Quattro indagati per la morte di Camilla: quelle barriere non dovevano essere lì

Quattro indagati per la morte di Camilla: quelle barriere non dovevano essere lì
di Giacomo Nicola
Venerdì 4 Gennaio 2019, 10:00 - Ultimo agg. 18:39
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TORINO - Ci sono quattro indagati per la morte della piccola Camilla. Fanno tutti parte della Sestriere Spa, la società che realizza e gestisce gli impianti di risalita dove l'altro ieri è morta la bambina romana. Camilla Compagnucci, 9 anni, di Roma, stava sciando con il suo papà quando poco prima della discesa l'Imbuto, nel comprensorio della Via Lattea, in Piemonte, ha perso il controllo degli sci andando fuoripista. Una corsa di una cinquantina di metri che si è conclusa contro una della barriere frangivento che si trovano ai lati della discesa. L'urto, violentissimo, non le ha lasciato scampo. Un incidente che richiama quello accaduto più o meno un anno fa, il 20 gennaio 2018, in cui, ad appena duecento metri di distanza, perse la vita Giovanni Bonaventura, di 31 anni. I quattro indagati di oggi l'amministratore delegato Alessandro Perron Cabus, l'attuale direttore delle piste Alessandro Moschini e il suo predecessore Vittorio i, Cristina Chianale e Vittorio Moschini sono gli stessi di allora. Il fascicolo che è stato aperto in Procura a Torino è per omicidio colposo. E adesso i due incidenti saranno trattati insieme.
 
La pista Imbuto della Via Lattea di Sauze d'Oulx è una discesa di media difficoltà e segnalata con colore rosso. Il nome, Imbuto, è dovuto al restringimento che precede un incalanamento con un passaggio tra le rocce. La piccola, che indossava regolarmente il casco, avrebbe perso il controllo degli sci, finendo fuori pista e precipitando a valle, scivolando per un pendio, per circa 50 metri. E alla fine è andata a sbattere contro lo spigolo di una barriera frangivento. Si è procurata un forte trauma cranico che le ha causato un arresto cardiocircolatorio. Dopo trenta minuti di tentativi di rianimazione da parte dei medici è stata trasportata in elisoccorso all'ospedale Regina Margherita di Torino. Purtroppo però non c'è stato niente da fare. Il decesso della bambina è stato dichiarato alle 16.30. Dall'ospedale hanno detto di aver fatto tutto il possibile. Ma il forte trauma toracico e la frattura dello sterno hanno provocato un arresto cardiaco fatale. Sul suo corpicino è stata eseguita l'autopsia. Il suo cuoricino si è fermato con tutta a probabilità a causa dell'impatto violento con la barriera frangivento. La certezza arriverà però con l'autopsia che è stata disposta per martedì 8 gennaio. Camilla e il papà era arrivati a Sauze d'Oulx poco dopo Natale, il 31 dicembre, e il loro soggiorno, in un appartamento di via Des Molines, ospiti da amici, si sarebbe concluso il 5 gennaio. Dopo l'incidente, in serata, il papà è stato colto da un malore improvviso e ricoverato in ospedale. È stato lui ad avvisare la madre che era a Roma: Arianna Di Napoli, ricercatrice, ha preso subito un treno per raggiungere il capoluogo piemontese. La pista dell'Imbuto collega la cresta al Vallone del Rio Nero. Sul luogo dell'incidente sono intervenuti i carabinieri sciatori della stazione di Sestriere. I militari hanno sequestrato il casco e l'abbigliamento della piccola. E anche la barriera frangivento che l'ha uccisa. Giovanni Brasso, il presidente della Sestriere spa, la società che gestisce gli impianti del comprensorio sciistico della Via Lattea, non mette però in dubbio le condizioni di sicurezza. Le barriere frangivento sono necessarie per impedire che le raffiche di vento portino via la neve naturale dalle piste. E il modo in cui sono costruite, con delle stecche di legno, serve proprio a questo. Vengono posizionate sempre fuoripista a tre metri e mezzo, quattro di distanza e il confine della pista è segnalato così come la presenza delle barriere che sono rese ben visibili con delle bande fluorescenti. Le barriere frangivento però non sono imbottite con la gommapiuma come accade invece per i piloni delle seggiovie e degli skilift.

Devono poter tagliare l'aria e sono un sistema di sicurezza anche per gli stessi sciatori perché impediscono che le raffiche di vento portino via la neve rendendo esposte parti pericolose della pista e proteggono gli sciatori dalle raffiche di vento laterali. Questi dispositivi, che si trovano nella neve fresca lungo le piste, soprattutto nella parte più alta ed esposta della discesa, sono lunghi circa 11 metri e vengono posizionati in obliquo rispetto alla pista. Almeno in due casi però si sono trasformati in una trappola mortale.

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