Russia, l'Fsb "pensiona" i vecchi agenti segreti: ecco le nuove (giovani) spie del Cremlino «nate tra il 1993 e il 1998»

Mosca avrebbe deciso di pensionare il vecchio zoccolo duro dell'Fsb, forse fin troppo ancorato agli schemi dell'ormai passato Kgb

Russia, ecco le nuove spie del Cremlino (nate tra il 1993 e il 1998): addestrate per operazioni terroristiche internazionali
Russia, ecco le nuove spie del Cremlino (nate tra il 1993 e il 1998): addestrate per operazioni terroristiche internazionali
Simone Pierinidi Simone Pierini
Venerdì 8 Marzo 2024, 13:18 - Ultimo agg. 16:52
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Mentre i soldati ucraini e russi combattono sul campo, è dietro le quinte che si gioca la partita a scacchi tra grandi potenze. Una guerra di spie, infiltrate o attive sul territtorio sotto falso nome. Ma anche profili di intelligence di alto livello hanno bisogno di un cambio di guardia, di un rinnovamento. Almeno questo sembra emergere dalle mosse del Cremlino. Conseguenza di qualche crepa emersa dal caso Navalny, con fughe di notizie e video di telecamere sottovalutate, e di qualche intercettazione di troppo sfuggita. La Russia avrebbe deciso di pensionare il vecchio zoccolo duro dell'Fsb, forse fin troppo ancorato agli schemi dell'ormai passato Kgb. Al suo posto agenti giovani, agili sul piano digitale, pronti a tutto. Anche a dar seguito a nuovi "incidenti" sulla scia della recente morte del dissidente russo.

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La nuova generazione di spie russe

Secondo quanto afferma il giornalista investigativo Christo Grozev, che riuscì a identificare gli agenti dietro il primo attentato a Navalny, le autorità russe avrebbero «lasciato scoperti agenti dell’intelligence per compiti interni, inclusa la guerra contro l’Ucraina. Compiti in cui non hanno bisogno di mostrare il proprio volto o di viaggiare con il passaporto, perché le autorità hanno chiuso definitivamente quel capitolo per loro».

Cosa significa? Nel colloquio con il giornalista e scrittore russo Mikhail Zygar Grozev sostiene che al loro posto sono state «formate nuove persone per le operazioni internazionali. Sono tutti circa 10-15 anni più giovani di Petrov e Boshirov (due celebri spie russe, ndr.). Nati tra il 1993 e il 1998 e vengono addestrati per operazioni terroristiche internazionali». 

L'unità top secret dell'Fsb

Grozev sospetta che ci sia proprio l’Fsb dietro la morte di Navalny, in particolare l'unità top secret dei servizi russi. L'Istituto di criminalistica dell'Fsb è una divisione dei servizi segreti russi che fornisce una serie di servizi, alcuni di facciata, altri meno noti. Tra questi test del poligrafo, riconoscimento di persone o delle loro caratteristiche individuali utilizzando dati biometrici, competenze linguistiche e analisi di sostanze chimiche che includono il rilevamento di tracce di droghe e veleni. Proprio quest'ultimo settore è sotto la lente di ingrandimento di chi indaga su cosa sia accaduto realmente a Navalny in questi anni. Quattro anni fa, quando il servizio di sicurezza federale russo fu accusato di aver avvelenato Navalny con il Novichok, una squadra guidata dal giornalista investigativo Christo Grozev identificò gli agenti di questo ramo dell'FSB dietro l’attacco al dissidente russo.

Sulla possibilità di altri omicidi politici

La morte di Navalny, sempre secondo Grozev, non sarà l'ultimo incidente del genere. «Non voglio fare previsioni, ma temo davvero che la motivazione di Putin per questo omicidio sia stata quella di dimostrare all'Occidente che non ci sono più limiti da oltrepassare e di costringerlo a negoziare sull'Ucraina alle sue condizioni», ha spiegato. «Putin probabilmente ha molti di questi colpi di avvertimento, come nei film in cui vengono presi degli ostaggi e poi la mafia inizia a ucciderli uno per uno finché non ricevono, diciamo, 10 milioni in una valigia. Penso che stiamo entrando in un periodo come questo adesso, in cui si verificheranno una serie di eventi orribili. Putin segnalerà all’Occidente che, se non sei pronto a negoziare, sarà anche peggio. È meglio essere preparati allo scenario peggiore e fare tutto il possibile per prevenirlo piuttosto che guardare tutto con lenti rosa», ha concluso.

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