni necessarie per l'imbalsamazione. Il nodo di Iside era un omaggio alla divinità per invocarne la clemenza, un gioiello ad angolo retto avrebbe dovuto assicurare l'equilibrio al defunto, mentre le piume di struzzo rappresentavano la dualità della vita spirituale e materiale. Lo scarabeo che è stato posizionato nel torace, menzionato anche nel Libro dei Morti, doveva aiutare il giovane durante il giudizio dell'anima, che veniva pesata attraverso il cuore in uno dei piatti della bilancia della dea Maat, in contrapposizione con una piuma. Lo scarabeo doveva sostituire il cuore nell'eventualità in cui il corpo fosse stato privato dell'organo. «Sulla base dei risultati - conclude Saleem - la mummia è stata spostata nella sala espositiva con il soprannome “ragazzo d'oro”. Abbiamo anche riprodotto una versione 3D dell'amuleto a forma di scarabeo per mostrarlo ai visitatori del museo». 

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