Trump e Melania positivi al coronavirus: ecco cosa succede adesso

Trump e Melania positivi al coronavirus: ecco cosa succede adesso
di Luca Marfé
Venerdì 2 Ottobre 2020, 10:00 - Ultimo agg. 18:36
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Trump e Melania positivi al coronavirus.

La domanda che tutto il mondo si pone è:
cosa succede adesso?

Succede che il presidente e la First Lady degli Stati Uniti d’America dovranno sottoporsi a un rigido periodo di quarantena, nella migliore delle ipotesi, di due settimane.
Questo quando al voto ne mancano quattro.

Un colpo durissimo sul fronte della campagna elettorale.
Con il tycoon che si sforza di scrivere che tutti i suoi impegni «sono soltanto rimandati» pur di non ammettere che, considerati i tempi strettissimi, sono di fatto cancellati.
Addio dunque ai comizi, quegli scenari cioè in cui dà il meglio di sé nell’agitare il suo elettorato, e a rischio pure i due confronti televisivi con il rivale Joe Biden, per quanto per il 15 e per il 22 di ottobre i tempi siano ancora almeno tecnicamente possibili.

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Succede anche che il Paese si trova al cospetto della più grave minaccia che un presidente in carica abbia dovuto fronteggiare da svariati decenni. Trump, infatti, ha 74 anni e presenta caratteristiche fisiche buone, ma di certo non ottimali. Specie riguardo alla sua quasi obesità (oscilla tra i 105 e i 115 chili). È, a tutti gli effetti insomma, un soggetto a rischio.
Discorso completamente diverso per Melania, più giovane (50 anni compiuti lo scorso aprile) e, secondo esperti e statistiche, meno esposta perché donna.
 

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Tornando alle elezioni, e più in generale alla politica, ora non resta che provare a intuire come questo colpo di scena possa influire sull’esito finale.

C’è già chi si sfrega le mani in un malcelato “ben gli sta”, eccitandosi nell’etichettare come negazionista un presidente che più che negare l’esistenza del virus ha contestato duramente il metodo applicato/imposto per arginarlo: quello del lockdown che ha devastato l’economia.

C’è infine chi tenta di ragionare su due scenari, opposti ed entrambi potenzialmente plausibili: il colpo di grazia mediatico o l’ennesima battaglia vinta da un uomo amato da mezza America proprio per questa sua estetica da guerriero solitario di cui addirittura si vanta.

Trump contro tutti, persino contro un nemico invisibile.

Se a lui e al suo staff riuscisse questo gioco di prestigio della narrazione, potrebbero ricordare la notizia del contagio quasi come l’asso nella manica della campagna elettorale più incredibile della Storia.
E di un anno che, no, nessuno, neanche un regista di Hollywood, avrebbe mai potuto immaginare così.

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