Ucraina, il comandante Chiapperini: «Odessa la vera trincea per l’economia di Kiev»

Ucraina, il comandante Chiapperini: «Odessa la vera trincea per l’economia di Kiev»
di Mariagiovanna Capone
Venerdì 15 Aprile 2022, 23:45 - Ultimo agg. 17 Aprile, 09:27
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Con il generale Luigi Chiapperini, ex comandante dei Lagunari, dei contingenti Nato e Onu in Kosovo, Libano, Afghanistan e attualmente membro del Centro Studi dell’Esercito, abbiamo fatto il punto sul conflitto in Ucraina in vista di una resa di Mariupol

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Generale Chiapperini, quando Mariupol sarà in mano russa potrebbe iniziare un cessate il fuoco?
«È possibile. I russi avrebbero ottenuto l’obiettivo di congiungere via terra le repubbliche indipendentiste del Sud-est con la Crimea. Tuttavia, in presenza di obiettivi ancora da raggiungere, a mio avviso l’intera regione del Donbas, un cessate il fuoco risulta possibile localmente a Mariupol ma improbabile in altre aree».

Conquistare Mariupol dopo oltre 50 giorni non rende malconcia l’immagine della Russia?
«Occupare una città è un compito arduo per qualsiasi compagine militare e pertanto si cerca di evitare di farlo, infatti normalmente i centri abitati si circondano.

In questo caso Mariupol risultava necessaria per chiudere letteralmente il mar d’Azov e renderlo il Mare Nostrum russo. È chiaro che la Russia stia comunque vincendo ma non stravincendo come immaginava inizialmente». 

L’affondamento del Moskva, perdite notevoli di uomini e mezzi: ora cosa accadrà tra le compagini russe e come si posizioneranno a difesa delle aree conquistate?
«Le perdite sono state notevoli da parte di entrambi i contendenti perché si tratta di un conflitto simmetrico, condotto da forze militari con equipaggiamenti, addestramento e dottrina di impiego molto simili. Peraltro in queste situazioni è normale che l’attaccante subisca perdite, l’insuccesso a Kiev e l’affondamento del Moskva ne sono la dimostrazione. I russi presumibilmente posizioneranno a difesa solo parte dei contingenti nelle aree non di precipuo interesse militare mentre continueranno ad attaccare essenzialmente nel Donbas, impiegando le unità recuperate dal Nord».

Dopo Mariupol, Putin si fermerà o guarderà altrove?
«Non credo, presumo intenda conquistare l’intero Donbas. Odessa era molto probabilmente uno degli obiettivi ma ritengo che, dapprima le difficoltà a superare Kherson e Mycolayiv, poi la neutralizzazione di due navi anfibie e infine l’affondamento dell’incrociatore Moskva, abbiano ridimensionato il piano. Odessa potrebbe tornare a essere un obiettivo nel caso i russi riuscissero a ottenere i risultati sperati in Donbas e a recuperare ulteriori forze».

Pensa che tra gli obiettivi possa esserci anche il Nord dell’Ucraina o perfino la Transnistria, la regione della Moldavia filorussa?
«Il Nord al momento è fuori da ogni logica militare. Continuerà presumibilmente a essere attaccato con fuoco missilistico e aereo laddove sono presenti obiettivi militari. In futuro potrebbe diventare un obiettivo anche terrestre ma solo se il conflitto dovesse durare ancora molto: si tratterebbe di uno scenario tipo guerra di Corea, al quale speriamo di non assistere. Più probabile invece, nel caso in cui ci dovesse essere un’azione su Odessa coronata da successo, il possibile coinvolgimento della Transnistria. In tal caso il completo controllo russo sull’intero Sud e sulla Moldavia filorussa porterebbe a una situazione da incubo per l’Ucraina, che sarebbe relegata a una mera enclave terrestre senza più sbocchi a mare».

Da giorni non sappiamo cosa sia successo al battaglione Azov a Mariupol, secondo lei?
«In loro soccorso è arrivata la 336esima Brigata di fanteria di marina, simile ai nostri Lagunari dell’Esercito e in parte ai Marò della Marina. Sono unità anfibie con il compito di occupare aree costiere dopo essere state proiettate dal mare. Al momento non possiamo sapere cosa è successo. Dipenderà molto dall’autonomia logistica delle forze, cioè se hanno ancora munizioni e cibo. Sicuramente si tratta di reparti militari molto coraggiosi che stanno continuando a combattere pur sapendo di non avere possibilità di vittoria. Peraltro stanno impegnando pesantemente parte delle forze russe che pertanto non possono essere impiegate altrove». 

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