NEW YORK - L’America dopo la pandemia, gli Stati Uniti dopo la riapertura dei confini, New York dopo due anni che hanno cambiato il mondo.
Il Covid è passato per di qua, in realtà non se n’è ancora del tutto andato.
E si è portato via vite, storie, aziende, soldi e soprattutto entusiasmi di una città che da sempre è l’emblema del Sogno Americano.
Un Sogno che non è morto, certo. Ma un Sogno contagiato e in qualche modo ancora ammalato, proprio come le migliaia di persone affette dai sintomi del cosiddetto “long Covid”.
Tornare fa un certo effetto.
Fanno un certo effetto le saracinesche abbassate: mediamente una su tre.
Fanno un certo effetto certi edifici svuotati, certe insegne rimosse, certe strade vuote.
Fanno un certo effetto certe crepe rotte: quelle di una città che oltre a ritrovarsi più povera, si ritrova di colpo assai meno sicura, quasi come in un salto indietro a decenni bui e criminali.
Un viaggio nel viaggio, che parte da qui, dall’incrocio di tutte le strade del mondo.
E che per queste strade si muove, tra vertigini verticali di incognite e di paure.
Ma pure tra le vertigini di speranze nuove.
*Da un’idea di Luca Marfé, un percorso a tappe, e diviso per temi, negli Usa di oggi e di domani.