Brandelli di corpi sparsi vicino al palco d'onore. Un militare in alta uniforme ricoperto di sangue che corre a soccorrere altri feriti. Il cortile della caserma, solo pochi minuti prima gremito di militari e loro parenti per la cerimonia di conclusione del corso di addestramento di ufficiali, trasformato in un campo di battaglia. Sono solo alcune delle strazianti istantanee dalla scena dell'attacco più sanguinoso compiuto nella Siria in guerra dal 2018: secondo l'Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria circa 100 persone sono rimaste uccise, per lo più militari governativi, dopo un bombardamento aereo compiuto da droni non identificati contro l'Accademia militare di Homs, nella Siria centrale. I feriti, secondo questa fonte, sono più di 150 e si contano almeno 14 civili uccisi, tra cui una bambina.
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All Lives Matter !!!
A drone attack on a Syrian military academy in #Homs has killed at least 60 soldiers and civilians and injured dozens more.
The army said there were "numerous martyrs" after several drones targeted a graduation ceremony attended by cadets' families.
It… pic.twitter.com/RdQlJib15z— Saad (@MuhammadSaadZaf) October 5, 2023
Homs, esplosione in molti quartieri
L'Osservatorio ha riferito che l'attacco aereo è avvenuto poco dopo la fine della cerimonia di conclusione dell'addestramento di ufficiali e che sul palco d'onore sedevano, tra gli altri, il ministro della difesa siriano, il generale Ali Mahmud, e il governatore di Homs, Numayr Makhluf, cugino del presidente siriano Bashar al-Assad.
Le domande
Sull'attacco di Homs rimangono per ora numerose domande senza risposta. Alcuni commentatori si interrogano: da dove sono decollati i droni? E per quali ragioni la contraerea di Damasco non è intervenuta in tempo? Altri analisti non escludono che si tratti di un attacco aereo israeliano contro alti esponenti dei Pasdaran iraniani presenti in Siria. Ma si tratta solo di ipotesi. Nelle stesse ore, in un altro quadrante del conflitto armato siriano in corso da più di 12 anni, almeno 9 miliziani curdi sono stati uccisi in bombardamenti turchi nel nord-est del paese, in un'area dove sono schierati militari russi, statunitensi, turchi, governativi siriani e Hezbollah libanesi filo-iraniani. La Turchia ha ripetutamente avvertito che avrebbe innalzato il livello del confronto militare contro i combattenti del Partito dei lavoratori curdi (Pkk) presenti in Siria e accusati di esser dietro all'attentato di Ankara dei giorni scorsi. Nelle stesse ore, sempre nel nord-est della Siria, secondo notizie riportate dai media locali ma non verificabili in maniera indipendente sul terreno un F-16 statunitense avrebbe abbattuto un drone turco intento a colpire altre postazioni curde.