Usa, DeSantis si prende la scena: dalla guerra all'aborto e alla Disney, è il nuovo Trump senza difetti

Usa, DeSantis si prende la scena: dalla guerra all'aborto e alla Disney, è il nuovo Trump senza difetti
di Luca Marfé
Mercoledì 6 Luglio 2022, 20:00
4 Minuti di Lettura

MIAMI - DeSantis è l’uomo da tenere d’occhio, è un nuovo Trump… senza difetti.

All’anagrafe Ronald Dion, ma più semplicemente Ron. 43 anni, governatore della Florida dal 2019 e praticamente già certo di essere rieletto alle elezioni di midterm in programma a novembre. E ancora, aspetto ancora più importante, a detta di tutti, futuro candidato alla Casa Bianca per il Partito Repubblicano in chiave 2024.

A detta di tutti, meno che sua, quanto meno sul piano dell’ufficialità. 

Un misto di prudenza e devozione al maestro, a quel tycoon che per certi versi scimmiotta e da cui sostiene di aver politicamente imparato tutto. Imparato tutto al punto da averne compreso, forse meglio di chiunque altro, errori, limiti e addirittura strafalcioni.

Che già mostra di non voler affatto fare suoi, e che anzi sfrutta per entrare sì nella sua scia, ma allo stesso tempo prendendone in maniera netta le distanze.

DeSantis, insomma, “strilla” ma non è mai sguaiato, si agita ma con un certo aplomb, dichiara guerra a un sacco di cause ma le sfida tutte sul terreno del politicamente corretto.

La prima battaglia, naturalmente, è proprio quella contro il politicamente corretto stesso. Che gioca a fare a pezzi, però, senza volgarità e anzi ridicolizzandolo, con quella sua voce pacata, paradossalmente quasi rassicurante.

Dopodiché un lungo elenco di dossier, presi di petto uno dopo l’altro.

L’aborto, ad esempio. Tema al centro del dibattito americano in questo lunghissimo momento. Cominciato con la storica pronuncia della Corte Suprema, sfociato in una polemica persino mondiale e ora approdato al braccio di ferro con un giudice locale che ha appena bollato il provvedimento “salva vita” come incostituzionale.

«Interpretazione folle, la Costituzione della Florida non ammette - e non ha mai ammesso - il diritto di uccidere un innocente bambino non ancora nato».

Parole chiarissime, accompagnate dalla volontà dichiarata di presentare ricorso (e di impedire dunque l’aborto oltre la 15esima settimana di gravidanza), che scaldano i cuori dei conservatori, di tutti i conservatori d’America.

«Lo scontro epocale per la vita non è finito, altroché: comincia adesso». 

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In parallelo poi, l’oramai emblematica rissa con Disney. Con i vertici del parco dei divertimenti più famoso del mondo che avevano aspramente criticato il governatore per la cosiddetta legge “anti gay” e in generale per il suo atteggiamento avverso alla comunità Lgbtqia+. E con il governatore che aveva risposto a suon di minacce fiscali e rilanciando la polemica sul vaccino anti Covid, che Disney ha preteso obbligatorio per tutti i suoi dipendenti e che DeSantis ha marchiato a fuoco come una colossale violazione delle libertà personali fondamentali.

Da qui, infine, la questione più enorme, quella del virus, quella della pandemia e delle (non) restrizioni. Il suo grande cavallo di battaglia. Di fatto, oggettivamente, il suo successo più incredibile. Che lo pone in una straordinaria posizione di forza e di vanto, paladino vittorioso opposto a tutta la narrazione del mondo. Con il modello Florida che macina record su record, non soltanto economico-immobiliari, con una società per l’appunto libera che è diventata calamita di stranieri e pure di americani. Addirittura con una valanga di democratici che, scappati da New York o da Los Angeles e a microfoni rigorosamente spenti, gli riservano applausi ed elogi, malcelano la loro intenzione di volerlo sostenere con forza, di voler votare per lui.

A novembre? O anche oltre?
Il prossimo presidente degli Stati Uniti d’America?

Chissà.

Magari agli Usa non serve di nuovo Trump.
Magari agli Usa serve un nuovo Trump.


(Ronald Dion DeSantis - Di origini italiane, la sua trisavola Luigia Colucci emigrò negli Stati Uniti da Castelfranci, Avellino)

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