Strage di Berlino, flop tedesco:
la cancelliera Merkel ringrazia l’Italia

Strage di Berlino, flop tedesco: la cancelliera Merkel ringrazia l’Italia
di Flaminia Bussotti
Sabato 24 Dicembre 2016, 09:53 - Ultimo agg. 09:55
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Se la situazione non fosse tragica, la metafora dal calcio calzerebbe a pennello: Italia-Germania 1-0. Per quattro giorni, dopo l’attentato terroristico a un mercatino di Natale a Berlino, le autorità di sicurezza tedesche si sono impegnate febbrilmente per dare la caccia all’attentatore, ma il finale di partita lo ha messo a segno l’Italia. Appena messo piede in Italia il terrorista è stato fermato in controlli di routine a Milano da due poliziotti. Una pallottola sparata da uno dei due dopo che Amri aveva colpito con una pistola il collega metteva fine alla vita del terrorista più ricercato in Europa. La Germania, a cominciare da Angela Merkel, ringrazia. Anche il ministro degli Interni Thomas de Maiziere, l’uomo della prudenza, dei condizionali, delle dichiarazioni sillabiche in questi giorni di paura in Germania, ha ringraziato sperticandosi in lodi per i colleghi italiani e i due valorosi agenti. «Il nostro grande grazie va alla polizia italiana e alle altre forze di sicurezza e giustizia per la massima collaborazione in questo caso», ha detto la cancelliera. Malgrado il grande sollievo il pericolo del terrorismo «continua come ormai da molti anni». La priorità del governo, ha ammonito, è la difesa dei cittadini: «La nostra democrazia, il nostro Stato di diritto, i nostri valori, la nostra umanità sono il modello opposto al mondo pieno di odio del terrorismo, ed essi saranno più forti del terrorismo». La cancelliera ha aggiunto di avere parlato con il presidente tunisino Beji Caid Essebsi e avergli detto che «dobbiamo accelerare l’iter dei rimpatri».
 


Il terrorista, di cui si è accertato con sicurezza che era affiliato dell’Isis, si era lanciato lunedì sera alla guida di un tir con targa polacca a tutta velocità contro il più famoso mercatino di Berlino ovest davanti alla Chiesa della Memoria, falciando decine di persone: 12 i morti, compreso il conducente polacco del camion, e oltre 50 feriti, il tragico bilancio. Cominciavano le indagini: la polizia del Land di Berlino, la polizia criminale federale, la procura federale, ministeri degli interni regionale, federale, cancelleria, tutti i vertici dello Stato mobilitati. Una lunga processione di intoppi, leggerezze, conflitti burocratici e falle gigantesche nella macchina della sicurezza venivano alla luce. Prima si dà la caccia a un pachistano che risulta assolutamente estraneo ai fatti. Poi si scoprono indizi importanti con grave ritardo perché per 24 ore il tir era stato sigillato. Finalmente, quando entra nel camion, la polizia assicura poco alla volta le impronte del presunto autore e trova anche sotto un sedile un documento da cui risale all’identità e al particolare che era un profugo “tollerato” in Germania. Era entrato nel 2015 proveniente dall’Italia.

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