Giorgia Meloni, i Repubblicani sognano il midterm: «Ci sarà una rivoluzione come in Italia»

Giorgia Meloni, i Repubblicani sognano il midterm: «Ci sarà una rivoluzione come in Italia»
di Luca Marfé
Martedì 27 Settembre 2022, 18:00 - Ultimo agg. 28 Settembre, 07:06
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«Viviamo in una finta democrazia e presto ci sarà una rivoluzione come in Italia».

La tocca pianissimo Tucker Carlson, storico volto di Fox News, vicino al Partito Repubblicano al punto da esserne considerato da molti addirittura la voce.

L’aria che tira nella destra a stelle e strisce è molto chiara: Giorgia Meloni ha stravinto le elezioni italiane e si spera nello stesso identico esito anche per quelle americane di midterm.

L’appuntamento è fissato per l’8 novembre e dunque, oramai, manca soltanto poco più di un mese.

A metà tra analisi politica e provocazione sfacciata, Carlson è una furia.
E per quanto le sue parole non siano di certo verità assolute, rispecchiano un sentimento che nel Paese, e soprattutto a destra naturalmente, si fa di ora in ora un po’ più vasto.

«I leader europei si comportano più o meno come i nostri: predicano la democrazia, ma della democrazia rifiutano i princìpi più basilari, come la libertà d’espressione e la rappresentanza di governo».

Cita espressamente prima il Paolo Gentiloni di qualche anno fa, al World Economic Forum, e poi la Ursula von der Leyen di qualche giorno fa, da Bruxelles con furore, assai poco diplomatico.

«La pretesa di maggiore democrazia non è soltanto sbagliata, ma è persino pericolosa».

Così l’ex-premier.

«Se il voto va male, abbiamo gli strumenti». Così la presidente della Commissione Ue.

Li cita e li accusa apertamente di assomigliare più a dei sovrani che a dei rappresentanti della volontà popolare, che di fatto pare effettivamente non rappresentino un granché.

«Nessuna maggioranza di nessun Paese al mondo pensa che i confini aperti ai migranti siano una buona idea o considera il riscaldamento globale il più grande dei propri problemi o ritiene che sia saggio mettere in quarantena un intero popolo a causa di un virus influenzale».

Non c’è un solo tema che risparmi, insomma, e l’affondo si fa ancora più duro sulle nostre bollette, «aumentate del 400% e oltre», e sulla guerra in Ucraina, «unitamente all’invio di armi, plateale causa di tutto questo».

Un quadro di politiche, e di «logiche fintamente democratiche» appunto, che definisce «auto distruttive» e per le quali individua un contraltare, un nuovo paladino, colei che in America già chiamano soltanto Giorgia.

«Meloni non ha paura di dire la verità, e di dirla forte, riguardo a tutto ciò che ho detto e che sappiamo benissimo». Una verità, continua e chiude, che «per gli standard americani è un’autentica rivoluzione».

Ora, però, la rivoluzione sognano di farla i repubblicani.
Di certo non con una donna, con le donne parecchio fuori dai radar del partito dell’elefantino.
Di certo non senza la resistenza dei democratici, che le donne invece le schierano in gran numero e pure orgogliosi. E che non intendono mollare né il governo degli Stati né la Camera né il Senato, per quanto il loro presidente appaia un po’ appannato, anche in termini di popolarità.

Resta il fatto quasi curioso che, almeno per una volta, è in America che si parla di Italia e non è in Italia che si parla di America.

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