Stupri, fosse comuni e torture: da Bucha a Makariv la Russia porta in Ucraina gli orrori da prima guerra mondiale

Dagli stupri alle fosse comuni e le armi rudimentali: la Russia porta in Ucraina gli orrori da prima guerra mondiale
Dagli stupri alle fosse comuni e le armi rudimentali: la Russia porta in Ucraina gli orrori da prima guerra mondiale
Mercoledì 20 Aprile 2022, 14:48 - Ultimo agg. 17:17
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Sono bastati due mesi di guerra in Ucraina a cancellare settant'anni di storia. Dal 24 febbraio, giorno dell'inizio dell'invasione, l'Europa è ripiombata nella paura salendo sulla macchina del tempo di Putin, che ha riportato agli occhi immagini da prima guerra mondiale. Chi pensava che le guerre del futuro potessero essere diverse da quelle del passato, si è dovuto ricredere. I cadaveri sparsi in strada, le fosse comuni, gli stupri, le armi rudimentali.

Istantanee che nel 2022 si muovono in fretta, con una velocità le rende quasi "normali" con il passare dei giorni, ma che sono destinate a passare alla storia, raccontando uno spaccato di vita che in un modo o nell'altro è destinato a cambiare il corso degli eventi.

E che serviranno (forse) alle generazioni future, per non commettere ancora gli stessi errori. 

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Gli stupri delle donne ucraine

«Stupra le donne ucraine, ma usa le protezioni». La conversazione choc tra un soldato russo e la sua compagna, è solo l'ultima delle tantissime testimonianze arrivate. L'esercito di Putin sta abusando delle donne in Ucraina e lo fa come strumento di guerra. Un modo per umiliare, per colpire nell'anima, condannando le vittime all'orrore eterno. «Mi hanno stuprato davanti a mio marito, costringendolo a guardare. Poi l'hanno ucciso». E ancora: «Ci hanno rapito, stuprato e picchiato». I racconti arrivano da tutta l'Ucraina e continuano ad arrivare, con la stessa frequenza con cui i missili cadono sulle città. In Europa sono tantissime le proteste, ma l'orrore in Ucraina continua. 

Le fosse comuni

La prima testimonianza era arrivata da Kharkiv. La seconda città più grande dell'Ucraina, colpita senza pietà dalla Russia. Tanti, troppi morti tra civili e soldati. Così era stato necessario scavare delle fosse comuni in un bosco poco fuori dal centro abitato. Lo stesso è stato poi ripetuto a Mariupol e a Bucha, altri due centri simbolo della devastazione in guerra.

Ma a scavare le fosse comuni sono stati anche i russi, per nascondere i cadaveri delle persone uccise. «Sono stati rinvenuti con le mani legate, e almeno due casi di donne stuprate e poi uccise: una di queste è stata sgozzata», ha detto il sindaco di Makariv. In un'intervista rilasciata al quotidiano tedesco Bild, Zelensky ha sottolineato: «Quando vedo queste immagini davanti ai miei occhi, bambini assassinati senza gambe, senza braccia. È un risentimento, è terribile. Non riesco più a piangere». I sacerdoti celebrano le messe comuni, i morti continuano ad aumentare. 

Le armi rudimentali

La Russia attacca con i droni di ultima generazione, usa missili cruise ad alta precisione, ma sul campo di battaglia i soldati attaccando anche con armi rudimentali. Una testimonianza arriva da Bucha, dove sono state rinvenute centiania di flechettes, ossia proiettili affilati simili a chiodi lunghi un pollice con alette su un'estremità per renderli più aerodinamici. Sono piccoli dispositivi progettati per mandare schegge in uno schema conico largo fino a 300 metri, e in grado di produrre gravi ferite d'arma da fuoco alle formazioni di fanteria. Munizioni da prima guerra mondiale.

«Centinaia di deportati in Russia»

Tra i crimini di guerra di cui Putin potrebbe dover rispondere in futuro (se mai ci sarà un tribunale che lo giudicherà) ci sarà anche l'accusa di deportazione degli ucraini. Decine di migliaia di profughi, costretti a scappare e condotti in Russia con corridoi umanitari studiati ad hoc. L’arcivescovo maggiore di Kyiv-Halyc, Sviatoslav Shevchuk, ha detto che «viene tolto loro il passaporto e vengono esiliati in Russia. Molti ricevono un documento provvisorio che li costringe a lavorare nell’isola Sakhalin, nell’Oceano Pacifico, al confine con il Giappone». Un immagine che porta dritti alla seconda guerra mondiale e all'orrore del nazismo. 

Le torture ai prigionieri

In guerra non si fanno prigionieri. Non è solo un modo di dire. Di fronte alla morte non si guarda in faccia nessuno. Donne, anziani, bambini. Chiunque si metta sulla strada del nemico, "merita" di soffrire e di morire. I racconti arrivano soprattutto dal fronte ucraino e svelano le barbarie delle torture ai prigionieri, messe in atto dai soldati russi. Non solo gli stupri, ma anche le punizioni corporali, per estorcere informazioni o anche solo per il piacere di farlo. È la guerra, dove non ci sono regole, se non quella di provare a sopravvivere. 

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