In questo momento è l'obiettivo numero uno dell'esercito israeliano: Yahya Sinwar, uno dei capi di Hamas, si nasconderebbe in un bunker sotto l'ospedale al-Shifa, a Gaza City. «Voi europei non capite l'Islam, quindi non potete comprendere un uomo come Yahya Sinwar», dice all'Ansa un analista israeliano che preferisce restare anonimo. «Ma questa volta neppure a noi è stato chiaro che cosa avesse in testa veramente il capo di Hamas a Gaza».
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Di lui l'esercito ricorda una frase: «Abbatteremo il confine con Israele e strapperemo il cuore dai loro corpi». «E lo hanno fatto», ammette l'analista. Tuttavia resta un enigma la decisione di entrare in azione proprio adesso, nonostante i maggiori esperti di geopolitica abbiano individuato nell'interesse di Vladimir Putin spostare il faro dalla guerra in Ucraina per puntarlo sul Medio Oriente. Con l'aiuto sostanziale dell'Iran.
Chi è Sinwar
Per Sinwar, ritenuto da Israele il responsabile numero uno dell'attacco del 7 ottobre in cui sono morti più di 1.400 israeliani, sono stati usati tanti aggettivi: crudele, carismatico, manipolatore, influente, resiliente.
Di lui si ricordano bene gli agenti dello Shin Bet, il servizio di sicurezza interno israeliano, che lo hanno interrogato verso la fine degli anni '80: «Con spavalderia si è preso la responsabilità della punizione inflitta a un sospetto informatore. Ha convocato il fratello dell'uomo, un membro di Hamas, e lo ha costretto a seppellirlo vivo buttandogli addosso terra e terra fino a che non è soffocato. Questo è Yahya Sinwar».
La prigionia in Israele
Nel 2006 è uscito dal carcere con altri mille detenuti palestinesi in cambio del rilascio del soldato israeliano Gilad Shalit, prigioniero di Hamas a Gaza per oltre 5 anni. In cella non aveva perso tempo, ha studiato il nemico. Ha imparato l'ebraico e letto tutti i libri a disposizione sui padri di Israele, da Vladimir Jabotinsky a Menachem Begin, a Yitzhak Rabin.
Tornato libero ha dichiarato in tv: «Sappiamo che Israele dispone di 200 testate nucleari e della forza aerea più avanzata della regione. Noi non abbiamo la capacità di smantellare Israele». Era un inganno. Mostrarsi deboli per spostare l'attenzione da sé e colpire al momento giusto. Missione che gli israeliani riconoscono oggi «compiuta».
«Il macellaio di Khan Yunis»
Cresciuto nella zona più derelitta di Gaza, a Khan Younis, è comparso sulla scena politica con i suoi consigli dal terreno al fondatore di Hamas, il famigerato sceicco Ahmed Yassin. Nel 2017 è stato eletto leader del gruppo per tutta Gaza, sostituendo Ismail Haniyeh, secondo alcuni nella Striscia promosso a fare il capo di Hamas all'estero, in Qatar. In realtà semplicemente tolto di mezzo. Poi Sinwar, detto Abu Ibrahim, è stato rieletto nel 2021.
I suoi metodi violenti contro oppositori e spie palestinesi hanno contribuito a farne un leader di spicco: tanto amato dalla sua gente, quanto temuto. L'intelligence israeliana ricorda che il soprannome di Sinwar a Gaza è popolare: «Il macellaio di Khan Yunis», lo chiamano. Di lui gli stessi membri di Hamas hanno paura. La sua ascesa all'interno del gruppo dirigente di Gaza è basata proprio su una reputazione di spietatezza e violenza, che ha attecchito tra i ranghi più alti della fazione.
Netanyahu: «Sinwar è un piccolo Hitler»
Il capo di Stato maggiore israeliano Herzi Halevi dopo il 7 ottobre ha avvertito: «Questo attacco atroce è stato orchestrato da Yahya Sinwar. Lui e i suoi uomini sono già morti». Anche Benyamin Netanyahu lo ha definito «un morto che cammina», paragonandolo a «un piccolo Hitler».
Sinwar però non è Hitler, non è un sociopatico che vuole distruggere un popolo. Lui vuole piegare una nazione, beffarla, incrinare il bene più prezioso: il mito della sicurezza e dell'infallibilità di Israele. La priorità degli israeliani. E non si può dire che questa non sia già una vittoria, che Sinwar sia vivo o morto. I terroristi arrestati dicono che il loro leader è nascosto sotto l'ospedale al-Shifa di Gaza City. Non è escluso che stiano bluffando anche loro.