Usa 2020, scandalo sessuale sulle elezioni: Biden smentisce, ma ora trema

Usa 2020, scandalo sessuale sulle elezioni: Biden smentisce, ma ora trema
di Luca Marfé
Sabato 2 Maggio 2020, 20:48
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Il dado non è tratto, ma il danno è fatto.

In piena corsa per la Casa Bianca, Joe Biden si ritrova al centro di uno scandalo sessuale e la sua candidatura trema.

Una collaboratrice che lo accusa di violenza per un episodio risalente al 1993, tempo in cui Biden, in politica praticamente da sempre, era già senatore da vent’anni. E l’ex numero due di Obama, fatto a pezzi nel frullatore mediatico della destra americana, costretto per la prima volta a parlarne, nel tentativo ultimo di difendersi.

Tutto falso. In due parole, questa la sua linea.

Tra una smentita e l’altra, però, oltre a una sfilza di contraddizioni e di incongruenze, emerge la volontà chiara di Biden di secretare i suoi fascicoli personali protetti dal sigillo dell’Università del Delaware, Stato di cui era rappresentante.

Alla domanda «Perché?» è lui stesso a fornire una risposta che ha del surreale:

«Perché potrebbero essere usati contro di me o ad esempio potrebbero rivelare dei miei incontri con Putin, di tutte le cose che ci siamo detti allora».

Scheletri nell’armadio, insomma. Di natura diversa, ma ugualmente imbarazzanti.

Per un candidato già debole che, a prescindere dalle eventuali conseguenze legali, della denuncia presentata della sua ex assistente Tara Reade o delle sue dichiarazioni sul fronte Mosca (gravi a prescindere), rischia di crollare prima ancora che la sua investitura diventi ufficiale.

Non solo.

L’endorsement di Hillary Clinton, che neanche a farlo apposta arriva proprio in queste ore, evidenzia una questione che va addirittura al di là di Biden e che travolge dunque il più vasto panorama della sinistra a stelle e strisce.

Quella, cioè, che quando si tratta di guai democratici, gli scandali vanno insabbiati (lèggere sempre alla voce “Clinton”, ma Bill).

Quando invece le rogne sono repubblicane (o, apoteosi, trumpiane), le indecenze vanno cavalcate fino a partorire interi movimenti, come il “Me Too”.

“Me Too”, femminismo e solidarietà femminile che qualcuno, in questo circo dell’ipocrisia, evidentemente spera non valgano per il buon vecchio Joe.

Con tanto di pacca sulla spalla di ben fatto firmata Hillary.

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