Cinque indagini di cinque inquirenti indipendentemente eletti in tre Stati diversi: ora che non è più presidente, Donald Trump rischia per davvero.
Georgia, New York, Washington: oramai lontano dalla Casa Bianca, da un punto di vista legale, il mondo è cambiato per il tycoon. E in America tira un’aria da resa dei conti.
E proprio di conti si tratta, specie a Manhattan dove il procuratore ha (finalmente) messo le mani sulle dichiarazioni dei redditi e più in generale sui registri fiscali dell’arancione. Una potenziale bomba, oltre che economico-giudiziaria, anche in una sorta di chiave estetica legata al personaggio Trump, già distrutto in termini di immagine dalle immagini dell’assalto a Capitol Hill.
Da New York a Washington, dunque. Dove un altro procuratore generale, Karl Racine, originario di Haiti e in profumo di Partito Democratico, cova il sogno di una condanna per istigazione all’insurrezione che potrebbe costare all’ex Commander in Chief fino a 6 mesi di carcere.
La Georgia, infine. Con il tentativo tutto fuorché celato di rovesciare un risultato elettorale mai accettato.
The Donald è sotto assedio ed è certamente più debole.
Comune cittadino, un americano...qualsiasi.