Berlusconi azzera i vertici:
​ira Carfagna, addio di Toti

Berlusconi azzera i vertici: ira Carfagna, addio di Toti
di Valentino Di Giacomo
Venerdì 2 Agosto 2019, 09:49 - Ultimo agg. 3 Agosto, 08:31
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Fuori Giovanni Toti, epurato dal coordinamento di presidenza di Forza Italia, Mara Carfagna sul piede di guerra contro le decisioni di Silvio Berlusconi andando così a certificare il profondo stato di crisi del partito azzurro. Erano stati entrambi nominati appena due mesi fa coordinatori, ora sembrano entrambi sull'uscio. Il leader di Fi, ieri pomeriggio, aveva convocato un tavolo delle regole per avviare un'opera di rivoluzione interna al partito, ma il colpo di mano con cui ha fatto fuori Toti ha di fatto spaccato Forza Italia in due pezzi e in tanti ormai si preparano ad una lenta diaspora verso altre sigle del centrodestra. A sorprendere è stata soprattutto la levata di scudi di Mara Carfagna, nominata ieri tra i cinque coordinatori del partito, ma la vicepresidente della Camera ha rifiutato l'incarico inviando una dura nota con cui ha sconfessato la linea dell'ex premier.

 

LA REAZIONE
«Apprendo dalla stampa di un superamento delle decisioni assunte dal Presidente Berlusconi il 19 giugno innanzi ai gruppi parlamentari di Forza Italia e dell'insediamento di un coordinamento di presidenza - ha spiegato Mara Carfagna - ma di questo coordinamento nessuno mi ha chiesto di far parte e non intendo farne parte». Poi l'affondo finale: «È una scelta in direzione esattamente contraria alle intenzioni che mi ha manifestato Berlusconi - ha tuonato la vicepresidente della Camera - credo che questo sia il modo migliore per uccidere Forza Italia e io non farò parte del comitato di liquidazione». Carfagna era stata inserita con Annamaria Bernini, Mariastella Gelmini, Sestino Giacomoni e Antonio Tajani nel tavolo dei cinque coordinatori di Forza Italia. Neppure Berlusconi si aspettava una reazione così dura da parte della deputata salernitana. «Con l'uscita di Toti - spiegano da Arcore - Mara aveva creduto di poter diventare coordinatrice unica di Fi, ma è rimasta delusa». Il segno che Berlusconi non vuole lasciare la sua creatura politica in altre mani e, nel frattempo, lavora al suo progetto parallelo per creare un polo moderato già ribattezzato «Altra Italia».
L'EPURAZIONE
Che ci fosse aria di burrasca si era già compreso quando Berlusconi aveva estromesso dal tavolo dei coordinatori Giovanni Toti, da tempo in polemica con l'ex premier. Se Mara Carfagna fa sapere che non ha comunque intenzione di lasciare il partito, pur avendo aperto un fronte polemico e riservandosi ogni decisione, Toti è ormai già pronto ad abbandonare. «Peccato - ha commentato il governatore ligure - accettando l'incarico da coordinatore il 19 giugno avevo creduto che davvero fosse possibile cambiare, che Forza Italia potesse rinascere da se stessa. Non mi ero mai tanto sbagliato: nonostante il dissanguamento di voti e il 6% dei sondaggi, nonostante le tante energie dei territori che chiedevano di poter vivere, il passato ha prevalso». Infine l'annuncio dell'addio: «Presto - ha scritto sui social - vi diremo dove e quando ci vedremo in tutte le regioni d'Italia. E continueremo a lavorare per costruire il futuro contro coloro che non sanno staccarsi dal passato». L'idea è ormai quella di creare, oltre ad un nuovo soggetto politico da federare con Lega e Fdi, anche un nuovo gruppo parlamentare: al Senato bastano appena dieci componenti.
LE NUOVE REGOLE
Tanti i parlamentari contrari a quello che sembra ormai un redde rationem tra quanti vogliono continuare a sostenere Silvio Berlusconi e chi ormai guarda ad altri lidi in una sorta di riedizione di quando Angelino Alfano creò il suo Nuovo Centrodestra per staccarsi dal Cavaliere. L'eterna riedizione della divisione tra «falchi» e «colombe» che da anni anima il partito di Berlusconi. Eppure il leader di Fi aveva lasciato qualche spiraglio per cambiare davvero la sua creatura politica. Al tavolo delle regole era stata decisa un'ampia consultazione popolare per far partecipare eletti, elettori, attivisti e simpatizzanti alle decisioni del partito con adesioni da raccogliere anche attraverso il web. La consultazione prevede di eleggere i coordinatori e i vicecoordinatori di ogni Regione ed i delegati del al congresso in proporzione al numero dei votanti. Infine era stato deciso che il Congresso avrebbe dovuto eleggere un coordinamento di presidenza composto da 5 membri. Da quel tavolo si è però già staccata Mara Carfagna lasciando di sasso soprattutto i parlamentari meridionali che non si aspettavano una reazione così decisa. Il partito ha reagito duramente alle critiche della vicepresidente della Camera precisando che le nomine del nuovo Coordinamento «sono state volute per precisa ed esclusiva volontà di Silvio Berlusconi».
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